Re Colapesce

Diario di bordo

Trekking urbano Seminara del 26 ottobre 2024

Trekking urbano a Seminara del 26 ottobre 2024
Partecipanti: SOCI Antonio Zampaglione, Caterina Ioffrida, Giuseppe Spanò, Katia Parisi, Pinella Dini, Alberto Arena, Danila Castiglione, Sebastiano Occhino, Gaetano Messina, Daniela De Domenico, Gabriella  Panarello, Antonella Zangla, Michele Sfravara, Nina Coiro, Francesco Pagano, Antonella Rotondo, Mariella Brancati, Giovanna Mangano, Giusy Mandraffino, Lucia Annunziata  Orlando, Manuela  Scarcella .
OSPITI:  Eros Giardina, Maurizio Inglese,
Nunzio Corica, Francesco Maggio, Giovanna Fusco, Salvatore  Peluso, Cetty…Grimaldo Piazza , Nunzio Calabrò, Anna  Meo, Sebastiano Plutino, Gabriella Plutino, Anna Bellinghieri.
Appuntamento alle 7,30 all’inizio del serpentone,presa la nave delle 8.00, riunione alla rotonda all’uscita di Bagnara.
Arrivo alle 8.53 in Piazza a Seminara .
Alle 9.05 incontrato Domenico ,la nostra guida,
che ha fatto una breve introduzione storica su Seminara, definita la cittadina più ricca di scultura cinquecentesca di tutta la Calabria e che tra il Cinquecento e il Seicento contava ben 33 chiese e 8 monasteri. In seguito, i terremoti del 1783 e del 1908 cancellarono molte testimonianze eloquenti della sua storia,ma resta un piccolo scrigno in cui sono conservati tesori d’arte di inaspettata bellezza. Nelle sue numerose e nei palazzi di antica memoria sono visibili pregiate opere rinascimentali segno tangibile dell’importanza storica e artistica della cittadina nel XVI secolo.

Nel Medioevo Seminara divenne la fortezza più imponente della Calabria tirrenica meridionale e i resti delle mura di cinta sono visibili ancora oggi nella zona .Attorno agli edifici militari sorsero palazzi signorili, chiese e monasteri; la cittadina si arricchì di monumenti e la dominazione di Normanni e Angioini ne fece un punto di riferimento anche culturale per l’intero Sud italiano. Nel ‘500 la cittadina era al suo apice, divenendo meta di importanti pittori, scultori e letterati che vi lasciarono varie testimonianze del loro passaggio.I due devastanti terremoti, nel 1783 e 1908 la rasero al suolo, ma venne ricostruita mantenendone l’antico impianto urbanistico medioevale, pur perdendo, però, molti dei suoi importanti tesori architettonici.
Spostamento al vicino millenario Santuario che con bolla del 30 maggio 1955, Papa Pio XII elevò alla dignità di Basilica Minore e che già, sin dal 3 settembre 1659, godeva, col titolo di Collegiata insigne, della primazia su tutte le collegiate e le parrocchie della Diocesi di Mileto. Oggi la Basilica-Santuario, fa parte della Diocesi di Oppido-Palmi.  La Basilica della Madonna (nera) dei Poveri è  uno splendido esempio di arte bizantina.
L’edificio si presenta con una struttura maestosa con pronao e doppia torre campanaria ed è suddiviso in tre navate da due file di archi, ciascuna delle quali è sorretta da colonne rivestite in marmo policromo con in alto capitelli finemente scolpiti.
All’interno sono conservati una statua in legno di cedro  della Madonna, coronata d’oro, proveniente dall’antica città di Tauriana e collocata sull’altare maggiore.
La Madonna nera di Seminara, insieme  a quella di Tindari e a quella proveniente da Patmos a Palmi ( nel 1600 dette le tre sorelle) è  una statua  bizantina presumibilmente portata in Italia dai monaci fuggiti dalla Grecia e insediati in Sicilia, Puglia e Calabria che  praticavano  l’ascesi.
Il colore  nero si usa da millenni, anche  in altre culture, perché  rappresenta  la terra.
Secondo la tradizione popolare, la statua lignea della Madonna dei Poveri fu  trovata nelle rovine di Tauriana annerita dalle fiamme dell’ultimo saccheggio  fattovi dai Saraceni dell’emiro di Palermo per punire i bizantini che non pagavano i tributi dovuti. La tradizione riferisce ancora che questa sacra immagine si mostrò miracolosa fin da quando fu scoperta un Martedì Santo della settimana della Santa Pasqua da un gruppo di poveri che in una giornata piovosa si spinsero fino alle rovine di Tauriana in cerca di cicorie da mangiare; lì videro in un roveto una forte luce e spaventati da ciò tornarono a Seminara dove raccontarono al popolo ciò che avevano visto, lì accorsero i nobili e il clero ma non riuscirono a sollevare la pesante statua, che invece si rivelò leggera sulle spalle dei poveri e fu portata a Seminara con grande trionfo e proclamata  Regina e Madre dei Poveri.
La Madonna Nera è, a parere di tutti gli studiosi e della sovrintendenza per i  beni artistici, la più antica Statua Lignea di tutta la Calabria se non di tutta l’Italia Meridionale. Per due volte, a causa dei terremoti precedentemente citati, si salvò dalla distruzione totale della Città di Seminara. La statua, restaurata nel 2010, è  ricoperta di oro zecchino. In occasione  del restauro  sono stati  tolti tutti  gli ori che i fedeli, nel corso dei secoli, avevano  donato.
Nel 1600 subì  un primo restauro  e il Bambino, che  prima era al centro come nella Madonna  di Tindari, venne spostato  e “latinizzato”.
Le due corone sono state realizzate a Napoli e donate dai principi Ruffo di Scilla per una grazia ricevuta.
Veneratissima in tutta l’Italia Meridionale è oggetto di grande fede e  pellegrinaggi.  La sua processione avveniva anticamente ogni 15 agosto e, dopo il terremoto del 1908, avviene ogni 14 agosto. Fino alla fine del 1800 la processione era resa ancora più spettacolare per la presenza di un carro religioso detto “della bruna” o “vara”, che la seguiva per le vie del Paese.
Il trono, in oro laminato, risale alla metà del 1700, dono di un ricchissima famiglia spagnola.
Altre statue di valore sono i Santi Pietro e Paolo del XV secolo, di scuola gaginiana, entrambe in marmo e in precedenza collocate sulla facciata dell’edificio preesistente.
La statua della Maddalena che va in estasi è in marmo di Carrara e venne scolpita da Rinaldo Bonanno da Messina nel 1500.
La statua costituisce  una autentica rarità, infatti  la Maddalena  ha i capelli  sciolti con i seni e le spalle scoperte, mentre tutte le statue o i dipinti di Maria di Magdala dopo il concilio di Trento  sono bardate dalla testa ai piedi, come una suora, fu  infatti nel 1564, un anno dopo la fine del Concilio di Trento, che venne decisa la censura dei nudi “scandalosi”, come quelli del Giudizio Universale nella Cappella Sistina dove vennero coperti  400 nudi.
Il compito venne affidato a Daniele da Volterra, che decise di coprire la nudità delle figure con le famose “braghe”, lavoro per il quale da allora è stato soprannominato il Braghettone
La Madonna con il Bambino, di scuola gaginiana, invece, proviene dall’antica chiesa di Santa Maria degli Angeli .
Sono da ascriversi al XVI secolo le due pale d’altare raffiguranti, rispettivamente, il Santissimo e la scena dell’Adorazione dei Magi. I nuovi spazi espositivi che accolgono i preziosi della Basilica-Santuario della Madonna dei Poveri sono costituiti da tre sale adiacenti alla Basilica.
Nella prima sala, detta Sala Amaranto, sono esposte le suppellettili liturgiche, gli ex voto in argento e le opere in terracotta seminarese legati alla tradizione e alla Fede.
Nella seconda, detta Sala Blu, si possono ammirare alcune tele e tra queste di particolare rilevanza è l’Immacolata, opera centinata di Giovanangelo d’Amato e il ritratto del Beato Angelo d’Acri. Sempre nella stessa sala si possono ammirare alcune preziose pergamene e l’archivio storico della Insigne Collegiata di Seminara.
Nella terza sala, la Sala del Trono, sono esposti i paramenti sacri e il trono ligneo della Madonna dei Poveri con la suppellettile che veniva posta sulla statua. Il tutto in una cornice che accoglie le lapidi e i resti marmorei appartenenti alla Basilica.
Alle 10,25  trasferimento alla Chiesa di San Marco Evangelista, ricostruita dopo i devastanti terremoti del 1783 e del 1908 e completata intorno al 1930 con un tetto  a botte  al posto  di quello originario a  cassettoni.Recentemente restaurata è stata riconosciuta come monumento nazionale.
Oggi costituisce  uno splendido museo dell’arte barocca perché conserva i resti delle chiese distrutte nei terremoti, come gli altari e gli stemmi di famiglie nobiliari tra cui quello angioino di Goffredo di Buglione con la croce templare comparata, delle famiglie  Sanchez, Lauro e Filippone del 1633 la cui storia è legata ad un episodio con protagonista  Federico secondo di Svevia.
È conservata  la preziosa statua in marmo della Madonna degli Angeli, realizzata da Antonello Gagini nel 1505 , che deve il proprio fascino a diversi elementi tra cui lo sguardo, assorto e quasi assente della Madre, che sembra liberarsi della dura freddezza del marmo volgendosi con tenero e vivido sguardo verso l’osservatore, il Bambino  che tiene in mano  un cardellino e  la statua che è  colorata, come si facevano una volta.
Altro elemento  originale è lo scannello, cioè  la base su cui l’opera è posta, in cui è inciso un bassorilievo che illustra una raffigurazione insolita della Dormitio Virginis.
Il Gagini riprodusse nel  bassorilievo un Mistero di un Vangelo Apocrifo.
Il giorno della morte di Maria , dopo 20 anni  vissuti  a casa di San Giovanni, gli apostoli si  ritrovarono a Gerusalemme attorno alla Vergine, secondo il volere che Cristo espresse prima di essere crocifisso. Gli Apostoli raffigurati sono 10 perché manca Giuda Iscariota, suicidatosi dopo il tradimento, e San Tommaso che – si narra – arrivò dopo la morte della Vergine.
Al centro  si trova  Ruben, un sacerdote  ebraico, che tentò di gettare a terra il feretro  mentre veniva trasportato dal monte Sion alla valle di Giosafat.Ma le sue mani vennero seccate e dovette portare il corpo a destinazione.
Una volta giunti alla valle di Giosafat, Ruben, gridando e piangendo, prese a supplicare gli apostoli affinché lo salvassero e questi, pregando e supplicando il Signore affinché lo perdonasse, ottennero la grazia.
Da quel momento Ruben, guarito, rese grazie a Dio, baciò i piedi della regina di tutti i santi e degli apostoli, nello stesso luogo fu battezzato e iniziò a predicare il nome del Signore Gesù Cristo.
Gli apostoli deposero il corpo nella tomba con grande onore, piangendo e cantando pieni di amore e di dolcezza. Poi un’improvvisa luce celeste li circondò e caddero a terra, mentre il corpo santo fu assunto in cielo dagli angeli.

 Alle 11, 20 visita della bottega di “Mastro Micu” nome del Padre di Antonio, l’artigiano che ci ha dato una interessante dimostrazione della lavorazione  della creta realizzando una caraffa che Giusy ha battezzato ” a cannata di Missinisi” .
I suoi figli hanno preso altre strade lavorative e con  Lui chiuderà  questa bottega artigiana.
A Seminara sono presenti oggi sette botteghe artigiane  ceramiste che si affacciano sulla via principale del paese.
Nata nel ‘700, la tradizione ceramista locale si è mantenuta nei secoli rendendo il borgo uno fra i più rinomati centri italiani nella produzione di vasi e ceramiche artistiche. La produzione ceramica locale è costituita prevalentemente di forme particolari, come anfore biansate, boccali, talvolta ornati a rilievo, brocche con becco, orci con fogge strane, borracce a ciambella o a forma di pesce, lanterne, bottiglie e fiasche, maschere grottesche ed il gabbacumpari, una brocca da vino con una serie di fori, da dove può bere soltanto chi è particolarmente abile. 
Una delle più affascinanti tradizioni seminaresi è il ballo dei giganti, Mata e Grifone, due grandi statue in cartapesta , portate a spalla da portatori particolarmente  robusti che le sostengono  mettendosi all’ interno e danzano al ritmo incessante dei tamburi.
Le statue originali avevano la struttura in legno  e pesavano  circa novanta chili, dopo  un restauro sono state alleggerite con la sostituzione  del legno con lega leggera.
Il Cammello, altra statua in cartapesta portata in processione, non  è  stata  modificata ed è  estremamente pesante.
Alle 11, 40 Mike, Giuseppe  e ??? sono andati  alla macelleria dove hanno acquistato un salame e un formaggio caprino duro.
Alle 12,15 visita del palazzo Comunale che attualmente ospita l’Amministrazione comunale.
Conserva nell’androne e sulla scala frammenti in marmo di monumenti proveniente dalla vecchia Seminara andata distrutta dopo il terremoto dl 1908. Tra questi si segnala un bassorilievo del XVI secolo che faceva parte di un monumento a Carlo Spinelli e che lo raffigura in un momento della battaglia di Seminara del 1495.
Diversi gli stemmi in pietra e due statue lapidee mutilate, forse di epoca rinascimentale.
Alle 13,15 trasferimento alla Pizzeria  Antonio dove si è pranzato.
I menù erano due: struncatura con pesce stocco , oppure maccheroni con ragù di maiale.
Nel pomeriggio visita del museo della ceramica.
Non e’ stato possibile visitare la chiesa bizantina sita alla periferia del paese in localita’ san Antonio perché padre Benedetto, il monaco ortodosso che cura la chiesa, era in ritiro spirituale .
Poi sono state visitate altre botteghe tra cui quelle dei fratelli Ferraro.
Trasferimento a Sant’Elia da dove abbiamo apprezzato lo splendido panorama sul mar
e e sulla Sicilia.
Interessante la scoperta delle ” Orme del diavolo” :
la leggenda narra di un uomo dal volto nero, che si aggirava con un grande sacco sulle spalle, e che giunse sul monte che sovrasta la cittadina di Palmi. L’uomo misterioso si presentò al Santo Elia, durante un momento di solitaria meditazione, e gli mostrò il contenuto del suo sacco: una grandissima quantità di monete.
Questo individuo era il diavolo, che narrò al Santo di aver trovato le monete in un casolare abbandonato e gli propose di dividere l’ingente fortuna. Elia reagì lanciando le monete giù dalla montagna, che rotolando si trasformarono in pietre nere, fermandosi sull’erba, sulla terra o sulla roccia.
Rientro a Messina .

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