Appuntamento all’Immacolata alle 7,30. Presenti: Marcello Aricò, Paolo Bossa, Ciccio Briguglio, Gabriella Panarello, Antonella Zangla, Mariella Brancati, Giusy Mandraffino,Filippo Cavallaro,Rosalba Cucinotta, Gaetano Messina, Daniela De Domenico, Danila Castiglione, Mike Sfravara, Nina Coiro, Katia Tribulato, Giuseppe Spanò, Katia Parisi, Stefania Davì, Francesco Policastro, Andrea Golzi,Armando Spanò, Egle Spanò, Marica Vinci, Antonietta Medici, Pina Rosas, Maria Teresa Sciortino,Mariangela Pizzo,Antonella Bambino, Laura Girasella,Ada Cotroneo, Maria Grazia Gemelli, Stefania, Stefania.
Partenza, con il pullman della ditta Ferro da 40 posti, alle 7,50.
All’uscita di Roccalumera sono saliti a bordo Nando Centorrino e Angela Trimarchi.
Arrivo al casello di Catania alle 9,05.
Alle 9,20 presa la SS. 417 Verso Caltagirone.
Dalle 9,45 alle 10, 10 sosta ad una stazione di servizio per bisogni fisiologici .
Costeggiata la base Nato di Sigonella attraversando distese di campi di alberi di agrumi e terreni appena arati e pronti alla semina passando accanto al villaggio ormai abbandonato del CAR di Mineo.
Alle 10,40 imboccata la SS. Bis e poco dopo la SP 37.
Alle 10,55 arrivati all’ingresso del paese dove c’erano Maria Luisa con Gianfranco Anastasio, Pinella Dini e Tuccio Novella, arrivati in macchina, e un gruppo di associati Avis di Palagonia e di Mirabella .Mentre Paolo, Mariangela,Antonella, Gabriella e Mariella hanno fatto un giro per il paese, tutti gli altri con la guida di Giacomo, dell’Avis di Mirabella, abbiamo fatto un breve trekking nel bosco forestale di contrada Gatta. Arrivo alle 11,40 ad una coltivazione intensiva di fichidindia dalla quale si gode uno bellissimo panorama sull’ Etna e sulle colline circostanti lavorate per la semina.
In lontananza monte della Ganzaria e il tracciato della costruenda strada Libertinia che collegherà Ragusa con Capo D’Orlando nel tratto tra Caltagirone e Piazza Armerina .
Alle 12,50 arrivati all’ingresso del paese e dopo alcune centinaia di metri raggiunto il castello alle 13,10. All’interno del salone allestito un buffet con diversi assaggi.
Pranzo comunitario e riposo fino alle 14,30.
Visita del castello sotto la guida di Gianfranco Anastasio che all’ inizio ha parlato brevemente della storia del borgo.
Il“Castello” di Mirabella Imbaccari , così chiamato il Palazzo Biscari, è stato fatto costruire da Giacinto Paternò intorno al 1630, gravemente danneggiato dal terremoto del 1693 fu ricostruito e sopraelevato agli inizi del XVIII secolo da Ottavio Trigona. È stato ceduto dieci anni fa alla Fondazione di Comunità di Messina dalle Suore Dorotee che lo hanno gestito per più di un secolo. Infatti, fino ai primi anni del Novecento é appartenuto ai Principi Paternò Biscari di Sicilia. Gli ultimi eredi di tale dinastia, la baronessa catanese Angelina Auteri e il marito Ignazio Paternò Castello dei principi Biscari, a seguito di una profonda conversione religiosa, sciolsero le promesse matrimoniali e, prima di prendere i voti,( lei come monaca del Carmelo di Modena come suor Maria del Gesù e lui Bernabita di Monza e prete con il nome di padre Ignazio) decisero di donare tutti i propri beni.
La residenza di Mirabella Imbaccari fu donata alle suore dorotee, presso le cui scuole aveva studiato la principessa Angelina.
I Principi, prima di abbandonare la vita mondana e quindi anche Mirabella, chiesero alle suore Dorotee di operare per lo sviluppo di quel territorio. Così le suore, esperte di lavorazioni di pizzo a tombolo, trasferirono i loro saperi alle donne del luogo. Per molti decenni successivi l’economia del territorio fu centrata sull’agricoltura (come molte aree interne della Sicilia) e sulla produzione al femminile dei pizzi a tombolo divenuti famosi nel mondo. La globalizzazione e la meccanizzazione dei processi produttivi hanno reso non competitivi, nelle forme organizzative tradizionali, entrambi questi settori economici.
Le suore Dorotee, volendo reinterpretare in termini contemporanei la propria “vocazione” e desiderando fino in fondo e onorare la volontà dei Principi, nel 2014 hanno scelto di donare il complesso nobiliare, chiedendo alla Fondazione di contribuire a fare del Palazzo un “bene comune” propulsore di sviluppo umano del
L’Organizzazione del Parco dei Saperi è esplicitamente ispirata a paradigmi di complessità e funzionalmente è organizzata in più aree fra loro fortemente correlate:L’area dei saperi del fare si articola in laboratori sociali sul pizzo a tombolo e sulle produzioni tradizionali delle ceramiche. L’azione del Parco è quella di attrarre talenti creativi per connettere tali produzioni artigianali tradizionali con le più avanzate esperienze di design internazionale. Di particolare pregio il percorso denominato “Quello che resta”, che attraverso sale immersive, quadrerie storiche, istallazioni d’arte contemporanea e spazi attivi esplora il salto di paradigma culturale fra modernità e post-modernità. Unico percorso didattico interattivo sulla filosofia della scienza e della conoscenza. L’Architetto Anastasio, che ha curato l’originale allestimento delle numerose sale, ci ha guidato con competenza e passione illustrando con dovizia di particolari, tutte le installazioni presenti da lui realizzate.
Visita del museo del tombolo e dimostrazione della particolare lavorazione da parte di anziane signore del luogo che hanno imparato e praticato la difficile tecnica sin da bambine.
Alle 16,10 foto di gruppo saluti e raggiunto alle 16,30 il pullman che ci aspettava all’entrata del paese.
Alle 16,42 arrivati al frantoio Berretta, una realtà industriale bellissima e inaspettata immersa nella campagna di contrada Ferriante.
L’Azienda a conduzione familiare, cura un oliveto proprio di una ventina di ettari di estensione con 3000 alberi di olivo di diverse qualità,ha alle spalle una tradizione olearia centenaria e ha fatto della propria esperienza un bagaglio di conoscenze nella produzione e la commercializzazione dell’olio extravergine d’oliva di alta qualità. I moderni macchinari del frantoio sono all’interno di un edificio dalle forme quasi futuristiche, in un parco verde e curatissimo che contiene anche un ristorante di alto live, uno show room , stanze per ospiti e un piccolo museo ove sono raccolti i numerosi riconoscimenti ricevuti in tutti gli anni di attività. Giorno dopo giorno con serietà, competenza e passione, investendo sulle proprie risorse umane e finanziarie, l’azienda si è posta all’avanguardia con tecnologie dell’ultima generazione e la migliore competenza nel settore oleario. Un aspetto fondamentale è la posizione territoriale che va dalle colline Ennesi fino ai Monti Iblei Orientali, passando attraverso il Calatino, facendo del paese di origine “Mirabella Imbaccari” una terra ricca di sapori e tradizioni che della coltura olivicola ha fatto la propria tradizione agricola, antica, moderna, biologica. L’Azienda ha creato in questi anni una famiglia di prodotti dal sapore unico, che va dai Blend ai Monocultivar, al Biologico, facendo sì che l’olio extravergine d’oliva, diventasse un prodotto di eccellenza dagli antichi sapori tutti siciliani, con un packaging affascinante, collocandosi in breve tempo in un mercato d’intenditori che ne sanno apprezzare il gusto e la bontà.
Alle 17,15 partenza per Messina, il sole basso illuminava di una luce particolarmente calda i campi arati con effetti bellissimi e l’Etna svettava maestoso. Viaggio tranquillo, arrivo al palazzo della cultura alle 20,45.