Preescursione del 5 gennaio 2025
Appuntamento con Carlo Panzera alle 8,00 alla solita edicola di via Palermo.
Alle 8,20 siamo arrivati a Musolino ed abbiamo riempito d’acqua la bottiglia e cinque minuti dopo abbiamo parcheggiato la macchina nello spiazzo di Portella Armacera, quasi di fronte alla baracca in lamiera della provincia.
Imboccato il sentiero di sinistra, segnato dal CAI, in salita con forte pendenza, per circa 300 metri superiore al 17%, che abbiamo abbandonato dopo quasi 800 metri dalla partenza, in corrispondenza di uno slargo dove c’è un traliccio dell’Enel e il tronco di un albero abbattuto, per procedere all’azimut verso la cima della collina.
La traccia è visibile chiaramente, ma è pressoché un sentiero di capre, con fondo irregolare e pendenza accentuata intorno al 15 %. Dopo una quarantina di minuti dalla partenza siamo arrivati in cima.
Da questo belvedere naturale si gode un panorama spettacolare sul porto e su tutto lo stretto da capo Peloro a Tremestieri sul versante ionico e su capo Milazzo, fino a Tindari su quello tirrenico.
Sulla cima si vede la torretta di Pizzo Chiarino con le antenne dei ripetitori.
Proseguendo in cresta, per continuare a ricrearsi l’anima con la vista favolosa del nostro stretto, si incontra il sentiero a mezza costa precedentemente abbandonato e si continua fino ad arrivare ad una recinzione che impedisce di proseguire sul sentiero segnato del CAI.
A questo punto non si può fare altro che costeggiare la rete di recinzione , anche nell’ultimo tratto di un centinaio di metri, dove lo stretto sentiero, da percorrere con molta attenzione, si affaccia su un profondo vallone.
Alle 9,25, a 1,5 chilometri dalla partenza, siamo arriva al cancello dell’area , da circa due anni rientrata nella disponibilità della Forestale che ha restaurato gli edifici abbandonati e vandalizzati per scopi non ancora definiti.
Tornati sulla strada asfaltata, e percorso un centinaio di metri in direzione Quattro Strade, superata una piccola costruzione in muratura con la volta a botte, abbiamo imboccato, sul lato sinistro della strada, un sentiero non segnato che per circa un chilometro e mezzo si inoltra in un bellissimo bosco di castagni.
Questo percorso è utilizzato per le gare di mountain bike e , considerata la pendenza e le condizioni del fondo, non si può fare a meno di ammirare i ragazzi che la percorrono a velocità sostenuta.
Anche se distante solo poche centinaia di metri dalla SP 55 bis, il silenzio in cui si procede e il colore del muschio sugli alberi crea una atmosfera da favola .
Arrivati alle 10,15 sulla strada che, a sinistra conduce al resort di Musolino, a circa settecento metri dall’area attrezzata che abbiamo raggiunto alle 10,30.
Dopo una cinquantina di metri sulla strada asfaltata abbiamo deciso di percorrere il sentiero del CAI , che abbiamo imboccato di fronte all’ uscita dell’area attrezzata.
Anche questo, in lieve salita, è sul versante ionico e completamente all’interno di un bosco di castagni.
Alle 10,55, dopo un percorso complessivo di 5,53 chilometri registrati su Komoot, siamo arrivati al punto di partenza.
Secondo la app il tempo di percorrenza registrato è stato di un’ora e trentuno minuti, ma in effetti abbiamo impiegato, incluse le brevi soste, due ore e mezzo.
Il sentiero di oggi, sul versante ionico, si presta benissimo per essere inserito nel tracciato del sentiero Mare-Monte-Mare per la bellezza del panorama e, in primavera/ estate, una parte può essere percorsa in un trekking notturno.
Prima di tornare in ci siamo andati oltre il centro Polifunzionalie dove inizia la strada per il bosco di Camaro e successivamente alla ex colonia Principe di Piemonte dove c’è l’Oasi San Francesco gestita dalla Legambiente dei Peloritani.
Visto da lontano l’edificio sembra in buone condizioni, ma la linea elettrica è stata tranciata da un albero caduto sui cavi.
Sarebbe utile rintracciare i responsabili della struttura per verificare la possibilità di collaborare per avere a disposizione i locali come luogo di pernottamento dei camminatori sul sentiero che stiamo definendo.
Alle 12,15 arrivo in città.
Appuntamento con Carlo Panzera alle 8,00 alla solita edicola di via Palermo.
Alle 8,20 siamo arrivati a Musolino ed abbiamo riempito d’acqua la bottiglia e cinque minuti dopo abbiamo parcheggiato la macchina nello spiazzo di Portella Armacera, quasi di fronte alla baracca in lamiera della provincia.
Imboccato il sentiero di sinistra, segnato dal CAI, in salita con forte pendenza, per circa 300 metri superiore al 17%, che abbiamo abbandonato dopo quasi 800 metri dalla partenza, in corrispondenza di uno slargo dove c’è un traliccio dell’Enel e il tronco di un albero abbattuto, per procedere all’azimut verso la cima della collina.
La traccia è visibile chiaramente, ma è pressoché un sentiero di capre, con fondo irregolare e pendenza accentuata intorno al 15 %. Dopo una quarantina di minuti dalla partenza siamo arrivati in cima.
Da questo belvedere naturale si gode un panorama spettacolare sul porto e su tutto lo stretto da capo Peloro a Tremestieri sul versante ionico e su capo Milazzo, fino a Tindari su quello tirrenico.
Sulla cima si vede la torretta di Pizzo Chiarino con le antenne dei ripetitori.
Proseguendo in cresta, per continuare a ricrearsi l’anima con la vista favolosa del nostro stretto, si incontra il sentiero a mezza costa precedentemente abbandonato e si continua fino ad arrivare ad una recinzione che impedisce di proseguire sul sentiero segnato del CAI.
A questo punto non si può fare altro che costeggiare la rete di recinzione , anche nell’ultimo tratto di un centinaio di metri, dove lo stretto sentiero, da percorrere con molta attenzione, si affaccia su un profondo vallone.
Alle 9,25, a 1,5 chilometri dalla partenza, siamo arriva al cancello dell’area , da circa due anni rientrata nella disponibilità della Forestale che ha restaurato gli edifici abbandonati e vandalizzati per scopi non ancora definiti.
Tornati sulla strada asfaltata, e percorso un centinaio di metri in direzione Quattro Strade, superata una piccola costruzione in muratura con la volta a botte, abbiamo imboccato, sul lato sinistro della strada, un sentiero non segnato che per circa un chilometro e mezzo si inoltra in un bellissimo bosco di castagni.
Questo percorso è utilizzato per le gare di mountain bike e , considerata la pendenza e le condizioni del fondo, non si può fare a meno di ammirare i ragazzi che la percorrono a velocità sostenuta.
Anche se distante solo poche centinaia di metri dalla SP 55 bis, il silenzio in cui si procede e il colore del muschio sugli alberi crea una atmosfera da favola .
Arrivati alle 10,15 sulla strada che, a sinistra conduce al resort di Musolino, a circa settecento metri dall’area attrezzata che abbiamo raggiunto alle 10,30.
Dopo una cinquantina di metri sulla strada asfaltata abbiamo deciso di percorrere il sentiero del CAI , che abbiamo imboccato di fronte all’ uscita dell’area attrezzata.
Anche questo, in lieve salita, è sul versante ionico e completamente all’interno di un bosco di castagni.
Alle 10,55, dopo un percorso complessivo di 5,53 chilometri registrati su Komoot, siamo arrivati al punto di partenza.
Secondo la app il tempo di percorrenza registrato è stato di un’ora e trentuno minuti, ma in effetti abbiamo impiegato, incluse le brevi soste, due ore e mezzo.
Il sentiero di oggi, sul versante ionico, si presta benissimo per essere inserito nel tracciato del sentiero Mare-Monte-Mare per la bellezza del panorama e, in primavera/ estate, una parte può essere percorsa in un trekking notturno.
Prima di tornare in ci siamo andati oltre il centro Polifunzionalie dove inizia la strada per il bosco di Camaro e successivamente alla ex colonia Principe di Piemonte dove c’è l’Oasi San Francesco gestita dalla Legambiente dei Peloritani.
Visto da lontano l’edificio sembra in buone condizioni, ma la linea elettrica è stata tranciata da un albero caduto sui cavi.
Sarebbe utile rintracciare i responsabili della struttura per verificare la possibilità di collaborare per avere a disposizione i locali come luogo di pernottamento dei camminatori sul sentiero che stiamo definendo.
Alle 12,15 arrivo in città.