Preescursione del 26 gennaio 2025
Appuntamento alle 8,00 con Carlo Panzera alla solita edicola di via Palermo.
Siamo andati a portella Croce Cumia ed abbiamo parcheggiato la macchina di fronte al cancello del vivaio Ziriò.
Alle 8,25 ci siamo messi in marcia seguendo la larga strada sterrata che conduce alla casermetta della Forestale ed abbiamo proseguito in discesa fino ad arrivare, alle 8,47 alla quinta stazione dei misteri dolorosi allestita dall’Associazione guide volontarie “Sulle orme di Maria”.
Dopo meno di quindici minuti, procedendo sempre sulla comoda strada, siamo giunti alla stazione del terzo mistero dove c’è il bivio con le indicazioni per Saponara e per la strada senza uscita per Portella Pagliarelli.
Seguendo la direzione per Saponara, alle 9,11 , incrociato un tubo da cui esce un rivolo di acqua potabile .
Alle 9,25, dopo un’ora di marcia sempre in discesa, a 2, 62 chilometri dalla partenza, siamo arrivati sul fondo valle dove il torrente Coddarazzo confluisce nel torrente Peraredda .
Il luogo è molto bello e sembra un’oasi fuori dal tempo.
Dopo un breve sosta per scattare qualche foto ripreso il cammino, da ora in avanti in salita, e alle 9,41 , dopo aver incontrato tre persone con un barboncino di nome Carmelo, siamo arrivati al bivio dove, andando dritto e superato un muretto con un varco , c’è la strada che conduce a Saponara.
La trazzera da seguire è quella di sinistra Cerasara-Leo Morto che, con continui tornanti in salita, costeggia Pizzo Leo Morto coperto dagli alberi. .
Alle 10,12 la strada si apre e si può ammirare la costa tirrenica con Capo Milazzo, le Isole Eolie e il paese di Rometta.
Dopo due ore dalla partenza, alle 10,25 , siamo arrivati ad un bivio dove c’erano un gruppo di motociclisti che ci hanno chiesto indicazioni per Saponara e abbiamo proseguito da dove stavano proveniendo, arrivando alle 10,48 alla strada che , a destra arriva a Portella Cassarini.
Ci siamo diretti verso portella Piano Verde, nostra meta intermedia, dove siamo arrivati alle 11,06 dopo aver incrociato, dieci minuti prima, la fontana.
Imboccata la trazzera di sinistra, segnata dal CAI, per Pizzo Impegna che abbiamo raggiunto alle 11,15.
Breve sosta per godere del bellissimo panorama con la vista che, nonostante il cielo coperto, spazia sul Tirreno, sui Nebrodi fino alla Rocca Salvatesta e sul maestoso Etna innevato.
Carlo ha fatto alcune foto della torretta di avvistamento, non agibile perché la scala di accesso è rovinata in più parti, e dopo una decina di minuti, tornando indietro per un centinaio di metri, abbiamo imboccato lo stretto sentiero, con fondo irregolare ,che solo il transito delle moto da cross impedisce che, in certi tratti, venga invaso dai rovi.
Vista sul porto e sullo Stretto.
Alle 11,50 abbiamo raggiunto la macchina, il percorso coperto è stimabile in quasi otto chilometri ed abbiamo impiegato, incluse soste e cazzeggiamenti vari, tre ore e venticinque minuti.
Alle 12, 20, come previsto eravamo in città.
Appuntamento alle 8,00 con Carlo Panzera alla solita edicola di via Palermo.
Siamo andati a portella Croce Cumia ed abbiamo parcheggiato la macchina di fronte al cancello del vivaio Ziriò.
Alle 8,25 ci siamo messi in marcia seguendo la larga strada sterrata che conduce alla casermetta della Forestale ed abbiamo proseguito in discesa fino ad arrivare, alle 8,47 alla quinta stazione dei misteri dolorosi allestita dall’Associazione guide volontarie “Sulle orme di Maria”.
Dopo meno di quindici minuti, procedendo sempre sulla comoda strada, siamo giunti alla stazione del terzo mistero dove c’è il bivio con le indicazioni per Saponara e per la strada senza uscita per Portella Pagliarelli.
Seguendo la direzione per Saponara, alle 9,11 , incrociato un tubo da cui esce un rivolo di acqua potabile .
Alle 9,25, dopo un’ora di marcia sempre in discesa, a 2, 62 chilometri dalla partenza, siamo arrivati sul fondo valle dove il torrente Coddarazzo confluisce nel torrente Peraredda .
Il luogo è molto bello e sembra un’oasi fuori dal tempo.
Dopo un breve sosta per scattare qualche foto ripreso il cammino, da ora in avanti in salita, e alle 9,41 , dopo aver incontrato tre persone con un barboncino di nome Carmelo, siamo arrivati al bivio dove, andando dritto e superato un muretto con un varco , c’è la strada che conduce a Saponara.
La trazzera da seguire è quella di sinistra Cerasara-Leo Morto che, con continui tornanti in salita, costeggia Pizzo Leo Morto coperto dagli alberi. .
Alle 10,12 la strada si apre e si può ammirare la costa tirrenica con Capo Milazzo, le Isole Eolie e il paese di Rometta.
Dopo due ore dalla partenza, alle 10,25 , siamo arrivati ad un bivio dove c’erano un gruppo di motociclisti che ci hanno chiesto indicazioni per Saponara e abbiamo proseguito da dove stavano proveniendo, arrivando alle 10,48 alla strada che , a destra arriva a Portella Cassarini.
Ci siamo diretti verso portella Piano Verde, nostra meta intermedia, dove siamo arrivati alle 11,06 dopo aver incrociato, dieci minuti prima, la fontana.
Imboccata la trazzera di sinistra, segnata dal CAI, per Pizzo Impegna che abbiamo raggiunto alle 11,15.
Breve sosta per godere del bellissimo panorama con la vista che, nonostante il cielo coperto, spazia sul Tirreno, sui Nebrodi fino alla Rocca Salvatesta e sul maestoso Etna innevato.
Carlo ha fatto alcune foto della torretta di avvistamento, non agibile perché la scala di accesso è rovinata in più parti, e dopo una decina di minuti, tornando indietro per un centinaio di metri, abbiamo imboccato lo stretto sentiero, con fondo irregolare ,che solo il transito delle moto da cross impedisce che, in certi tratti, venga invaso dai rovi.
Vista sul porto e sullo Stretto.
Alle 11,50 abbiamo raggiunto la macchina, il percorso coperto è stimabile in quasi otto chilometri ed abbiamo impiegato, incluse soste e cazzeggiamenti vari, tre ore e venticinque minuti.
Alle 12, 20, come previsto eravamo in città.