Happyrecola del 27 novembre 2024 sulle Sirene
Presenti: Marcello Aricò, Francesco Pagano, Antonella Rotondo, Ciccio Briguglio, Stefania Davì, Gabriella Panarello, Mario Sibilla, Rosalba Cucinotta, Carmelo Geraci, Daniela De Domenico, Luisa Inferrera, Gianfranco Anastasio, Giuseppe Finanze, Teresa Freni, Mike Sfravara, Carlo Panzera, Ileana Padovan, Salvatore Rotondo, Paolo Scarcella, Giancarlo Foti,Angelo Salvo, Katia Tribulato, Milena Zaffino, Alberto Borgia, Patrizia Olivieri,Antonella Zangla.
Questa serata ci sarebbe dovuto essere Salvatore Settineri a parlare di Schopenauer, ma si è infortunato ed è sostituito da Filippo Cavallaro.
Per comunicare il cambio di programma Marcello aveva postato questo messaggio, piuttosto criptico, che non tutti hanno capito:
Presenti: Marcello Aricò, Francesco Pagano, Antonella Rotondo, Ciccio Briguglio, Stefania Davì, Gabriella Panarello, Mario Sibilla, Rosalba Cucinotta, Carmelo Geraci, Daniela De Domenico, Luisa Inferrera, Gianfranco Anastasio, Giuseppe Finanze, Teresa Freni, Mike Sfravara, Carlo Panzera, Ileana Padovan, Salvatore Rotondo, Paolo Scarcella, Giancarlo Foti,Angelo Salvo, Katia Tribulato, Milena Zaffino, Alberto Borgia, Patrizia Olivieri,Antonella Zangla.
Questa serata ci sarebbe dovuto essere Salvatore Settineri a parlare di Schopenauer, ma si è infortunato ed è sostituito da Filippo Cavallaro.
Per comunicare il cambio di programma Marcello aveva postato questo messaggio, piuttosto criptico, che non tutti hanno capito:
CARI AMICI DURANTE UN DIALOGO MOLTO ACCESO SULLA SOLITUDINE TRA SCHOPENHAUER E UNA SIRENA, QUESTA HA AVUTO LA MEGLIO E DOPO AVER INTONATO UNA CELESTIALE MELODIA IL NOSTRO SCHOPENHAUER SI E’ ADDORMENTATO E SI RISVEGLIERA’ IL 12 FEBBARIO 2025. DISPIACIUTA E PREOCCUPATA PER IL NOSTRO ARTHUR HA DECISO DI SOSTITUIRLO MERCOLEDI’ 27 NOVEMBRE 2024. SPERIAMO CHE NON CI AMMALII CON IL SUO CANTO. SPERIAMO NEL TRITONE DI TURNO CHE RIUSCIRA’ A DOMARE.
Filippo parlerà delle Sirene nel Mito, nella Storia, nella letteratura, nei film e nella realtà.
Nel mito le Sirene erano creature mezzo donne e mezzo uccelli, con una bellissima voce melodiosa e appaiono nella leggenda degli Argonauti, un mitologico gruppo di
circa 50 eroi che, sotto la guida di Giasone, compì l’avventuroso viaggio a bordo della nave
Argo, fino alle ostili terre della Colchide alla riconquista del vello d’oro.
Anche loro rischiavano di essere ammaliati dal loro canto ,ma a bordo c’era il cantore Orfeo che vince nel canto contro le Sirene.
Isaac Newton data il mito nel 937 a.C., mentre
Robert Graves afferma
che il nucleo della leggenda degli Argonauti è veramente esistito datando tale epopea nel
corso del tredicesimo secolo a.C., prima della guerra di Troia tra il 1250 ed 1184
Secondo un grammatico latino le Sirene erano tre: una cantava, una suonava il flauto e l’altra la lira e sarebbero vissute prima a Pelorias ( Capo Peloro) e poi a Capri, a Marina Piccola, dove c’è lo scoglio delle sirene, adescando i marinai con i loro canti melodiosi.
Le Sirene erano:
Aglaope – splendida voce
Telsiepia – incantatrice
Pisinoe – mente per persuadere
Secondo la tradizione pseudo-esiodea
Partenope – quella che sembra una vergine
Leucosia – quella che ha candide membra
Ligea – la melodiosa dalla voce incantevole
erano ancelle della dea Persefone (figlia di Zeus e Demetra) e furono mutate in uccelli da Demetra che le punì per non aver aiutato la loro compagna di giochi Persefone quando Ade (dio degli inferi) la rapì mentre insieme a loro stava cogliendo fiori,
trascinandola all’Averno.
Leucosia si arenò a Castellabate, Ligea vicino a Lamezia Terme e Partenope a Castel dell’Ovo.
A Napoli c’è una lapide in una chiesa e in piazza Sannazzaro c’è una fontana con una Sirena.
Nella storia
dell’Odissea Ulisse ascolta il canto melodioso, ma non si fa irretire perché si è fatto legare all’albero della nave mentre il resto dell’equipaggio si è tappato le orecchie per non sentirle.
Ancora la Sirena ha il corpo di donna e uccello.
Nella letteratura la Sirena è stata spesso rappresentata:
Andersen nella favola del 1837 definisce la Sirena mezza donna e mezzo pesce, tirandola fuori da personaggi della mitologia germanica.
Curzio Malaparte, nel suo controverso libro ” LA PELLE”,messo al bando nel 1950 dal Sant’Uffizio, racconta episodi della seconda guerra mondiale tra cui quello in cui i Napoletani vendono la sirena agli americani e nella scena madre del film di Liliana Cavani viene servita una grottesca sirena bollita con contorno di maionese.
L’idea di mettere in maionese Partenope, la leggendaria fondatrice di Neapolis, è un colpo di genio, perché fa di quell’ essere con due nature, la metafora destabilizzante di una città che ha il disincanto negli occhi e l’ iperbole sulle labbra e di un popolo che ha l’esagerazione nel genoma.
Nei film di animazione “La sirenetta” del 1989 , Ariel , la protagonista femminile, è la settima figlia del re Tritone e della regina Atena in un regno sottomarino di tritoni, sirene e
animali intelligenti chiamato “Atlantica”.
È basata sul personaggio del titolo della fiaba di Andersen, ma è stata
sviluppata in un personaggio diverso per l’adattamento del film.
Elisabetta Moro ricorda la presenza delle sirene all’interno dei circhi equestri in voga nell’Ottocento come quello Barnum, che portò alla ribalta una strana creatura ritrovata nelle isole di Figi nel 1842, ritenuta una presunta sirena. Il successo di questi spettacoli incontrava nel
pubblico quella curiosità per l’esotico che in quegli anni si andava sviluppando, rafforzato anche, su un piano scientifico, dalla nascita dei primi musei etnografici.
Noterelle finali
Da secoli le sirene popolano fiabe e leggende di mezzo mondo. La sirena metà donna e metà
uccello, la vediamo raffigurata sui vasi greci, a descrivere le imprese degli Argonauti e di Ulisse,
mentre con il canto ammalia i naviganti nei pressi di Scilla e Cariddi.
Vinte prima da Orfeo e poi da Ulisse decisero di affogarsi nel mare. Da allora vengono raccontate come creature metà donne e metà pesce continuando ad essere protagoniste dei racconti fantastici del passato, di film e storie per bambini nell’era moderna.
Partenope, una delle sirene che furono beffate da Ulisse, è la protagonista dell’ultimo film di Paolo Sorrentino, ed è considerata la fondatrice della città di Napoli.
Esiste una patologia rara, la Sirenomelia comunemente nota come “sindrome della
sirena”, ovvero una malattia molto pericolosa che colpisce il feto durante la gravidanza e che
provoca la fusione delle gambe tra loro. Questo rende il neonato come una sirena ma tale
malformazione è associata ad altre a carico delle strutture renali e dei genitali.
Filippo ha concluso dicendo che pochi giorni fa a Messina c’è stata la possibilità di sentire in diretta una
sirena. Si tratta di Benedetta De Luca, salernitana, avvocato, attivissima sui social,
autrice di “Una vita da sirenetta”, che convive fin da piccola con l’agenesia
del sacro, malattia rara che purtroppo la costringe alla sedia a rotelle.
Si è data una missione di diversità ed inclusione. Trattando la disabilità, parte dalla propria condizione, in maniera alternativa, smontando gli stereotipi che coinvolgono diverse sfere della vita vera: dalla mobilità al sesso.
L’appello continuo di Benedetta é : «Vietato dire e pensare “non posso”»
Per lei la disabilità non è una condizione negativa fino a quando la società non la rende tale.
A Messina ha raccontato anche della vita privata, del fidanzato e del suo lavoro, con l’invito a tutti di non rinunciare a nulla.
La relazione, molto originale e interessante, ha fornito diversi spunti di riflessione ed stata apprezzata da tutti i presenti per la collaudata capacità espositiva di Filippo.
Per la parte “Happy” abbiamo gustato, giusto per restare in tema una ottima “SIRENA VITELLATA”, accompagnata da insalate miste e patate fritte, preparate, come al solito, dal nostro Presidente.
Nel mito le Sirene erano creature mezzo donne e mezzo uccelli, con una bellissima voce melodiosa e appaiono nella leggenda degli Argonauti, un mitologico gruppo di
circa 50 eroi che, sotto la guida di Giasone, compì l’avventuroso viaggio a bordo della nave
Argo, fino alle ostili terre della Colchide alla riconquista del vello d’oro.
Anche loro rischiavano di essere ammaliati dal loro canto ,ma a bordo c’era il cantore Orfeo che vince nel canto contro le Sirene.
Isaac Newton data il mito nel 937 a.C., mentre
Robert Graves afferma
che il nucleo della leggenda degli Argonauti è veramente esistito datando tale epopea nel
corso del tredicesimo secolo a.C., prima della guerra di Troia tra il 1250 ed 1184
Secondo un grammatico latino le Sirene erano tre: una cantava, una suonava il flauto e l’altra la lira e sarebbero vissute prima a Pelorias ( Capo Peloro) e poi a Capri, a Marina Piccola, dove c’è lo scoglio delle sirene, adescando i marinai con i loro canti melodiosi.
Le Sirene erano:
Aglaope – splendida voce
Telsiepia – incantatrice
Pisinoe – mente per persuadere
Secondo la tradizione pseudo-esiodea
Partenope – quella che sembra una vergine
Leucosia – quella che ha candide membra
Ligea – la melodiosa dalla voce incantevole
erano ancelle della dea Persefone (figlia di Zeus e Demetra) e furono mutate in uccelli da Demetra che le punì per non aver aiutato la loro compagna di giochi Persefone quando Ade (dio degli inferi) la rapì mentre insieme a loro stava cogliendo fiori,
trascinandola all’Averno.
Leucosia si arenò a Castellabate, Ligea vicino a Lamezia Terme e Partenope a Castel dell’Ovo.
A Napoli c’è una lapide in una chiesa e in piazza Sannazzaro c’è una fontana con una Sirena.
Nella storia
dell’Odissea Ulisse ascolta il canto melodioso, ma non si fa irretire perché si è fatto legare all’albero della nave mentre il resto dell’equipaggio si è tappato le orecchie per non sentirle.
Ancora la Sirena ha il corpo di donna e uccello.
Nella letteratura la Sirena è stata spesso rappresentata:
Andersen nella favola del 1837 definisce la Sirena mezza donna e mezzo pesce, tirandola fuori da personaggi della mitologia germanica.
Curzio Malaparte, nel suo controverso libro ” LA PELLE”,messo al bando nel 1950 dal Sant’Uffizio, racconta episodi della seconda guerra mondiale tra cui quello in cui i Napoletani vendono la sirena agli americani e nella scena madre del film di Liliana Cavani viene servita una grottesca sirena bollita con contorno di maionese.
L’idea di mettere in maionese Partenope, la leggendaria fondatrice di Neapolis, è un colpo di genio, perché fa di quell’ essere con due nature, la metafora destabilizzante di una città che ha il disincanto negli occhi e l’ iperbole sulle labbra e di un popolo che ha l’esagerazione nel genoma.
Nei film di animazione “La sirenetta” del 1989 , Ariel , la protagonista femminile, è la settima figlia del re Tritone e della regina Atena in un regno sottomarino di tritoni, sirene e
animali intelligenti chiamato “Atlantica”.
È basata sul personaggio del titolo della fiaba di Andersen, ma è stata
sviluppata in un personaggio diverso per l’adattamento del film.
Elisabetta Moro ricorda la presenza delle sirene all’interno dei circhi equestri in voga nell’Ottocento come quello Barnum, che portò alla ribalta una strana creatura ritrovata nelle isole di Figi nel 1842, ritenuta una presunta sirena. Il successo di questi spettacoli incontrava nel
pubblico quella curiosità per l’esotico che in quegli anni si andava sviluppando, rafforzato anche, su un piano scientifico, dalla nascita dei primi musei etnografici.
Noterelle finali
Da secoli le sirene popolano fiabe e leggende di mezzo mondo. La sirena metà donna e metà
uccello, la vediamo raffigurata sui vasi greci, a descrivere le imprese degli Argonauti e di Ulisse,
mentre con il canto ammalia i naviganti nei pressi di Scilla e Cariddi.
Vinte prima da Orfeo e poi da Ulisse decisero di affogarsi nel mare. Da allora vengono raccontate come creature metà donne e metà pesce continuando ad essere protagoniste dei racconti fantastici del passato, di film e storie per bambini nell’era moderna.
Partenope, una delle sirene che furono beffate da Ulisse, è la protagonista dell’ultimo film di Paolo Sorrentino, ed è considerata la fondatrice della città di Napoli.
Esiste una patologia rara, la Sirenomelia comunemente nota come “sindrome della
sirena”, ovvero una malattia molto pericolosa che colpisce il feto durante la gravidanza e che
provoca la fusione delle gambe tra loro. Questo rende il neonato come una sirena ma tale
malformazione è associata ad altre a carico delle strutture renali e dei genitali.
Filippo ha concluso dicendo che pochi giorni fa a Messina c’è stata la possibilità di sentire in diretta una
sirena. Si tratta di Benedetta De Luca, salernitana, avvocato, attivissima sui social,
autrice di “Una vita da sirenetta”, che convive fin da piccola con l’agenesia
del sacro, malattia rara che purtroppo la costringe alla sedia a rotelle.
Si è data una missione di diversità ed inclusione. Trattando la disabilità, parte dalla propria condizione, in maniera alternativa, smontando gli stereotipi che coinvolgono diverse sfere della vita vera: dalla mobilità al sesso.
L’appello continuo di Benedetta é : «Vietato dire e pensare “non posso”»
Per lei la disabilità non è una condizione negativa fino a quando la società non la rende tale.
A Messina ha raccontato anche della vita privata, del fidanzato e del suo lavoro, con l’invito a tutti di non rinunciare a nulla.
La relazione, molto originale e interessante, ha fornito diversi spunti di riflessione ed stata apprezzata da tutti i presenti per la collaudata capacità espositiva di Filippo.
Per la parte “Happy” abbiamo gustato, giusto per restare in tema una ottima “SIRENA VITELLATA”, accompagnata da insalate miste e patate fritte, preparate, come al solito, dal nostro Presidente.