Escursione nella valle delle cascate di Mistretta del 16 giugno 2024.
Appuntamento alle 7,30 all’Immacolata
Partecipanti ed equipaggi
Marcello Aricó, Filippo Cavallaro Santino Cannavó
Carlo Panzera, Paolo Bossa, Elisa Alibrandi (new entry) , (da Mistretta Marcello Panzera)
Giuseppe Spanó, Stefania Daví Serena Policastro, Alberto Borgia
Marcella De Francesco, Marcella Fucile, Manuela Scarcella, Rosalba Fera
Giovanni Lucà Trombetta, Claudia Straci Lucà Trombetta (escursione di prova) Angelo Salvo, Katia Tribulato,
Aurelio La Monica, Agata Mento, Flavia De Carlo, Giuseppe???
Partenza alle 7,45, viaggio tranquillo, arrivo al casello di Santo Stefano di Camastra alle 9,05 . Passaggio da Reitano alle 9,25. Sosta per il caffè al bar di Mistretta alle 9,35. Alle 9,55 partenza per il campo sportivo dove abbiamo parcheggiato alle 10,00, qui ci hanno raggiunto nove amici di Aurelio a bordo di due auto.
Marcello e Aurelio hanno portato le loro macchine sul luogo dell’arrivo e poi sono tornati indietro accompagnati da Lucio Di Gangi un amico di Aurelio del paese, profondo conoscitore dei luoghi che ci ha fatto da guida durante tutta l’escursione.
Durante tutto il tragitto di avvicinamento a Mistretta il cielo è stato completamente coperto e alle 10,20,quando abbiamo iniziato a camminare ha cominciato a fare due gocce di pioggia .
Alle 10,35 abbiamo imboccato la regia
trazzera Mistretta – Cerami-Capizzi (Tagliavia) utilizzata in passato per la transumanza degli armenti. Nel tratto iniziale la strada è asfaltata e si snoda tra alti alberi di pini e di castagni.
Dopo una decina di minuti siamo arrivati allo stabilimento della ditta SEPAM e il titolare, Signor Iudicello, grazie all’intervento di Lucio, ci ha fatto entrare spiegandoci brevemente quale è la loro attività.
Sepam estrae e lavora la Quarzarenite di Mistretta, una pietra arenaria molto compatta, che contiene il 97% di quarzo, pesa 2700 chili/mc ed ha elevate caratteristiche meccaniche. L’ azienda si avvale delle più innovative tecnologie di lavorazione ed è in grado di soddisfare le esigenze del cliente perché è in grado di gestire ed organizzare tutte le fasi della fornitura, dalla realizzazione alla consegna, lavorando a fianco di clienti, grandi progettisti ed imprese, costruendo assieme a loro, fin dall’inizio, quello che sarà il risultato finale.
Da alcuni anni, dopo un lungo periodo definito “di fidanzamento” e il superamento di numerosi test di qualità, è diventata fornitore della pietra necessaria al completamento della Sagrada Familia di Barcellona, in sostituzione di quella fornita dalla storica cava di pietra.
Ripreso il cammino, alle 11,10 siamo arrivati in un punto della strada dove ci sono, da un lato, una piccola cappella dedicata alla Madonna del Rosario e una edicola votiva, dedicata alla Madonna di Tagliavia dall’altro.
La strada è praticamente in piano o in costante leggera discesa e costeggia numerose pale eoliche della Edison, non ci sono alberi e siamo stati fortunati perché il cielo è stato costantemente coperto di nuvole (camminare sotto il sole sarebbe stato sicuramente pesante con rischio di insolazione e scottature) .
Alle 12,00, a quasi cinque chilometri dalla partenza, abbiamo fatto una breve sosta sotto la maestosa torre della turbina R82057 per ricompattare il gruppo che era sparso su un lungo tratto e alle 12,30 abbiamo raggiunto la strada in costruzione Mistretta – Nicosia. Qui un cartello del CAI informa che si è a Serro Merio, a quota 1093 metri, sul sentiero D403A, a trenta minuti dal lago Urio Quattrocchi, a un’ora da Case Pomara e 1,40 ore dalla connessione con il Sentiero Italia. Dopo una quarantina di minuti di strada in discesa siamo arrivati al laghetto naturale Urio Quattrocchi, posto nella parte iniziale della Dorsale dei Nebrodi, a 1080 metri di altezza, a cinque ore e mezzo da Portella dell’Obolo.
Attorno al lago è presente un’area attrezzata con tavoli e panche. Purtroppo tutte le costruzioni in legno, in particolare i bagni, sono abbandonate e vandalizzate e tutto versa in uno stato di degrado, incuria, squallore per mancanza di manutenzione.
Appuntamento alle 7,30 all’Immacolata
Partecipanti ed equipaggi
Marcello Aricó, Filippo Cavallaro Santino Cannavó
Carlo Panzera, Paolo Bossa, Elisa Alibrandi (new entry) , (da Mistretta Marcello Panzera)
Giuseppe Spanó, Stefania Daví Serena Policastro, Alberto Borgia
Marcella De Francesco, Marcella Fucile, Manuela Scarcella, Rosalba Fera
Giovanni Lucà Trombetta, Claudia Straci Lucà Trombetta (escursione di prova) Angelo Salvo, Katia Tribulato,
Aurelio La Monica, Agata Mento, Flavia De Carlo, Giuseppe???
Partenza alle 7,45, viaggio tranquillo, arrivo al casello di Santo Stefano di Camastra alle 9,05 . Passaggio da Reitano alle 9,25. Sosta per il caffè al bar di Mistretta alle 9,35. Alle 9,55 partenza per il campo sportivo dove abbiamo parcheggiato alle 10,00, qui ci hanno raggiunto nove amici di Aurelio a bordo di due auto.
Marcello e Aurelio hanno portato le loro macchine sul luogo dell’arrivo e poi sono tornati indietro accompagnati da Lucio Di Gangi un amico di Aurelio del paese, profondo conoscitore dei luoghi che ci ha fatto da guida durante tutta l’escursione.
Durante tutto il tragitto di avvicinamento a Mistretta il cielo è stato completamente coperto e alle 10,20,quando abbiamo iniziato a camminare ha cominciato a fare due gocce di pioggia .
Alle 10,35 abbiamo imboccato la regia
trazzera Mistretta – Cerami-Capizzi (Tagliavia) utilizzata in passato per la transumanza degli armenti. Nel tratto iniziale la strada è asfaltata e si snoda tra alti alberi di pini e di castagni.
Dopo una decina di minuti siamo arrivati allo stabilimento della ditta SEPAM e il titolare, Signor Iudicello, grazie all’intervento di Lucio, ci ha fatto entrare spiegandoci brevemente quale è la loro attività.
Sepam estrae e lavora la Quarzarenite di Mistretta, una pietra arenaria molto compatta, che contiene il 97% di quarzo, pesa 2700 chili/mc ed ha elevate caratteristiche meccaniche. L’ azienda si avvale delle più innovative tecnologie di lavorazione ed è in grado di soddisfare le esigenze del cliente perché è in grado di gestire ed organizzare tutte le fasi della fornitura, dalla realizzazione alla consegna, lavorando a fianco di clienti, grandi progettisti ed imprese, costruendo assieme a loro, fin dall’inizio, quello che sarà il risultato finale.
Da alcuni anni, dopo un lungo periodo definito “di fidanzamento” e il superamento di numerosi test di qualità, è diventata fornitore della pietra necessaria al completamento della Sagrada Familia di Barcellona, in sostituzione di quella fornita dalla storica cava di pietra.
Ripreso il cammino, alle 11,10 siamo arrivati in un punto della strada dove ci sono, da un lato, una piccola cappella dedicata alla Madonna del Rosario e una edicola votiva, dedicata alla Madonna di Tagliavia dall’altro.
La strada è praticamente in piano o in costante leggera discesa e costeggia numerose pale eoliche della Edison, non ci sono alberi e siamo stati fortunati perché il cielo è stato costantemente coperto di nuvole (camminare sotto il sole sarebbe stato sicuramente pesante con rischio di insolazione e scottature) .
Alle 12,00, a quasi cinque chilometri dalla partenza, abbiamo fatto una breve sosta sotto la maestosa torre della turbina R82057 per ricompattare il gruppo che era sparso su un lungo tratto e alle 12,30 abbiamo raggiunto la strada in costruzione Mistretta – Nicosia. Qui un cartello del CAI informa che si è a Serro Merio, a quota 1093 metri, sul sentiero D403A, a trenta minuti dal lago Urio Quattrocchi, a un’ora da Case Pomara e 1,40 ore dalla connessione con il Sentiero Italia. Dopo una quarantina di minuti di strada in discesa siamo arrivati al laghetto naturale Urio Quattrocchi, posto nella parte iniziale della Dorsale dei Nebrodi, a 1080 metri di altezza, a cinque ore e mezzo da Portella dell’Obolo.
Attorno al lago è presente un’area attrezzata con tavoli e panche. Purtroppo tutte le costruzioni in legno, in particolare i bagni, sono abbandonate e vandalizzate e tutto versa in uno stato di degrado, incuria, squallore per mancanza di manutenzione.
La passerella in listelli di legno che costeggia il piccolo specchio d’acqua è praticamente distrutta, conseguenza anche di una inadeguata scelta dei materiali. Come già visto in tanti altri casi, i soldi spesi per la valorizzazione di siti unici per bellezza naturale, sono serviti solo ad arricchire chi ha eseguito i lavori, ma con dubbi risultati a medio e lungo termine. L’impressione di abbandono colpisce profondamente il viandante e lascia un senso di amaro sconforto.
Sosta per il pranzo, consumato sui tavolini dell’area attrezzata fino alle 13,45 e alle 14,00 abbiamo ripreso il cammino facendo una breve deviazione per raggiungere un tipico abbeveratoio, sotto Cozzo Pilato, prima di imboccare la strada dalla bella pavimentazione in pietra che per un tratto corre in un boschetto di alberi di cerro.
Alle 14,45 siamo arrivati ad un bivio e dopo una consultazione tra Lucio e Aurelio si è deciso di percorrere la strada più breve per raggiungere le cascate.
Alle 15,35, a quasi 15 chilometri dalla partenza, siamo arrivati in contrada San Giorgio al cartello che indica la valle delle cascate di Mistretta dove erano parcheggiate le macchine lasciate in mattinata da Marcello e Aurelio.
Il cartello dice che ci sono 10 cascate che si snodano su un percorso complessivo di circa 13 chilometri lungo il Torrente San Martino con altezze variabili dai 34 ai 6 metri.
Anche se, data la mancanza di piogge degli ultimi mesi, c’erano tutti i presupposti che le cascate non avessero una abbondante portata, quasi tutti hanno affrontato una ripida discesa di circa 1,8 chilometri per raggiungere, alle 16,05, a fondo valle il ponte Ciddia sopra il greto del Torrente San Martino.
La stanchezza, unita alla delusione per la constatazione che il torrente era praticamente asciutto, con solo un rivoletto d’acqua appena sufficiente a formare qualche piccola pozza piena di girini, ha causato in alcuni uno stato di spiacevole nervosismo.
Risalito il torrente in direzione della cascata per qualche centinaio di metri siamo tornati indietro fino al ponte e da qui, per evitare la ripida salita, Marcello e Aurelio, che già avevano trasportato alcuni nel percorso in discesa, hanno fatto la spola facendo vari viaggi.
Qualche chilometro a monte dalla contrada San Giorgio, la macchina di Marcello si è fermata per un guasto per cui gli ultimi, tranne Manuela ed Agata che hanno percorso tutta la strada a piedi, sono stati trasportati con le macchine di Giuseppe Spanó e di Marcella De Francesco che nel frattempo avevano raggiunto il campo sportivo con un passaggio.
Il rientro a Messina è avvenuto in ordine sparso, i primi equipaggi sono arrivati intorno alle 20,00, quello con Carlo, Paolo, Marcello e Filippo dopo le 22:00.
Marcello ha dovuto chiamare il carro attrezzi che ha portato la macchina a Sant’Agata di Militello perché non era stato possibile riparare il guasto.
Percorso complessivo di circa 18 chilometri.
Nonostante i contrattempi e una certa delusione, l’escursione é stata comunque piacevole, anche se certi comportamenti causati dal nervosismo possono avere impressionato negativamente i nuovi venuti.
Quanto è successo oggi deve servire da insegnamento per le future attività, in particolare è indispensabile che la preescursione, indispensabile quando si va in zone sconosciute, sia fatta qualche giorno prima per verificare lo stato dei luoghi, la percorribilità dei sentieri, la distanza complessiva ed il dislivello totale ed evitare, nei limiti del prevedibile, sgradite sorprese.
Sosta per il pranzo, consumato sui tavolini dell’area attrezzata fino alle 13,45 e alle 14,00 abbiamo ripreso il cammino facendo una breve deviazione per raggiungere un tipico abbeveratoio, sotto Cozzo Pilato, prima di imboccare la strada dalla bella pavimentazione in pietra che per un tratto corre in un boschetto di alberi di cerro.
Alle 14,45 siamo arrivati ad un bivio e dopo una consultazione tra Lucio e Aurelio si è deciso di percorrere la strada più breve per raggiungere le cascate.
Alle 15,35, a quasi 15 chilometri dalla partenza, siamo arrivati in contrada San Giorgio al cartello che indica la valle delle cascate di Mistretta dove erano parcheggiate le macchine lasciate in mattinata da Marcello e Aurelio.
Il cartello dice che ci sono 10 cascate che si snodano su un percorso complessivo di circa 13 chilometri lungo il Torrente San Martino con altezze variabili dai 34 ai 6 metri.
Anche se, data la mancanza di piogge degli ultimi mesi, c’erano tutti i presupposti che le cascate non avessero una abbondante portata, quasi tutti hanno affrontato una ripida discesa di circa 1,8 chilometri per raggiungere, alle 16,05, a fondo valle il ponte Ciddia sopra il greto del Torrente San Martino.
La stanchezza, unita alla delusione per la constatazione che il torrente era praticamente asciutto, con solo un rivoletto d’acqua appena sufficiente a formare qualche piccola pozza piena di girini, ha causato in alcuni uno stato di spiacevole nervosismo.
Risalito il torrente in direzione della cascata per qualche centinaio di metri siamo tornati indietro fino al ponte e da qui, per evitare la ripida salita, Marcello e Aurelio, che già avevano trasportato alcuni nel percorso in discesa, hanno fatto la spola facendo vari viaggi.
Qualche chilometro a monte dalla contrada San Giorgio, la macchina di Marcello si è fermata per un guasto per cui gli ultimi, tranne Manuela ed Agata che hanno percorso tutta la strada a piedi, sono stati trasportati con le macchine di Giuseppe Spanó e di Marcella De Francesco che nel frattempo avevano raggiunto il campo sportivo con un passaggio.
Il rientro a Messina è avvenuto in ordine sparso, i primi equipaggi sono arrivati intorno alle 20,00, quello con Carlo, Paolo, Marcello e Filippo dopo le 22:00.
Marcello ha dovuto chiamare il carro attrezzi che ha portato la macchina a Sant’Agata di Militello perché non era stato possibile riparare il guasto.
Percorso complessivo di circa 18 chilometri.
Nonostante i contrattempi e una certa delusione, l’escursione é stata comunque piacevole, anche se certi comportamenti causati dal nervosismo possono avere impressionato negativamente i nuovi venuti.
Quanto è successo oggi deve servire da insegnamento per le future attività, in particolare è indispensabile che la preescursione, indispensabile quando si va in zone sconosciute, sia fatta qualche giorno prima per verificare lo stato dei luoghi, la percorribilità dei sentieri, la distanza complessiva ed il dislivello totale ed evitare, nei limiti del prevedibile, sgradite sorprese.
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