Re Colapesce

Diario di bordo

Cu c’è c’è a Reggio Calabria del 11 gennaio 2025

Cu c’è  c’è  del 11 gennaio  2025  a Reggio Calabria
Partecipanti: Marcello Aricò, Filippo  Cavallaro, Silvia Polito, Carmen Borgia, Alberto  Borgia, Francesco Pagano,Antonella Rotondo,Antonella Arena, Danila Castiglione,Franco La Maestra, Antonio Zampaglione, Caterina Ioffrida,Lucia Annunziata, Anna Bellinghieri, Angelo Salvo, Katia  Tribulato, Antonella Zangla, Gabriella Panarello, Mike Sfravara, Antonietta Coiro, Giusi Mandraffino, Grimaldo Piazza, Teresa  Olivieri, Patrizia  Olivieri, Ciccio  Briguglio, Donatella Alber, Ivan Bolignani.
Appuntamento alle 8,00 e partenza con la nave traghetto Elio delle 8,40
Arrivo a Villa San Giovanni alle 9,0 e all’uscita  di Arangea,  davanti  alla chiesa  parrocchiale  di San Giovanni  Nepomuscemo alle 9,40.
Dopo la sosta al bar, ci siamo  messi  in macchina  e alle 10, 15 circa   siamo  arrivati  a destinazione allo stabilimento della Azienda Cilione.
La nostra guida, Alberto  Arrigo, amico di Antonio Z.e di Patrizia O. é il responsabile  commerciale della ditta e  nel piazzale destinato alla ricezione dei camion , ci ha parlato  delle proprietà  e delle particolarità del bergamotto,un agrume di origine incerta, coltivato quasi esclusivamente in una striscia della costa ionica  nella provincia di Reggio Calabria,  dove è prodotto circa l’80% della produzione mondiale.
Ha illustrato sinteticamente le lavorazioni  a cui è  sottoposto  per utilizzarlo integralmente, dalla produzione di  oli essenziali , ai prodotti farmaceutici , cosmetici e per uso alimentare.
La ditta per cui lavora da diversi lustri ha più di un secolo di vita perché  è  stata fondata  nel 1820 ed è una delle piu  importanti  tra quelle di dimensioni industriali operanti   in Calabria.
I loro  prodotti  vengono apprezzati ed esportati praticamente  in tutto il mondo.
L’organico aziendale è di trentotto dipendenti , la maggior  parte impegnati  negli uffici, perché    gli addetti  alla  produzione , grazie ai moderni  impianti in gran parte automatizzati, sono ridotti  al minimo.
I bergamotti che lavorano  sono solo in parte di loro  produzione, ma la maggior  parte è  acquistata da coltivatori della zona.
Ci sono due linee indipendenti  di lavorazione , ognuna, in un turno di otto ore può  processare circa 80 tonnellate di frutti.
Per produrre un chilo di olio essenziale, venduto a 140 euro,  occorrono  200 chili di frutti acquistati a 80 centesimi  al chilo quindi , per avere  un guadagno , occorre sfruttare al massimo la materia prima, inclusi gli scarti  che in passato  venivano utilizzati come pastone per i maiali.
Quando finisce la stagione del bergamotto la fabbrica  lavora i mandarini i cui oli essenziali hanno  un mercato  nella industria alimentare e cosmetica.
Entrando in  fabbrica  si  resta  colpiti dalla pulizia degli ambienti e di tutte le attrezzature  ed impianti, realizzati interamente in acciaio inox, che lavorano quasi sempre  senza l’intervento umano.
La spiegazione della nostra guida sulle varie  fasi di lavorazione è  stata condizionata dal fastidioso rumore di fondo dei macchinari e dal numero dei partecipanti  che, dati gli spazi limitati, non sempre  hanno potuto ascoltare quello che diceva.
Sicuramente sarebbe stato utile visionare lo schema di funzionamento   degli impianti in un locale silenzioso prima di accedere agli impianti.
Prima di uscire abbiamo  ammirato, in un piccolo museo aziendale, le bellissime macchine, veri capolavori di artigianato, impiegate fino agli anni sessanta  del secolo scorso per la produzione dell’olio essenziale.
Con il nostro cicerone ci siamo  soffermati a  chiacchierare di altri prodotti agrumari, ed abbiamo  capito che il bergamotto  non è  coltivato in Sicilia non per motivi  legati al clima o alla qualità  della terra , ma perché non essendo destinato alla alimentazione  umana non avrebbero potuto  usufruire delle sovvenzioni dell’AIMA (più  volte oggetto  di truffa da parte dei nostri  agricoltori).
Ci ha parlato  anche  della  produzione del chinotto e del nome di Neroli, attribuito all’olio essenziale delle arance amare che proviene da quello della principessa Anna-Maria de la Trémoille-Noirmoutiers, seconda moglie di Flavio Orsini, principe di Nerola e duca di Bracciano che la  utilizzava ampiamente per profumare il suo bagno, i vestiti e gli ambienti.
Prima di lasciare  l’azienda è  arrivato il titolare, il signor  Enzo Cilione che, quando ci siamo  complimentati, si è  schermito dicendo  di essere  una persona normale, in una città  dove la normalità  è  una eccezione .
Di seguito , virgolettato, riporto  l’articolo del 31 ottobre 2022 di Francesco  Scopelliti  che si trova in rete.
” Dal più  di un secolo la famiglia Cilione è impegnata nella produzione della migliore qualità di oli essenziali di agrumi, quali bergamotto, limone, mandarino ed arancio. 
La storia nasce nel 1820 da un uomo, Antonino Cilione, cresciuto tra i campi coltivati ad agrumi e con una passione incommensurabile per questa tradizione.
Ad oggi, la Cilione S.r.l., dopo sei generazioni, è guidata da Enzo Cilione, la cui attività manageriale, ha fatto dell’azienda uno dei maggiori leader del settore essenziero di agrumi, posizionandosi tra i  principali specialisti del settore.
L’esperienza ottenuta negli anni, la colloca tra i maggiori produttori ed esportatori del Paese di oli essenziali disponibili nelle versioni spremute a freddo, deterpenate, senza furocumarine, senza bergaptene, concentrate e frazionate che sono in  grado di soddisfare le richieste dei clienti più esigenti e blasonati nel comparto dei profumieri e della cosmetica, degli aromi e della farmacopea.   
Varcando i cancelli della bellissima realtà, nella zona sud di Reggio Calabria, si scorge la forza e la “visione” dell’azienda: management e maestranze proiettate nel futuro, senza mai sacrificare  la storia e l’ identità di un’azienda da sempre profondamente legata al territorio.  
In questo  percorso Enzo Cilione, assieme alle figlie, presenti nella realtà produttiva, sta ricercando, con dedizione e attenzione, le attrezzature che secoli fa hanno caratterizzato la lavorazione del bergamotto, raccogliendole nel sito produttivo e facendo della sua passione per la tradizione e la cultura della lavorazione dell’agrume, un vero e proprio museo aziendale, in cui gli ospiti entrandovi, avranno la possibilità di rivivere secoli di storia reggina.
Tecnicamente, l’azienda si occupa della trasformazione di agrumi per la produzione di oli essenziali, che, attraverso un procedimento costante nell’avanzamento tecnologico, riesce ad ottenere la migliore qualità di oli essenziali su mercato, catturando l’attenzione di grandi
industrie europee ed extra europee, che scelgono di investire nella qualità e nella sostenibilità di ‘Cilione’. Il cui incessante sforzo è quello di includere nel proprio business anche la dimensione sociale e ambientale.
“Cilione S.r.l.” racchiude tutti i crismi delle grandi aziende; prerogative in grado di anticipare le tendenze dei mercati e in grado di crescere, nonostante le difficoltà del contesto storico non favorevole che sta attraversando l’economia mondiale.
Il segreto: affidarsi, senza compromessi a ribasso, alla qualità e al valore umano. E poi, la sua storia aziendale sembra ripercorrere un viaggio nel tempo e nello spazio, grazie all’evoluzione che ha saputo darsi.  Infatti, mentre i tempi cambiavano, e gli approcci all’industria contemporanea subivano metamorfosi repentine, “Cilione” non ha subito  il corso degli eventi, piuttosto, è stata in grado di sviluppare e accrescere il suo profilo, proiettandosi verso sfide sempre più avvincenti del panorama internazionale. 
Un valore aggiunto è dato dal fatto che resta tra le poche aziende calabresi che valorizzano un forte legame identitario con la ‘terra’, attraverso una rete di produttori che si impegnano ad adottare tecniche che preservano la biodiversità e garantiscono un’ alta sostenibilità ambientale, nel totale rispetto degli ecosistemi preesistenti nelle nelle aree di coltivazione.
Tra le mission di “Cilione” c’è quella di riunire gli agricoltori che operano nel rispetto della terra e che credono in un’autentica relazione sociale ed economica tra produttori, commercianti e consumatori. Perché è una realtà imprenditoriale che si pone come partner per i clienti e non come semplice fornitore. Tant’è che lavora sinergicamente al loro fianco, su progetti che riguardano la ricerca e lo sviluppo sostenibile. Scelte oculate che puntano sulle competenze, per essere all’altezza della tradizione centenaria, con una grande propensione alle esigenze dei clienti, hanno permesso a Cilione srl, di sviluppare relazioni rinsaldate con le aziende più importanti del settore cosmetico, profumiere e farmaceutico.  
La presenza ai più grandi meeting internazionali è la  tangibile testimonianza. Wpc, Simpar, Icbc, Ifeat, Biofach, Incosmetics, non sono semplici e vuoti acronimi, ma rappresentano i più grandi appuntamenti per il settore, per questo, l’azienda reggina riesce ad essere una presenza costante e di condivisione degli obiettivi e degli standard di eccellenza raggiunti. Una vision aziendale capace di proiettarsi nel futuro con la brandizzazione di un marchio, orgoglio di una regione che ha l’irrinunciabile bisogno di puntare sulle sue eccellenze.”
Lasciata la fabbrica  ci siamo  dati  appuntamento  davanti  al Museo e siamo  andati  al rinomato  bar ” Cesare” per prendere  un gelato  (che però non è stato adeguato alla fama del locale).
Passeggiata sul Lungomare Falcomatà  dedicato al sindaco Italo Falcomatà, protagonista, a metà degli anni Novanta, di quella che fu definita la Primavera di Reggio, quando la zona fu riqualificata e visse la sua quarta rinascita con la creazione di una serie di passeggiate a vari livelli che hanno riprogettato uno degli spazi pubblici più grandi d’Europa.
Il lungomare  di Reggio  è chiamato “il più bel chilometro d’Italia”per via del fenomeno ottico della Fata Morgana, da cui ha origine il mito per effetto del quale è possibile vedere le immagini ravvicinate della Sicilia riflesse  dal mare.
La denominazione viene erroneamente attribuita a Gabriele D’Annunzio che non fu mai a Reggio Calabria.
Alle 14,00 ci siamo ritrovati in piazza De Nava, davanti al Museo, dove siamo stati accolti dalla nostra guida, la dottoressa Paola Vazzana (contatti: 328 1177857, E-mail: info@paolavazzana.it).
Entrati nel grande salone abbiamo acquistato il biglietto,( 10 euro) che con un piccolo supplemento (3 € in più), ci ha consentito, insieme alla visita del Museo, anche quella della mostra dei Bronzi di San Casciano “Gli dei ritornano” – ospitata fino a domani,12 gennaio (una vera fortuna)
Dopo una presentazione generale del Palazzo, che fu fra i primi in Italia ad essere progettato – dall’Architetto Marcello Piacentini – al fine esclusivo dell’esposizione museale,
abbiamo  iniziato la visita dalla sala dei Bronzi di Riace, per accedere alla quale, in gruppi di massimo 20 persone e per 10 minuti, bisogna prima sostare in un locale in cui un sofisticato sistema permette la sanificazione dei visitatori dalle particelle che potrebbero arrecare danni alle statue.
I due Bronzi, rappresentano due guerrieri/eroi, e furono ritrovati nello specchio d’acqua antistante Riace, a soli 200 m circa dalla riva e a soli 8 m. di profondità nel 1972, dal sub romano Stefano Mariottini che avvisò subito le autorità competenti.
Le due statue sono state datate tramite l’analisi dell’argilla contenuta al loro interno al V° secolo a.C. e sono due delle sole 4 statue bronzee al mondo arrivate intere fino a noi.
La dottoressa Vazzana ha raccontato con grande competenza e passione, la storia del ritrovamento, del recupero e degli studi che gli archeologi hanno fatto e continuano a fare intorno alle bellissime statue ed  alla loro storia
Negli stessi locali, fanno bella mostra anche i tesori del relitto di Porticello: la Testa del Filosofo e la Testa di Basilea.
La sosta nella sala è limitata a dieci minuti, sia per  permettere un ricambio dell’aria che per dare la possibilità ad altri di accedere.
Arrivati nel “Livello D” ,prima di entrare, si  passa attraverso una “stanza di purificazione”, dove si sosta per qualche minuto.
Gli altri reperti visitati all’interno del Museo sono relativi  ai “Livello A” (prima della Magna Grecia), “Livello B” (Città e Santuari della Magna Grecia), “Livello C” (Vita quotidiana), “Livello E” (Mostre e Necropoli ellenistica).
Molto interessante anche  la mostra dei Bronzi di San Casciano “Gli dei ritornano” : si tratta di reperti (statue, statuette bronzee ex voto e monete), molto diversi dai Bronzi di Riace ma con una storia non meno affascinante, risalenti al periodo etrusco – romano. Furono ritrovati nel 2022 in una vasca votiva del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni (SI), usata in età etrusca e  ristrutturata da Tiberio (I° sec. d.C.) che accolse offerte votive fino al IV° sec. d.C.
La visita si è conclusa con piena soddisfazione del gruppo alle ore 16,15 circa.
Gli equipaggi hanno quindi raggiunto le rispettive automobili per fare rientro a Messina con la nave delle ore 17,20.
LA DESCRIZIONE DELLA VISITA AL MUSEO È LA SINTESI DI QUANTO HANNO SCRITTO ANTONELLA ARENA E ANGELO SALVO.

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