21 aprile sole a CammarataSecondo giorno Sveglia a partire dalle 6,30 dopo una notte abbastanza tranquilla, nonostante il “concerto” per trombone e contrabbasso . Colazione buona, consumata nella cucina del B&B. Alle 8,15 abbiamo lasciato il Balcone sui Sicani e siamo usciti per andare a comprare qualcosa da mangiare al bar Sicilia prima di intraprendere il cammino. Stefania, Giuseppeed Alberto hanno fatto una deviazione fino alla torre del castello, dove si trova il Museo etnografico, ma era chiuso. La strada che conduce alla torre passa davanti al Municipio è curata e piena di foto che rappresentano vari punti specifici del circondario. Come detto ieri il paese ci ha colpiti per la cura, la pulizia e l’attenzione posta dai cittadini per rendere accogliente il bellissimo borgo.Alle 8,50 circa, dopo aver acquistato un pezzo di schiacciata e fatta la foto di gruppo davanti al cartello della sesta tappa a San Giovanni Gemini, abbiamo imboccato la via Francigena da San Giovanni Gemini a Sutera.La descrizione particolareggiata del percorso è alle pagine 73 e 74 della guida.Su una originale scalinata dipinta, in prossimità di un belvedere, Marcello, Antonio e Giuseppe si sono fatti fotografare prima di attraversare il paese. Seguendo la segnaletica, dopo meno di un chilometro, siamo arrivati ad un incrocio, non segnalato adeguatamente, ed abbiamo preso la strada a sinistra, in leggera salita per un centinaio di metri, che poi prosegue per circa due chilometri in ripida discesa mettendo a dura prova le ginocchia dei Pellegrini. La strada, con il fondo a volte sconnesso, attraversa campi coltivati a seminativo, oliveti e frutteti ben tenuti, costeggiando la rete fognaria che confluisce nel depuratore a fondo valle e attraversa la contrada Cultrera dove si trova l’oleificio Guarino.Sulla sinistra incombe una grande cava e alle spalle si erge il monte Cammarata con le numerose antenne dei ripetitori. La discesa è stata allietata dai racconti delle esperienze fatte da Antonio quando faceva le guardie mediche in Aspromonte e dei personaggi straordinari che ha conosciuto, come Don Ciccio, inventore di un sistema capace di sfruttare la voce per produrre energia elettrica e di un pastore che aveva inventato un siero antitumorale con un procedimento altamente scientifico. Alle 10,15 abbiamo superato un breve guado e poco dopo, costeggiando un appezzamento di terreno chiuso da una rete, all’interno del quale pascolavano una cavalla con il suo puledrino siamo arrivati all’ingresso della Tenuta Barno, una grande azienda agricola zootecnica casearia con uno stazzo pieno di pecore, un paio delle quali imoegnate in un combattimento. Alle 10,27 abbiamo incrociato la vecchia strada PA-AG dove c’è un cartello della MVF che indica a destra la direzione per Acquaviva Platani distante 6,05 chilometri. Proseguendo per un paio di chilometri su questa strada, che a sinistra costeggia la ferrovia Agrigento Palermo e a destra una serie di grandi aziende agricole, siamo arrivati alle 11,00 al passaggio a livello in prossimità del quale ci sono i vecchi magazzini del sale della miniera di Sutera. Aspettando l’arrivo degli altri, Giuseppe ed Alberto hanno dato un’occhiata a quello che resta dei vecchi edifici,ormai fatiscenti e pericolanti. Interessante, da un punto di vista tecnico, la struttura con tutti i levismi dell’impianto di pesatura dei carri ferroviari. Superato il passaggio a livello e scavalcato il fiume su un ponte ci siamo immessi sulla strada statale 189 percorrendola per un brevissimo tratto e prendendo una ripida trazzera sul lato sinistro. Dopo un centinaio di metri, alla fine di un tratto in salita,alle 11,45,abbiamo perso la traccia, anche a causa di lavori di scavo per la posa di tubazioni di grosso diametro. Mentre Alberto seguiva in parte la trincea Giuseppe saliva perpendicolarmente lungo il fianco della collina e dopo una decina di minuti si vedevano distanti un centinaio di metri. Giuseppe quindi procedeva in direzione di Alberto, richiamando contemporaneamente, con ripetuti, acuti fischi “alla pecorara” l’attenzione di Marcello che a sua volta invitava gli altri a procedere sulle tracce di Giuseppe per ricongiungersi alla fine tutti nello stesso punto. Rassicurati da quanto un contadino che con un trattore stava arando un oliveto ha detto ad Alber, abbiamo proseguito su un sentiero aperto dal trattore che ci ha condotto sulla trazzera segnata. Alle 12,15 siamo arrivati al cimitero di Acquaviva, in contrada Michinese, a 338 m. s. l. m., distante poco più di un chilometro dal paese. Dopo una ulteriore salita siamo arrivati ad un fontanile dove abbiamo riempito le borracce e sostato per dieci minuti e finalmente, alle 12,55 siamo arrivati in piazza Giuseppe Plado Mosca, al centro del piccolo paese di Acquaviva, dove ci siamo fermati per pranzare con quanto acquistato a Cammarata e prendere il caffè nel bar della piazza.La proprietaria,una ragazza molto cordiale, dopo aver servito il caffè ci ha messo il timbro “Pub Antico Baglio” sulle credenziali. Nel bar c’erano diversi souvenir che ricordano l’Inghilterra e una fotografia della Regina Elisabetta con una scritta di vicinanza alla famiglia reale inglese. Puma (questo è il nome della titolare ) ci ha spiegato che il padre è cittadino inglese e molti paesani, negli anni settanta del secolo scorso sono andati in Inghilterra per lavoro ed hanno conservato un ottimo ricordo di quella nazione. Dopo la foto di gruppo sotto la torre civica ci siamo spostati ad una villetta situata alla fine del paese e distante poche centinaia di metri dalla piazza. Marcello ha prestato assistenza ad un ragazzo inglese che, insieme al padre sta facendo il nostro stesso percorso, che aveva una abrasione al piede. Arrivati alla villa comunale, abbiamo scavalcato la recinzione e, stesi sulle panchine, ci siamo riposati dopo l’impegnativa mattinata. Alberto, invece della siesta, ha approfittato di un abbeveratoio sulla strada per fare un tonificante e rigenerante pediluvio e alle 14:30 abbiamo ripreso il cammino. Dopo una decina di minuti di strada in salita siamo arrivati ad una cappelletta e poco dopo, alle 14,50,abbiamo scollinato. Il panorama è stupendo, sul lato sinistro si vedeva i paese di Mussomeli con il castello e, in lontananza, la cima dell’Etna innevata. Nella vallata si vedono una decina di
Via Francigena Primo giorno
20 aprile soleVia Francigena Primo giorno, da Messina a Cammarata 20 aprile 2024. Appuntamento alle 14,00 alla stazione. Presenti Marcello Aricó, Stefania Daví, Antonio Zampaglione, Carmelo Geraci. Giuseppe Spanó ci ha raggiunti sul treno per Palermo, partito in orario alle 14,32. Viaggio tranquillo, sul treno c’erano diversi ex alunni e colleghi di Carmelo che stavano andando a Palermo per imbarcarsi su una nave della Grimaldi per fare uno stage formativo. Arrivo a Termini Imerese in perfetto orario e preso il treno per Agrigento. Incontrata una simpatica donna proveniente da Asti, socia del CAI, che stava andando a trovare la Mamma a Campolongo, con cui il Presidente ha cominciato a parlare di itinerari fatti in Sicilia dalla nostra associazione e alla fine le abbiamo dato le spille della Re Colapesce e della attuale attività. La ferrovia corre tra dolci colline coltivate con estese coltivazioni di fichi d’india. Arrivati alla stazione di Cammarata /San Giovanni Gemini alle 18,00 circa. Fatta una breve consultazione e dopo aver parlato con l’autista del pulmino diretto al paese abbiamo deciso di fare la strada a piedi e alle 18,10 ci siamo messi in marcia lungo una vecchia trazzera che attraversa la campagna. La strada è in leggera salita, prima del ricongiungimento con la strada asfaltata ci siamo fermati a scambiare due chiacchiere con un pastore che stava riportando le sue 200 pecore all’ovile. Era un signore di 65 anni perfettamente in forma per l’attività fisica , che lavora per la Forestale e aiuta il figlio. Alle 19,50 siamo arrivati all’appartamento “Il balcone sui Sicani” situato quasi alla fine di una ripida salita in via Trojna 26 dove ci aspettava il proprietario, signor Giordano, che era stato continuamente in contatto con Giuseppe. Dalla stazione all’appuntamento percorsi circa 5,5 chilometri. L’appartamento è pulito e confortevole, ha due camere da letto e due bagni. In una camera hanno preso posto Stefania e Giuseppe e nell’altra Antonio e Marcello in un letto a castello e Carmelo e Alberto in un letto matrimoniale.Dopo esserci cambiati e rinfrescati siamo usciti per andare alla Pizzeria Santa Lucia dove aveva prenotato. Anche per raggiungere il locale la strada è in salita, si percorrere la via San Vito e si passa davanti la chiesa di San Vito, caratterizzata da una ripidissima scalinata di accesso. Abbiamo chiesto informazioni ad un gentile automobilista che si era mostrato disponibile a dare un passaggio ai più anziani del gruppo. La pizzeria prende il nome dall’acquedotto comunale che c ‘è nelle vicinanze. Abbiamo mangiato una ottima pizza, preceduta da vari antipasti, pagando un prezzo contenuto. La gentile proprietaria alla fine ci ha offerto un digestivo e siamo quindi tornati a casa. L’abitato di Cammarata si trova a 689 m s.l.m. di quota alle pendici di monte Cammarata (1578 m), indicato come la più alta vetta dei Sicani, in un territorio particolarmente boscoso. Il comune di San Giovanni Gemini è completamente incluso all’interno del territorio di Cammarata, di cui costituisce dunque una enclave.Il paese si sviluppa sul fianco della montagna e le case sono letteralmente arrampicate una sull’altra tanto da ricordare di notte un presepe illuminato. È tenuto molto bene, con strade strettissime e pulite, gli edifici, anche quelli visibilmente abbandonati conservano una loro dignità e non sono ridotti a ruderi. Ci sono diverse chiese, alcune risalenti al dodicesimo secolo. Per le strade non c’era quasi nessuno e tutto il paese è silenziosissimo. Nel territorio di Cammarata, tra i più vasti della zona, nasce e si sviluppa per un lungo tratto il fiume Platani, nonché suoi affluenti e altri torrenti. qui la raccolta delle foto che si arricchisce ogni ora
Happyrecola del 10 aprile 2024
Happyrecola del 10 aprile 2024 sul Sentiero Italia in Sicilia. Partecipanti: Marcello Aricò, Mario Sibilla, Carmelo Geraci, Antonella Zangla, Gabriella Panarello, Maria De Carlo, Fulvio Samperi, Saro Spadaro, Santinella Rotondo, Antonella Rotondo, Francesco Pagano, Mike Sfravara, Ciccio Briguglio, Angelo Salvo, Rosalba Cucinotta, Filippo Cavallaro, Ileana Padovano, Salvatore Rotondo Grazie alla profonda conoscenza di Mr. Google e dell’ing Geraci attivato il monitor. Presentazione di Marcello della relatrice, la professoressa Liliana Chillé anima del Cai Sicilia e profonda conoscitrice dei Sentieri Cai. La prima presentazione del Sentiero Italia è stata nel 2022, sponsorizzata dal Ministero del turismo per il cammino lento. Il percorso è stato pensato inizialmente, nel 1983,da un gruppo di giornalisti camminatori dell’Associazione Sentiero Italia e oggi è mantenuto in efficienza dai volontari del Club Alpino Italiano. Il tratto siciliano si sviluppa da Trapani a Messina, articolato in 37 tappe, per un totale di 630 chilometri. Il cammino parte dai Monti trapanesi e prosegue lungo le alture palermitane, i monti Sicani, l’altopiano carsico delle Madonie e le catene dei Monti Nebrodi e dei Peloritani, concedendosi una deviazione intorno al Monte Etna. Attraversa una serie di territori differenti tra loro che si contraddistinguono per le peculiarità che fanno vivere al viaggiatore i più variegati ecosistemi arricchiti di storia, cultura, colori, suoni e tradizioni differenti. Si è poi soffermata a descrivere la simbologia e la cartellonistica dei sentieri del CAI, il significato delle sigle che identificano il tipo di percorsi, la numerazione dei sentieri nei tre settori in cui è suddivisa la nostra regione etc. L’esposizione è stata chiara ed interessante, ma molti di noi si aspettavano un maggior dettaglio e un approfondimento delle tappe che formano il percorso Per il momento “Happy” Marcello ci ha fatto gustare le pagnotte che ha preparato, farcite in vari modi, con accompagnamento di bevande e colomba pasquale. Stasera non c’era nessuno della comunità greca, segno della fiducia di cui gode la nostra associazione.l
Escursione a Monte Soro e al lago Maulazzo del 7 aprile 2024
Escursione a Monte Soro e al lago Maulazzo del 7 aprile 2024. Appuntamento alle 7,00 all’Immacolata. Presenti : Carlo Panzera, Paolo Bossa, Santino Cannavó, Filippo Cavallaro, Giuseppe Spanó, Antonio Zampaglione, Caterina Ioffrida, Stefania Daví, Serena Policastro, Angelo Salvo, Katia Tribulato, İvana Campanella, Aurelio La Monica, Antonio Marino, Mario Sibilla, Carmelo Geraci, Francesco Pagano, Antonella Rotondo, Manuela Scarcella, Rosalba Fera, Rosario Spadaro, Alberto Arena, Giovanna Mangano, Angela Trimarchi, Nando Centorrino, Nino Micali, Maria Grazia Costa, Ciccio Briguglio, Danila Castiglione, Arturo Lucà Trombetta e Franco Mastroeni. Partenza alle 7,30 con il pullman della ditta Ferro, viaggio tranquillo. A San Fratello l’ autista ha dato prova della sua capacità di guida effettuando una manovra molto difficile nelle stradine del borgo ricevendo i meritati applausi di tutti i passeggeri. Arrivo a Portella Femmina Morta (a quota 1524 m sul livello del mare) alle 9,45. Prima di incamminarci, Carlo ha descritto il percorso facendo vedere i sentieri che avremmo attraversato sulla cartina turistica affissa sui pannelli illustrativi del parco e alle 10,00 abbiamo imboccato la strada, inizialmente asfaltata, che conduce al bivio di Portella Calacudera a quota 1568 m. In questo punto Aurelio, Antonio M. e Ivana hanno lasciato il gruppo ed hanno proseguito per il lago Maulazzo, il lago Biviere e Monte Soro tornando al pullman di pomeriggio per fare insieme il viaggio di ritorno. La strada di destra si snoda in salita e si addentra in fitti boschi di faggio. Per arrivare a Monte Soro (1847 m. slm), la cima più alta della catena appenninica dei Nebrodi, si percorrono circa 5 Km. Lungo il percorso si possono ammirare le faggete più ricche sul piano ecologico del territorio dei Nebrodi. A faggi secolari si alternano esemplari di Acero campestre, Acero montano e Frassino maggiore. Dove il bosco è meno fitto sono presenti grandi cespugli di Agrifoglio, essenza relitta dell’antica flora terziaria. I boschi sono frequentati da piccoli mammiferi e roditori. Tra i rami di questi alberi costruiscono i loro nidi specie avicole come la Ghiandaia, la Ballerina gialla, la Ballerina bianca, la Cinciallegra e il Merlo. Una specie avicola considerata indicatrice di boschi maturi é il Picchio muratore che costruisce il suo nido scavando le spesse cortecce profondamente fessurate degli alberi. Alle 11,45, poco prima di raggiungere la cima di Monte Soro,siamo arrivati ad una radura dove vegeta uno degli esemplari più grandi del Parco dei Nebrodi,segnalato come albero monumentale, un Acero montano (Acer Pseudoplatanus o sicamoro) dalle dimensioni gigantesche con un tronco della circonferenza di 9,30 metri circa, una altezza di 24 metri ed un’età stimata di circa 500 anni. Il fusto colonnare è tappezzato da muschi e licheni e si presenta nodoso con molti rigonfiamenti. Intorno all’albero, come omaggio, i camminatori si sono presi per mano e hanno fatto un classico girotondo. Ripresa la marcia e alle 12,15 raggiunta la vetta del monte dove si trova un ripetitore per la Tv terrestre Rai il cui segnale copre, grazie all’altezza a cui è posta l’antenna, una vasta area. Dalla vetta del monte Soro è possibile vedere da nord a sud le Isole Eolie e l’Etna (3.357 m), ad est il rilievo Serra del Re (1.754 m) che occlude la vista ai Monti Peloritani, a sud-ovest il Monte Altesina (1.192 m) sui Monti Erei e ad ovest la catena dei Nebrodi e le Madonie. Purtroppo per il ritardo accumulato durante la salita non abbiamo raggiunto i punti panormaici, ancora abbastanza distanti. Il monte é tra le vette più elevate della Sicilia dopo l’Etna (3.357 m), Pizzo Carbonara (1.979 m) e alcune altre cime delle Madonie. Dopo un ulteriore tratto di circa 80 minuti, alle 13,45, ci siamo fermati per il pranzo ad uno dei laghetti naturali denominati sulle cartine “laghetti di Monte Soro”, ricchi di meravigliosa vegetazione, ospitano varie specie di piccoli anfibi e sono ricoperti da suggestive piante acquatiche. Il nostro lo abbiamo identificato come “il laghetto, quello giusto per il pranzo”. Dopo una tonificante sosta di circa un’ora abbiamo ripreso il cammino e alle 14,40 eravamo al lago Maulazzo, un bacino artificiale frutto di un intervento risalente agli anni 80 del secolo scorso. Nelle vecchie carte IGM si può trovare il Pizzo Maulazzo, separato da Monte Soro da un vallone che oggi è occupato da questo placido specchio d’acqua, nato grazie alla costruzione di una diga da parte della Forestale. Non è un’opera fortemente impattante, si scorge appena, e nasce per allentare la pressione dei pascoli sulle faggete e favorirli più a valle. Ma per la sua bellezza, per il contesto pregevole in cui si trova, per la facilità con cui lo si può raggiungere, è diventato una delle principali attrazioni della zona, tanto che abbiamo incontrato molti turisti della domenica, giunti in moto o in macchina che si sono infastiditi al nostro arrivo. In inverno cade frequentemente la neve e in alcuni giorni l’anno, quando le temperature scendono sotto lo zero, lo specchio d’acqua si può trovare totalmente ghiacciato. È forse la cartolina più atipica di una Sicilia che esiste realmente. Al lago abbiamo fatto una piccolissima deviazione per raggiungere una dei rari punti d’acqua potabile della zona: una fontana con un bellissimo getto d’acqua fredda. Dopo le foto di rito ci siamo messi in marcia e, senza nessuna forzatura, alle 17,00 siamo arrivati al punto di partenza dove ci aspettava il pullman che, dopo un viaggio tranquillo, alle 19,40 ci ha lasciati in città al Palazzo della cultura sul Boccetta. Quasi tutto il percorso si è sviluppato su strada sterrata, tranne il tratto in discesa da Monte Soro al laghetto senza nome, che è un sentiero, a volte non tracciato, in una faggeta ed è di difficoltà media. La velocità è stata moderata, per camminare tutti insieme, e non ci sono stati rallentamenti. Sui km percorsi c’è una discordanza: secondo i rilevamenti di Carlo sono stati 15, secondo Francesco Pagano 17,8, per cui si può ragionevolmente ritenere che siano stati circa 16,5. I partecipanti erano meravigliati da cotanta bellezza naturale e contenti della meravigliosa giornata soleggiata e luminosa
Fiume Manghisi – Tra Avola antica e Noto antica
Trekking del 5 maggio 2024 nella riserva naturale di Cavagrande Il primo tratto dell’escursione si svilupperà su una parte della antica regia trazzera delle montagne che collegava Avola antica con Noto antica.Arriveremo dopo qualche chilometro al fiume Manghisi, situato all’interno della prima parte della Riserva naturale orientata Cavagrande del Cassibile che si estende per 2700,00 ettari, 900 ha nella zona A (riserva) e 1860,00 ha nella zona B (preriserva) .Il fiume nasce dalla sorgente di Feudo Baulì (o Bauly), a 3 km da Palazzolo Acreide, fra le contrade Santa Lucia, Velardo e Saraceni e sviluppa il suo percorso al confine tra Noto e Avola. A valle prende le acque di tre affluenti: Cava Manghisi, Cava Mazzone-Celso-S. Marco-Putrisino e Cava Testa dell’acqua-Buongiorno.Il Manghisi dà il suo nome all’omonima «cava» iblea (ovvero una gola) che ha creato nel corso dei millenni scavando gole o canyon a diverse profondità.Successivamente il fiume entra in una sorta di strozzatura, ricompare dopo la contrada Petracca con il nome di fiume Cassibile e scorre per circa 10 chilometri fino allo sbocco nella pianura costiera incassato in sinuosi meandri lungo una direttrice perpendicolare al mare Ionio. Nel fondovalle, dopo alcuni chilometri a valle della contrada Petracca, a Cavagrande di Avola , il fiume ha formato un sistema di piccole cascate e laghetti (chiamati localmente uruvi) raggiungibili dalla località Belvedere per un’antica strada nota come La Scala Cruci. Notizie tecnicheIl percorso non è particolarmente difficile, ci sono tratti in discesa più o meno ripida e conseguenti tratti in salita.La lunghezza complessiva non supera i dieci chilometri. Nel tratto del fiume che visiteremo insiste la cava Petracca dove ci sono alcuni attraversamenti, non sempre con passerelle o massi, per cui può essere necessario togliersi calze e scarpe ed è necessario avere almeno una asciugamano e sonocaldamente consigliati i bastoncini da trekking. Alla fine della escursione, se avremo tempo a disposizione, merita una visita il suggestivo santuario diocesano di Maria Scala del Paradiso, patrona principale di Noto, luogo di alta spiritualità per la parte sud-est della Sicilia. Altre notizie logistiche seguiranno nei prossimi giorni
Preescursione del 24 marzo 2024
Preescursione del 24 marzo a Puntale Bandiera, Puntale Ruvolo, Dinnammare Appuntamento all’Immacolata alle 8,0. Presenti: Carlo Panzera, Francesco Pagano, Antonio Zampaglione, Giuseppe Spanò, Natale Mangano ( amico di Giuseppe) , Carmelo Geraci, Alberto Borgia. Stamattina all’Immacolata si sono incontrati anche i soci di Architrekking, che sarebbero andati al castello di Fiumedinisi e quelli di Greenstone. Partenza alle 8,10, alle 8,45 arrivo ai ripetitori all’inizio della carrozzabile e alle 8,50 ci siamo messi in cammino. Incontrato Tonino Seminerio che, insieme al numeroso gruppo di “Camminare i Peloritani”, andava sul sentiero dei due mari. Splendida giornata primaverile, soleggiata, senza nuvole e con ottima visibilità, ma un po’ ventosa. Tranquilla camminata , quasi tutta in piano o in leggera discesa, fino a case Maressa, dove siamo arrivati intorno alle 9,25. I locali più nuovi sono relativamente in ordine e si potrebbe pensare di utilizzarli per pernottare durante un futuro trekking notturno. Alle 10,00 siamo arrivati in cime a Puntale Bandiera da dove si gode una vista meravigliosa sulle due coste e sulle montagne dei Peloritani e sulla maestosa Etna innevata. Natale, che non aveva mai fatto escursioni in questi luoghi, è rimasto affascinato dalle bellezze delle nostre montagne che anche noi non ci stanchiamo di ammirare. Dopo le foto di rito e il consumo di frutta secca , alle 10,20 ci siamo rimessi in cammino. Ad un certo punto abbiamo lasciato la carrozzabile per salire su pizzo Ruvolo per poi ricollegarci alla strada percorrendo un sentiero non sempre agevole. Alle 11,25 abbiamo iniziato la salita per Dinnammare su un sentiero segnato dal CAI che in diversi tratti è un sentiero da capre. La salita è piuttosto ripida ed impegnativa, ma ci sono dei punti panoramici che lasciano estasiati. Alle 12,05 siamo arrivati al Santuario di Dinnammare, dopo aver percorso circa 1300 metri di salita. Alle 12,30 siamo arrivati alle macchine e prima delle 13,00 eravamo in città. Percorso complessivo, registrato da Francesco , circa 8,0 chilometri. Camminata piacevolissima in ottima compagnia qui la galleria fotografica della giornata
Happy Recola del 20 marzo 2024
HappyRecola del 20 marzo 2024 ore 20,00Sede della comunità greca di Messina, presentazione del libro di poesie Mario Sibilla. Presenti: Marcello Aricò, Santino Cannavó , Filippo Cavallaro, Ciccio Briguglio , Stefania Daví , Manuela Scarcella , Giusy Mandraffino, Gabriella Panarello , Antonella Zangla, Salvatore Rotondo, Ileana Padovano, Carmelo Geraci, Margherita Bambino, Flavia De Carlo, Gaetano Messina, Daniela De Domenico, Danila Castiglione, Franco La Maestra, Sebastiano Occhino, Roberto Raco, Luisa Inferrera, Franco Mastroeni, Patrizia Olivieri, Rosalba Cucinotta, Alberto Borgia, l’Autore . Oltre ai soci della Re Colapesce erano presenti una ventina di amici di Mario per cui la sala era completamente piena e molti sono rimasti in piedi. Introduzione di Marcello e presentazione di Mario del suo “Marius eroticus ” che raccoglie 145 poesie selezionate tra le più di 200 che inizialmente aveva scelto. . Le poesie, tutte pervase da un sottile erotismo, esprimono, a volte in modo crudo, ma senza mai scadere nel volgare la sua passione e il suo amore per la DONNA . Il volume è impreziosito da un inserto grafico realizzato da Lidia Muscolino che ha fatto quattro quadri, molto originali, realizzati con una particolare tecnica grafica.Lettura delle poesie da parte di diversi presenti, la giuria, composta da Mario, Marcello e Gianfranco Attanasio, ha selezionato una terna di finalisti e alla fine della seconda lettura ha proclamato vincitore Santino Cannavó. Dopo la premiazione taglio della torta e brindisi per Mario che oggi compie 69 anni.Piacevole ed originale serata con buona partecipazione e coinvolgimento dei presenti per rendere i dovuti riconoscimenti al poliedrico Poeta del gruppo.
Festa della Primavera del 17 marzo 2024
Festa della Primavera del 17 marzo 2024 al centro Polifunzionale della Forestale alle Quattro Strade. Tempo variabile Presenti: Marcello Aricò, Carmelo Geraci, Mario Sibilla, Luisa Inferrera, Rosario Spadaro, Gabriella Panarello, Antonella Zangla, Stefania Daví, Ciccio Briguglio, Carlo Panzera, Tonino Seminerio, Giusy Quartaronello, Alessia Seminerio, Sebastiano Occhino, Manuela Scarcella, Francesco Pagano, Antonella Rotondo, Antonella Arena, Filippo Cavallaro, Rosalba Cucinotta, Chiara Calarco, Marcella De Francesco, Simone Cappello, Pinella Dini, Tuccio Novella, Ivan Bolignani, Santino Cannavó, Paolo Scarcella, Giuseppe Spanó, Nino Scimone, Patrizia Olivieri, Alberto Borgia. Ospiti Silvia,amica di Mario , la madre di Marcella,Vincenzo Milone, marito di Patrizia. (Alla lettura della relazione erano presenti anche Rosalba Fera e Antonello). Registrazione dei partecipanti e colazione con caffè caldo e colomba pasquale offerta dalla organizzazione, come sempre efficiente, che è riuscita ad ottenere la comoda struttura del centro, appartenente al corpo Forestale e scarsamente utilizzata per insipienza, inerzia e/o disinteresse dei Dirigenti. Alle 9,50 ci siamo incamminati sulla sterrata che conduce alla torretta di osservazione sulla cima del colle Sarrizzo, meta del trekking notturno del 2 febbraio u.s., da dove abbiamo apprezzato il panorama della costa tirrenica e delle isole. Al ritorno ci siamo trasferiti nella sala riunioni al primo piano e il Presidente ha relazionato sullo stato della Associazione, sulle attività e i progetti in corso , sulle future prospettive e su alcuni aspetti organizzativi che verranno adottati per alcune delle prossime attività, quali il noleggio di pulmini per i trasferimenti , a cominciare dal trekking di Portella Femmina morta , Monte Soro, Lago di Maulazzo del 7 aprile p.v. Il consiglio direttivo ha inoltre deciso che i Soci dovranno presentare in tempi brevi un certificato medico per attività sportiva non agonistica ed elettrocardiogramma (vedi relazione in appendice). Intervento di Carlo che ha parlato del sito che lui, Francesco P. e Sebastiano O. hanno realizzato , del suo contenuto e di quello che si vorrebbe ottenere, invitando tutti i soci a partecipare per implementarlo ed arricchirlo. Dopo l’applaudita relazione abbiamo allestito la tavolata al pianterreno ed è iniziato il pranzo conviviale con condivisione e degustazione delle ottime ed abbondantissime pietanze preparate dai soci. Finale con zippole dolci portate da Filippo e Rosalba e brindisi con spumante. Alle 13,30, riscaldati dalle abbondanti libagioni, siamo tornati nella sala al piano di sopra e sono state presentate le proposte per le attività da mettere in calendario per il secondo semestre dell’anno. Di seguito, sinteticamente ,è riportata la descrizione della attività proposta ed il nominativo del socio che ne curerà gli aspetti organizzativi e logistici. -Rocca Palumba, casali e mulino restaurati,Grotta della Gulfa , data da definire, a cura di Rosario Spadaro -Mirabella Imbaccari , visita del paese, scoperta dell’arte del tombolo, mese di ottobre, a cura di Luisa Inferrera . -Grotta di San Teodoro, trekking alla scoperta delle difese antiaeree. -Visita del museo del 900, trekking urbano a Forte Gonzaga. Date da definire, a cura di Francesco pagano. – Festino di Santa Rosalia a Palermo ,14 luglio 2024, a cura di Filippo Cavallaro.–Trekking a Roccella Valdemone, Moio Alcantara , Malvagna. Data da definire, a cura di Carlo Panzera-Trekking a Pantalica. Data da definire –Risalita di torrente, (a similitudine di Silimò ).Data da definire . A cura di Carlo Panzera e Santino Cannavò-Trekking a Monte Scuderi . Data da definire , a cura di Alberto Borgia .–Trekking notturno all’Argimusco. Data da definire .– Pesca del pescespada a bordo di una feluca nello Stretto. Luglio/Agosto , a cura di Mario Sibilla –Attività con altre associazioni escursionistiche . Data da definire– Visite caseifici a Randazzo e Pistacchio di Bronte . Data da definire, a cura di Chiara Calarco–Trekking urbano ai laghi di Ganzirri e Faro, città di Risa. Data da definire, a cura di Francesco Pagano – Trekking a Lipari. Data da definire, a cura di Tuccio Novella. Per finire in bellezza, Carmelo all’organetto, Santino alla chitarra e Filippo voce ci hanno offerto un momento musicale concluso alle 14:30. Dopo i saluti , un gruppetto di dieci persone, costituito da Francesco P., Antonella R., Giuseppe S., Santino C., Manuela S., Stefania D., Ciccio B., Sebastiano O., Ivan B. e Alberto B.,approfittando del tempo in miglioramento e per non perdere l’abitudine, ha fatto quattro passi su un percorso ad anello, andando dalle Quattro strade alla Rocca di Pietralonga e proseguendo fino al forte Ferraro. Alle 16,05 siamo tornati alle macchine e alle 16,30 eravamo a casa. APPENDICE Relazione del Presidente del 17.03.24 L’associazionismo a differenza di altre realtà comunitarie (famiglia, lavoro, scuola) non è una accettazione obbligata di condivisione ma una libera scelta di persone tanto diverse che intendono giocare a realizzare gli obiettivi che l’associazione stessa si è data. Dopo una lunga stasi dovuta alla pandemia, il gruppo è via via cresciuto raggiungendo un numero ragguardevole: siamo oltre 110 soci. Una crescita notevole dovuta forse alla varietà di attività che nel corso di questi ultimi tempi si è diversificata andando incontro alle diverse esigenze di ognuno. L’Associazione ha più di 30 anni e ha richiamato oltre 500 persone che si sono affacciati alla nostra proposta associativa. Molti hanno abbandonato, qualcuno è rientrato altri hanno scelto altre associazioni, ma un nucleo cospicuo resiste nel tempo ritenendo l’associazione una buona opportunità per valorizzare il proprio tempo libero. Un grazie particolare va a tutti i componenti del Consiglio Direttivo che nel corso degli anni hanno sostenuto la gestione dell’associazione; con qualche nuovo innesto il CD e’ stato rappresentato sempre dai “soliti” (Santino, Sergino, Sebastiano, Filippo) che non hanno voluto vanificare anni di esperienze proficue e per portare a riva la barca associativa che ha sempre avuto carenza di rematori.E in questa nuova fase auspichiamo che nuovi soci possono essere protagonisti fattivi in un prossimo futuro a gestire, nel solco della tradizione, l’impegno associativo. Importanti collaborazioni nella realizzazione di attività in questi ultimi mesi sono state fatte da alcuni soci (Alberto, Tonino, Carlo) che hanno dimostrato un impegno fattivo dedicando parte del loro tempo libero
Trekking notturno del 15 marzo 2024
Trekking notturno dalle Quattro strade a Rocca Pietralonga del 15 marzo 2024.Appuntamento all’Immacolata alle 20,10 Presenti: Marcello Aricò, Filippo Cavallaro, Carlo Panzera, Tonino Seminerio, Giusy Quartaronello, Paolo Bossa, Patrizia Olivieri, Ciccio Briguglio, Stefania Daví, Serena Policastro Carmelo Geraci, Sebastiano Occhino, Romina Mondello, Cinzia Cavallaro, Alberto Borgia Carmen Borgia Franco Mastroeni (new entry). Arrivo alle Quattro strade dove si siamo incontrati con Francesco Pagano e Manuela Scarcella. Alle 20,50 ci siamo messi in marcia sulla strada che dalle 4 strade arriva al torrente Gallo e al primo bivio abbiamo seguito la sterrata di sinistra che conduce al forte Ferraro. Dopo circa 30 minuti di facile cammino siamo arrivati alla nostra meta, la Rocca di Pietralonga, un punto panoramico da cui si gode una splendida vista di Milazzo e del Capo, e delle isole di Vulcano e Salina.Fatte le foto di rito ci siamo rimessi in marcia e abbiamo fatto la sosta per consumare la cena nello spazio attrezzato (ormai in disuso) a qualche centinaio di metri dal cancello che impedisce l’accesso ai veicoli a motore.Percorso complessivo di circa tre chilometri. La serata, anche se siamo ancora in inverno, è stata particolarmente mite, con cielo quasi terso e stellato con luna a un quarto in fase crescente. Qualcuno dei presenti viveva per la prima volta l’esperienza della passeggiata notturna e ne ha apprezzato l’atmosfera particolare. Alle 23:00 circa ci siamo messi in macchina e alle 23,30 eravamo a casa.
Escursione alla Grotta di Serracozzo del 10 marzo 2024
10 marzo coperto e vento forte a Messina Escursione alla grotta di Serracozzo ETNA. Appuntamento alle 8,00 all’Immacolata. Presenti: Marcello Aricò, Stefania Daví, Maria Grazia Costa, Simona Sagone, Carlo Panzera, Alberto Arena, Ciccio Briguglio, Alberto Borgia,Tuccio Novella, Pinella Dini, Marcella De Francesco, Simone Cappello, Aurelio La Monica, Marcello Cupane, Agata Mento,Saro Spadaro, Francesco Pagano, Santinella Rotondo, Chiara Calarco e una decina di altre persone. Partenza da Messina alle 8,10, alle 9,05 arrivo al solito bar di Linguaglossa e sosta per il caffè. Qui ci siamo incontrati con Flavia e Maria De Carlo, Manuela Scarcella e Rosalba Fera. In macchina alle 9,30, arrivo al parcheggio del rifugio Citelli, a quota 1750 metri , alle 10,15. Cielo coperto e vento. Alle 10,20 inizio marcia. Dal parcheggio si torna indietro sulla strada asfaltata per circa 100 m e in corrispondenza della curva si imbocca il sentiero a sinistra in salita che si snoda tra betulle, faggi e pini per circa 100 m di dislivello , poi in corrispondenza di una specie di “nuraghe” di grosse pietre si piega a sinistra, mantenendosi in quota, superando alcuni tratti rocciosi in corrispondenza dei corsi d’acqua. Dopo altri 20 minuti si arriva a dominare un avvallamento quasi privo di vegetazione, oltrepassato il quale siamo giunti, alle 11,30, al cratere formatosi durante l’eruzione del 1971 al cui interno si trova la grotta di Serracozzo, una delle più belle grotte di scorrimento dell’Etna. La grotta si presenta come una fessura nella roccia, in apparenza molto stretta ma comunque di facile accesso. Passato l’ingresso ci si ritrova in un ambiente molto alto e largo circa tre metri. Inoltrandosi verso il fondo ci si immette nel più basso tunnel di scorrimento che abbiamo percorso per un centinaio di metri . Man mano che si procede il terreno si fa sempre più ripido e il suolo, sdrucciolevole, può causare scivolamento. La parte più bella si trova nel primo ambiente, quello di ingresso, tra la prima stanza e il tunnel, dove la luce entra dall’alto illuminando la particolare forma a serratura della cavità. Alcuni di noi, spegnendo le torce , hanno apprezzato la sensazione del buio totale e del silenzio. Alle 11,50 abbiamo ripreso il cammino in salita superando alcuni canaloni lavici e dopo alcune centinaia di metri, alle 12,15 ci siamo fermati per consumare il pranzo e per la distribuzione delle spillette preparate dal Presidente, sotto l’ infuriare di un vento violento. Aurelio L. e Marcello C. sono andati in avanscoperta e quando sono tornati, alle 12,50 abbiamo ripreso il sentiero in ripida salita per arrivare, dopo circa mezz’ora, ostacolati dal vento che andava rinforzando, a “Serra delle Concazze” a quota 1910 m. s. l. m. Da qui abbiamo potuto ammirare, per qualche istante, la Valle del Bove. Il programma prevedeva di continuare a risalire sul ciglio della Valle del Bove fino ad arrivare a quota 2100 metri, per poi prendere un sentiero in discesa lungo un canale sabbioso che ci avrebbe riportati in poco tempo al sentiero percorso all’andata. Le condizioni però erano praticamente proibitive perché le raffiche erano talmente forti da fare perdere l’equilibrio, per cui siamo scesi da un canalone sabbioso e siamo arrivati al sentiero in corrispondenza della grotta. Poco più a valle abbiamo incontrato una coppia di ragazzi tedeschi, entusiasti dell’Etna, che stavano andando a visitare la grotta e successivamente abbiamo regalato spilletta in ricordo della loro esperienza di oggi. In discesa Alberto A. ha avuto qualche problema alle gambe, dovuto principalmente alla stanchezza e alla mancanza di allenamento, e quindi, adeguandoci al suo passo, abbiamo raggiunto il Rifugio alle 15,15. Dopo una corroborante bevanda calda, alle 15,30 ci siamo messi in macchina, destinazione Messina. Poco dopo ha iniziato a piovere e la pioggia ci ha fatto compagnia fino a Fiumefreddo. Alle 17,43 l’equipaggio di Carlo ha superato il casello di Tremestieri, superando di un minuto Tuccio. Anche oggi ci possiamo ritenere fortunati perché, a parte il vento, non è piovuto e la nebbia è rimasta bassa, permettendoci di godere i bellissimi panorami che l’Etna offre agli escursionisti. Percorso complessivo di poco meno di sette chilometri >>>> qui potete vedere tutte le foto scattate durante la giornata <<<<