HappyRecola del 20 marzo 2024 ore 20,00Sede della comunità greca di Messina, presentazione del libro di poesie Mario Sibilla. Presenti: Marcello Aricò, Santino Cannavó , Filippo Cavallaro, Ciccio Briguglio , Stefania Daví , Manuela Scarcella , Giusy Mandraffino, Gabriella Panarello , Antonella Zangla, Salvatore Rotondo, Ileana Padovano, Carmelo Geraci, Margherita Bambino, Flavia De Carlo, Gaetano Messina, Daniela De Domenico, Danila Castiglione, Franco La Maestra, Sebastiano Occhino, Roberto Raco, Luisa Inferrera, Franco Mastroeni, Patrizia Olivieri, Rosalba Cucinotta, Alberto Borgia, l’Autore . Oltre ai soci della Re Colapesce erano presenti una ventina di amici di Mario per cui la sala era completamente piena e molti sono rimasti in piedi. Introduzione di Marcello e presentazione di Mario del suo “Marius eroticus ” che raccoglie 145 poesie selezionate tra le più di 200 che inizialmente aveva scelto. . Le poesie, tutte pervase da un sottile erotismo, esprimono, a volte in modo crudo, ma senza mai scadere nel volgare la sua passione e il suo amore per la DONNA . Il volume è impreziosito da un inserto grafico realizzato da Lidia Muscolino che ha fatto quattro quadri, molto originali, realizzati con una particolare tecnica grafica.Lettura delle poesie da parte di diversi presenti, la giuria, composta da Mario, Marcello e Gianfranco Attanasio, ha selezionato una terna di finalisti e alla fine della seconda lettura ha proclamato vincitore Santino Cannavó. Dopo la premiazione taglio della torta e brindisi per Mario che oggi compie 69 anni.Piacevole ed originale serata con buona partecipazione e coinvolgimento dei presenti per rendere i dovuti riconoscimenti al poliedrico Poeta del gruppo.
Festa della Primavera del 17 marzo 2024
Festa della Primavera del 17 marzo 2024 al centro Polifunzionale della Forestale alle Quattro Strade. Tempo variabile Presenti: Marcello Aricò, Carmelo Geraci, Mario Sibilla, Luisa Inferrera, Rosario Spadaro, Gabriella Panarello, Antonella Zangla, Stefania Daví, Ciccio Briguglio, Carlo Panzera, Tonino Seminerio, Giusy Quartaronello, Alessia Seminerio, Sebastiano Occhino, Manuela Scarcella, Francesco Pagano, Antonella Rotondo, Antonella Arena, Filippo Cavallaro, Rosalba Cucinotta, Chiara Calarco, Marcella De Francesco, Simone Cappello, Pinella Dini, Tuccio Novella, Ivan Bolignani, Santino Cannavó, Paolo Scarcella, Giuseppe Spanó, Nino Scimone, Patrizia Olivieri, Alberto Borgia. Ospiti Silvia,amica di Mario , la madre di Marcella,Vincenzo Milone, marito di Patrizia. (Alla lettura della relazione erano presenti anche Rosalba Fera e Antonello). Registrazione dei partecipanti e colazione con caffè caldo e colomba pasquale offerta dalla organizzazione, come sempre efficiente, che è riuscita ad ottenere la comoda struttura del centro, appartenente al corpo Forestale e scarsamente utilizzata per insipienza, inerzia e/o disinteresse dei Dirigenti. Alle 9,50 ci siamo incamminati sulla sterrata che conduce alla torretta di osservazione sulla cima del colle Sarrizzo, meta del trekking notturno del 2 febbraio u.s., da dove abbiamo apprezzato il panorama della costa tirrenica e delle isole. Al ritorno ci siamo trasferiti nella sala riunioni al primo piano e il Presidente ha relazionato sullo stato della Associazione, sulle attività e i progetti in corso , sulle future prospettive e su alcuni aspetti organizzativi che verranno adottati per alcune delle prossime attività, quali il noleggio di pulmini per i trasferimenti , a cominciare dal trekking di Portella Femmina morta , Monte Soro, Lago di Maulazzo del 7 aprile p.v. Il consiglio direttivo ha inoltre deciso che i Soci dovranno presentare in tempi brevi un certificato medico per attività sportiva non agonistica ed elettrocardiogramma (vedi relazione in appendice). Intervento di Carlo che ha parlato del sito che lui, Francesco P. e Sebastiano O. hanno realizzato , del suo contenuto e di quello che si vorrebbe ottenere, invitando tutti i soci a partecipare per implementarlo ed arricchirlo. Dopo l’applaudita relazione abbiamo allestito la tavolata al pianterreno ed è iniziato il pranzo conviviale con condivisione e degustazione delle ottime ed abbondantissime pietanze preparate dai soci. Finale con zippole dolci portate da Filippo e Rosalba e brindisi con spumante. Alle 13,30, riscaldati dalle abbondanti libagioni, siamo tornati nella sala al piano di sopra e sono state presentate le proposte per le attività da mettere in calendario per il secondo semestre dell’anno. Di seguito, sinteticamente ,è riportata la descrizione della attività proposta ed il nominativo del socio che ne curerà gli aspetti organizzativi e logistici. -Rocca Palumba, casali e mulino restaurati,Grotta della Gulfa , data da definire, a cura di Rosario Spadaro -Mirabella Imbaccari , visita del paese, scoperta dell’arte del tombolo, mese di ottobre, a cura di Luisa Inferrera . -Grotta di San Teodoro, trekking alla scoperta delle difese antiaeree. -Visita del museo del 900, trekking urbano a Forte Gonzaga. Date da definire, a cura di Francesco pagano. – Festino di Santa Rosalia a Palermo ,14 luglio 2024, a cura di Filippo Cavallaro.–Trekking a Roccella Valdemone, Moio Alcantara , Malvagna. Data da definire, a cura di Carlo Panzera-Trekking a Pantalica. Data da definire –Risalita di torrente, (a similitudine di Silimò ).Data da definire . A cura di Carlo Panzera e Santino Cannavò-Trekking a Monte Scuderi . Data da definire , a cura di Alberto Borgia .–Trekking notturno all’Argimusco. Data da definire .– Pesca del pescespada a bordo di una feluca nello Stretto. Luglio/Agosto , a cura di Mario Sibilla –Attività con altre associazioni escursionistiche . Data da definire– Visite caseifici a Randazzo e Pistacchio di Bronte . Data da definire, a cura di Chiara Calarco–Trekking urbano ai laghi di Ganzirri e Faro, città di Risa. Data da definire, a cura di Francesco Pagano – Trekking a Lipari. Data da definire, a cura di Tuccio Novella. Per finire in bellezza, Carmelo all’organetto, Santino alla chitarra e Filippo voce ci hanno offerto un momento musicale concluso alle 14:30. Dopo i saluti , un gruppetto di dieci persone, costituito da Francesco P., Antonella R., Giuseppe S., Santino C., Manuela S., Stefania D., Ciccio B., Sebastiano O., Ivan B. e Alberto B.,approfittando del tempo in miglioramento e per non perdere l’abitudine, ha fatto quattro passi su un percorso ad anello, andando dalle Quattro strade alla Rocca di Pietralonga e proseguendo fino al forte Ferraro. Alle 16,05 siamo tornati alle macchine e alle 16,30 eravamo a casa. APPENDICE Relazione del Presidente del 17.03.24 L’associazionismo a differenza di altre realtà comunitarie (famiglia, lavoro, scuola) non è una accettazione obbligata di condivisione ma una libera scelta di persone tanto diverse che intendono giocare a realizzare gli obiettivi che l’associazione stessa si è data. Dopo una lunga stasi dovuta alla pandemia, il gruppo è via via cresciuto raggiungendo un numero ragguardevole: siamo oltre 110 soci. Una crescita notevole dovuta forse alla varietà di attività che nel corso di questi ultimi tempi si è diversificata andando incontro alle diverse esigenze di ognuno. L’Associazione ha più di 30 anni e ha richiamato oltre 500 persone che si sono affacciati alla nostra proposta associativa. Molti hanno abbandonato, qualcuno è rientrato altri hanno scelto altre associazioni, ma un nucleo cospicuo resiste nel tempo ritenendo l’associazione una buona opportunità per valorizzare il proprio tempo libero. Un grazie particolare va a tutti i componenti del Consiglio Direttivo che nel corso degli anni hanno sostenuto la gestione dell’associazione; con qualche nuovo innesto il CD e’ stato rappresentato sempre dai “soliti” (Santino, Sergino, Sebastiano, Filippo) che non hanno voluto vanificare anni di esperienze proficue e per portare a riva la barca associativa che ha sempre avuto carenza di rematori.E in questa nuova fase auspichiamo che nuovi soci possono essere protagonisti fattivi in un prossimo futuro a gestire, nel solco della tradizione, l’impegno associativo. Importanti collaborazioni nella realizzazione di attività in questi ultimi mesi sono state fatte da alcuni soci (Alberto, Tonino, Carlo) che hanno dimostrato un impegno fattivo dedicando parte del loro tempo libero
Trekking notturno del 15 marzo 2024
Trekking notturno dalle Quattro strade a Rocca Pietralonga del 15 marzo 2024.Appuntamento all’Immacolata alle 20,10 Presenti: Marcello Aricò, Filippo Cavallaro, Carlo Panzera, Tonino Seminerio, Giusy Quartaronello, Paolo Bossa, Patrizia Olivieri, Ciccio Briguglio, Stefania Daví, Serena Policastro Carmelo Geraci, Sebastiano Occhino, Romina Mondello, Cinzia Cavallaro, Alberto Borgia Carmen Borgia Franco Mastroeni (new entry). Arrivo alle Quattro strade dove si siamo incontrati con Francesco Pagano e Manuela Scarcella. Alle 20,50 ci siamo messi in marcia sulla strada che dalle 4 strade arriva al torrente Gallo e al primo bivio abbiamo seguito la sterrata di sinistra che conduce al forte Ferraro. Dopo circa 30 minuti di facile cammino siamo arrivati alla nostra meta, la Rocca di Pietralonga, un punto panoramico da cui si gode una splendida vista di Milazzo e del Capo, e delle isole di Vulcano e Salina.Fatte le foto di rito ci siamo rimessi in marcia e abbiamo fatto la sosta per consumare la cena nello spazio attrezzato (ormai in disuso) a qualche centinaio di metri dal cancello che impedisce l’accesso ai veicoli a motore.Percorso complessivo di circa tre chilometri. La serata, anche se siamo ancora in inverno, è stata particolarmente mite, con cielo quasi terso e stellato con luna a un quarto in fase crescente. Qualcuno dei presenti viveva per la prima volta l’esperienza della passeggiata notturna e ne ha apprezzato l’atmosfera particolare. Alle 23:00 circa ci siamo messi in macchina e alle 23,30 eravamo a casa.
Escursione alla Grotta di Serracozzo del 10 marzo 2024
10 marzo coperto e vento forte a Messina Escursione alla grotta di Serracozzo ETNA. Appuntamento alle 8,00 all’Immacolata. Presenti: Marcello Aricò, Stefania Daví, Maria Grazia Costa, Simona Sagone, Carlo Panzera, Alberto Arena, Ciccio Briguglio, Alberto Borgia,Tuccio Novella, Pinella Dini, Marcella De Francesco, Simone Cappello, Aurelio La Monica, Marcello Cupane, Agata Mento,Saro Spadaro, Francesco Pagano, Santinella Rotondo, Chiara Calarco e una decina di altre persone. Partenza da Messina alle 8,10, alle 9,05 arrivo al solito bar di Linguaglossa e sosta per il caffè. Qui ci siamo incontrati con Flavia e Maria De Carlo, Manuela Scarcella e Rosalba Fera. In macchina alle 9,30, arrivo al parcheggio del rifugio Citelli, a quota 1750 metri , alle 10,15. Cielo coperto e vento. Alle 10,20 inizio marcia. Dal parcheggio si torna indietro sulla strada asfaltata per circa 100 m e in corrispondenza della curva si imbocca il sentiero a sinistra in salita che si snoda tra betulle, faggi e pini per circa 100 m di dislivello , poi in corrispondenza di una specie di “nuraghe” di grosse pietre si piega a sinistra, mantenendosi in quota, superando alcuni tratti rocciosi in corrispondenza dei corsi d’acqua. Dopo altri 20 minuti si arriva a dominare un avvallamento quasi privo di vegetazione, oltrepassato il quale siamo giunti, alle 11,30, al cratere formatosi durante l’eruzione del 1971 al cui interno si trova la grotta di Serracozzo, una delle più belle grotte di scorrimento dell’Etna. La grotta si presenta come una fessura nella roccia, in apparenza molto stretta ma comunque di facile accesso. Passato l’ingresso ci si ritrova in un ambiente molto alto e largo circa tre metri. Inoltrandosi verso il fondo ci si immette nel più basso tunnel di scorrimento che abbiamo percorso per un centinaio di metri . Man mano che si procede il terreno si fa sempre più ripido e il suolo, sdrucciolevole, può causare scivolamento. La parte più bella si trova nel primo ambiente, quello di ingresso, tra la prima stanza e il tunnel, dove la luce entra dall’alto illuminando la particolare forma a serratura della cavità. Alcuni di noi, spegnendo le torce , hanno apprezzato la sensazione del buio totale e del silenzio. Alle 11,50 abbiamo ripreso il cammino in salita superando alcuni canaloni lavici e dopo alcune centinaia di metri, alle 12,15 ci siamo fermati per consumare il pranzo e per la distribuzione delle spillette preparate dal Presidente, sotto l’ infuriare di un vento violento. Aurelio L. e Marcello C. sono andati in avanscoperta e quando sono tornati, alle 12,50 abbiamo ripreso il sentiero in ripida salita per arrivare, dopo circa mezz’ora, ostacolati dal vento che andava rinforzando, a “Serra delle Concazze” a quota 1910 m. s. l. m. Da qui abbiamo potuto ammirare, per qualche istante, la Valle del Bove. Il programma prevedeva di continuare a risalire sul ciglio della Valle del Bove fino ad arrivare a quota 2100 metri, per poi prendere un sentiero in discesa lungo un canale sabbioso che ci avrebbe riportati in poco tempo al sentiero percorso all’andata. Le condizioni però erano praticamente proibitive perché le raffiche erano talmente forti da fare perdere l’equilibrio, per cui siamo scesi da un canalone sabbioso e siamo arrivati al sentiero in corrispondenza della grotta. Poco più a valle abbiamo incontrato una coppia di ragazzi tedeschi, entusiasti dell’Etna, che stavano andando a visitare la grotta e successivamente abbiamo regalato spilletta in ricordo della loro esperienza di oggi. In discesa Alberto A. ha avuto qualche problema alle gambe, dovuto principalmente alla stanchezza e alla mancanza di allenamento, e quindi, adeguandoci al suo passo, abbiamo raggiunto il Rifugio alle 15,15. Dopo una corroborante bevanda calda, alle 15,30 ci siamo messi in macchina, destinazione Messina. Poco dopo ha iniziato a piovere e la pioggia ci ha fatto compagnia fino a Fiumefreddo. Alle 17,43 l’equipaggio di Carlo ha superato il casello di Tremestieri, superando di un minuto Tuccio. Anche oggi ci possiamo ritenere fortunati perché, a parte il vento, non è piovuto e la nebbia è rimasta bassa, permettendoci di godere i bellissimi panorami che l’Etna offre agli escursionisti. Percorso complessivo di poco meno di sette chilometri >>>> qui potete vedere tutte le foto scattate durante la giornata <<<<
Escursione a Pizzo Babaschi del 3 marzo 2024
Escursione a Pizzo Babaschi (meta prevista Rocca Timogna) del 3 marzo 2024. Appuntamento all’Immacolata alle 8,00. Presenti: Carlo Panzera, Paolo Bossa, Stefania Daví, Rosario Spadaro, Santinella Rotondo, Santino Cannavó, Angelo Salvo, Simone Cappello, Marcella De Francesco, Tonino Seminerio, Alberto Borgia e tre new entry: Marcella Fucile, Marco Gneni e Nino Micali. Partenza dal Boccetta alle 8,10. Al cimitero di S. Filippo del Mela ci siamo incontrati con Francesco Pagano e il suo equipaggio costituito da Alberto Arena, Manuela Scarcella e Rosalba Fera.Dopo circa nove chilometri di strada sterrata a fianco del torrente, alle 9,30 abbiamo parcheggiato in un largo spiazzo e, dopo avere atteso Tuccio e Pinella che erano partiti in ritardo, e si erano fermati per strada perché un cane si era messo davanti alla loro macchina, alle 9, 55 ci siamo messi in marcia. Primo tratto su strada in terra battuta a fianco del torrente nella bella vallata ricca di alberi. Cielo terso e temperatura gradevole, tanto che dopo una decina di minuti di cammino abbiamo iniziato a togliere giacche a vento e qualcuno anche il maglione. Guadato il torrente ci siamo immessi in una strada in salita che percorsa per qualche centinaio di metri,alle 11,00 ci ha portati alla bella cascata Laddara, formata da un affluente del torrente. Dopo aver fatto le foto di rito ci siamo messi in marcia alle 11,20 per raggiungere Pizzo Babaschi , non molto distante, ma a quota 840 metri, con l’idea di proseguire per Rocca Timogna.La salita era abbastanza impegnativa, Carlo ha avuto problemi di ossigenazione e alle 12,00 circa ha deciso di fermarsi e tornare indietro, dando appuntamento al resto del gruppo alle macchine. Angelo si è fermato con lui per non lasciarlo solo.Procedendo sulla strada abbiamo fatto un breve tratto in discesa e superato un facile guado in prossimità del quale c’era un tubo da cui usciva ottima acqua.Ricominciata la salita, con la strada fiancheggiata da grossi alberi di quercia e di castagno e con bellissima vista sul golfo di Milazzo, Stromboli e Panarea.Pinella ha avuto problemi di tachicardia e quindi, insieme a Tuccio, è tornata indietro per raggiungere Carlo e Angelo.Alle 13,20 siamo finalmente arrivati a Pizzo Babaschi, da cui si gode una vista fantastica sulla costa tirrenica e, dal punto più alto, anche sulla vallata del torrente.Sul versante di fronte a noi, coperto da alberi, a circa un chilometro in linea d’aria, svettava la massa caratteristica di Rocca Timogna con il suo profilo di grosso scimmione. Abbiamo fatto un breve consulto e concordato che, vista l’ora inoltrata , le condizioni fisiche dei partecipanti e la strada da fare per raggiungerla, ci saremmo fermati sul posto per tornare indietro dalla stessa strada.Telefonata del Presidente da Palermo, sempre presente tra noi anche se lontano.. Consumato il pranzo al sacco appollaiati sotto la cima del Pizzo per avere un po’ di riparo dal vento impetuoso. Rinforzati dal vino portato da Saro, alle 13,50 abbiamo iniziato la discesa che si è rivelata più gravosa della salita, specialmente per quelli poco allenati o con calzature inadeguate. Saro ha avuto qualche difficoltà e quindi per adeguarci al suo passo abbiamo impiegato più tempo del previsto.Santinella, Stefania, Manuela e Rosalba hanno guadato il torrente a bordo di una pala meccanica incontrata sul luogo. Arrivati alle macchine alle 16,55, percorso totale di quasi 12 chilometri. Rientro a casa alle 18,00 circa. Anche se non abbiamo raggiunto la meta prevista, l’escursione è stata ugualmente molto piacevole ed è servita a rafforzare lo spirito del gruppo.
28 febbraio Happyrecola Il respiro del mantice
28 febbraio 2024 Happyrecola. Il respiro del mantice, a cura di Carmelo Geraci. Presenti :Marcello Aricò, Mario Sibilla, Rosario Spadaro, Ileana Rotondo, Salvatore Rotondo, Ciccio Briguglio, Patrizia Olivieri, Gabriella Panarello, Antonella Zangla, Filippo Cavallaro, Rosalba Cucinotta, Gianmichele Sfravara, Alberto Borgia. Carmelo ha fatto una interessante spiegazione del principio di funzionamento degli aerofoni tra cui rientrano gli strumenti a mantice, in particolare fisarmonica e organetto, di cui ha spiegato differenze e particolarità.La serata è stata particolarmente piacevole e originale perché Carmelo, prima ha coinvolto Filippo nella esecuzione di un brano tradizionale e poi ha suonato insieme ai simpatici e virtuosi componenti del gruppo musicale Sicilia e dintorni di cui fa parte. Il portavoce della compagine ha puntualizzato che il loro non è un gruppo folkloristico, ma un insieme di ricercatori che da più di quarant’anni si occupano della ricerca musicale di brani trasmessi oralmente da contadini, pastori, pescatori possibilmente senza nessun tipo di “contaminazioni”. Hanno eseguito con passione e divertendosi una serie di pezzi della nostra tradizione popolare, molto apprezzati dagli astanti.A chiusura della bella serata degustazione di squisiti anelletti alla palermitana, preparati dal nostro poliedrico Presidente, accompagnati da un un buon bicchiere di vino rosso e pane e formaggio.Serata molto piacevole.
Escursione a Castroreale del 25 febbraio 2024
Escursione a Castroreale del 25 febbraio 2024 Appuntamento all’Immacolata alle 8,15. Presenti :Francesco Pagano, Antonella Rotondo, Ciccio Briguglio, Stefania Daví, Manuela Scarcella, Mario Sibilla, Luisa Inferrera, Rosario Spadaro, Alberto Borgia. Viste le pessime condizioni meteo e le previsioni abbiamo chiamato l’ing. Faranda che ci ha detto che a Castroreale pioveva e la visibilità era nulla per la nebbia, lasciando a noi la decisione su cosa fare. Dopo un breve consulto abbiamo deciso di andare ugualmente, nonostante otto iscritti, per vari motivi avessero dato disdetta. Telefonata a Pinella e Tuccio che hanno detto che sarebbero venuti direttamente a Castroreale per cui la sola macchina di Francesco non sarebbe stata sufficiente per portare tutti.Luisa ha messo a disposizione la propria macchina e così Luisa, Rosario, Mario e Alberto hanno formato il secondo equipaggio e alle 8,35 sono partiti per raggiungere Francesco al municipio di Barcellona. Pioggia continua e a tratti molto forte sull’autostrada.All’altezza di Milazzo Pinella ha inviato un messaggio con cui comunicava che lei e Tuccio non volevano rischiare di bagnarsi e si sono ritirati. Arrivo a Castroreale,avvolta nella nebbia, alle 9,50. L’ingegnere Paolo Faranda ci aspettava in piazza Duomo , e siamo entrati subito nella chiesa.Il pavimento è del 1600 ed è quasi tutto originale in pietra bianca e nera. Una caratteristica della chiesa è che è stato cambiato l’orientamento, dimostrato dalla presenza di due archi perchè probabilmente era utilizzata dagli ebrei , che prima dell’allontanamento dalla cinta muraria del 1492 voluta da Isabella d’Aragona costituivano il 20% della popolazione e vivevano in questa parte della città. Castroreale era città demaniale grazie a Federico secondo di Aragona (di cui quest’anno ricorrono i festeggiamenti per i 700 anni) ed era capoluogo del distretto numero due ( il numero uno era quello di Messina, con cui confinava) che si estendeva fino a Santa Teresa Riva a nord e a Giardini a sud sullo Ionio e da Milazzo fino a Capo Tindari sul Tirreno controllando una superficie di più di 800 kmq. Il vecchio nome di Castroreale era Artemisia e Crizzina e i primi abitatori stavano sotto Rodì Milici. Dopo una alluvione del torrente un nucleo si spostò nel 1324 in questa zona. La chiesa è costruita sui resti di un tempio greco romano intestato a Vesta e fu successivamente sinagoga, Infatti, sulla controfacciata è incastonata l’arcata absidale a sesto acuto dell’edificio quattrocentesco originariamente orientato in senso inverso rispetto alla costruzione seicentesca. Dedicata a Santa Maria Assunta, fu ricostruita tra la fine del XVII e l’inizio XVIII secolo su modello della cattedrale di Messina. L’impianto è a croce latina con ampia navata centrale e copertura a capriate. L’aula è articolata in tre navate divise da sedici colonne culminanti con variegati capitelli corinzi sui quali poggiano e si aprono sette grandi archi a tutto sesto su ogni lato, lungo le pareti di ciascuna navata minore sono disposti sei altari e un ingresso laterale. Peculiarità dell’impianto è la presenza di un cornicione in pietra locale sulle pareti laterali interne, manufatto sorretto da pilastri paraste scanalati con capitelli corinzi atto a formare delle navatelle ad arco poco profonde, dove sono incassati gli altari minori. Entrambe le composizioni sono finemente e riccamente decorate con fregi floreali, antropomorfi e geometrici in rilievo; sui contrafforti sono presenti numerosi vasi ornamentali e stemmi di casate nobiliari o famiglie illustri.In prossimità delle ultime arcate a ridosso del grande arco del transetto, sul lato destro è possibile ammirare un pregevole pergamo marmoreo del 1646, commissionato dai Giurati di Castroreale sul modello cinquecentesco di Andrea Calamech realizzato nel duomo di Messina.Nel dopoguerra il monumento è stato utilizzato come modello per ricostruire quello del duomo di Messina distrutto dai bombardamenti degli alleati del 1943.La cantoria dove si trova un bellissimo volume manoscritto , il prospetto dell’antico organo e il coro in legno di noce a doppio ordine di stalli occupano i tre lati del vano absidale.Intagli e statuette della cantoria sono stati parzialmente reintegrati e ricollocati dopo il terremoto del 1908, tra essi spicca la figura centrale dell’Onnipotente benedicente nell’atto di reggere in mano le sorti del Mondo e dell’Universo. Tutti e tre gli elementi cantoria, coro, organo concorrono oltre ad arredare l’abside, a creare l’insieme della complessa scenografia che costituisce l’intero altare maggiore.L’ organo a canne ha subito i danni delle varie calamità naturali , ricostruito sul modello dell’antica cassa lignea risalente al 1612 è stato distrutto nel terremoto del 1908, ad eccezione del prospetto anteriore. Fino al 1998 il monumentale manufatto era addossato alla controfacciata occultando l’arco della costruzione medievale.L’organo, recentemente restaurato a Palermo e perfettamente funzionante, è utilizzato per l’esecuzione di concerti di musica secentesca . Il mercoledì di Pasqua viene introdotto in chiesa il Cristo lungo , conservato nella chiesa di S.Agata ,e il venerdì è portato in processione insieme alle barette. É alto circa 15 metri e pesa 800 chili ed è portato a spalla da sedici persone, quasi tutti contadini e muratori, mentre le forcelle che servono a sollevarlo e a tenerlo in equilibrio sono sorrette da artigiani. La festa risale al 1600. Il 25 agosto del 1854 , durante una epidemia di colera , il Cristo lungo passò sotto la finestra di una casa in cui c’era una donna in coma che si riprese al passaggio e per questo si gridò al miracolo. In ricordo di questo avvenimento la festa si svolge ogni anno il 25 agosto ed è veramente spettacolare e unica. L’autore della “macchina “ è lo stesso della vara di Messina.L’ ing Faranda ci ha poi spiegato con dovizia di particolari il funzionamento della meridiana a camera oscura presente nella chiesa, realizzata nel 1854 dal professore di lettere classiche Nicola Perroni Basquez.La linea meridiana parte dalla seconda colonna della navata sinistra entrando dall’ingresso principale e corre trasversalmente lungo il pavimento fino a interessare la mezzeria della navata centrale, indicando la direzione Sud – Nord del meridiano terrestre di Castroreale. La luce del sole entra da un forellino di 6 mm praticato sul tetto della navata laterale sinistra ad una altezza di circa 10
Trekking notturno a Musolino del 23 febbraio 2024
Trekking notturno del 23 febbraio 2024 Appuntamento all’Immacolata alle 20,00 Presenti: Marcello Aricò, Nino Scimone, Tonino Seminerio, Stefania Daví, Angelo Salvo, Katia Tribulato, Rosario Spadaro, Francesco Pagano, Sebastiano Occhino, Filippo Cavallaro, Gianmichele Sfravara, Alberto Borgia. Formati gli equipaggi siamo andati a Musolino dove ci aspettavano Carlo Panzera, Antonella Arena, Paolo Bossa, Arturo Lucà Trombetta e Ciccio Briguglio. Il programma, che prevedeva una camminata in cresta a Pizzo Chiarino, è stato modificato perché Carlo ha verificato che la nebbia eccessiva non permetteva di camminare in sicurezza, per cui abbiamo deciso di lasciare le macchina all’area attrezzata di Musolino e fare quattro passi nel bosco fino a Borgo Musolino. Nel frattempo Marcello, Antonella e Nino hanno acceso il fuoco e hanno riscaldato la zuppa di fagioli che aveva preparato Marcello e hanno preparato il vin brulé. Non è stato fatto il fuoco di bivacco previsto perché il vento molto forte non lo permetteva. Piacevole passeggiata tra gli alti alberi, temperatura gradevole, purtroppo le nuvole non facevano vedere la luna quasi piena , ma c’era ugualmente un chiarore sufficiente per camminare con le torce spente. Arrivati all’entrata di Borgo Musolino alle 21,20. Filippo, sempre piacevolmente imprevedibile, ci ha fatto gustare un bicchierino di ottimo cocktail Manhattan, a base di whiskey e vermut con una goccia di amaro che è servito da aperitivo e come aiuto per il ritorno. Alle 21,30,dopo le foto di rito, abbiamo ripreso il cammino e alle 22,10 circa abbiamo preso posto al tavolo e abbiamo cenato in piacevole compagnia con una ottima zuppa di fagioli e crostini, pane e salame, vino e, per digestivo, uno squisito vin brulé con cui abbiamo brindato alla salute di tutti noi. Anche questa volta il tempo è stato clemente nonostante tutte le previsioni negative. Il clima che si sta creando tra noi soci è sempre più piacevole e le prossime attività lo rafforzeranno senz’altro. Ritorno a casa intorno alle 23,30. Qui la gallery fotografica
Escursione a Novara di Sicilia del 11 febbraio 2024
Escursione a Novara di Sicilia11 febbraio 2024, sole a MessinaAppuntamento alle 8,00 all’Immacolata. Presenti Marcello Aricò, Stefania Daví, Luisa Inferrera, Franca Esposito,Nino Paratore, Alma Raniolo, Saro Spadaro, Roberto Raco,Antonio Zanghí, Valeria Bilardo, Tuccio Novella, Pinella Dini, Ivan Bolignani, Alberto Borgia, Antonella De Gregorio (new entry)Partenza alle 8,30 dall’Immacolata, a Barcellona sosta per il caffè. Lungo la strada il tempo è peggiorato, tutte le montagne erano coperte da nuvole scure ed ha cominciato a piovere. Arrivati in piazza alle 9,45 e, per intercessione di S. Ugo, appena abbiamo parcheggiato ha smesso di piovere e il panorama con la vista delle isole si è manifestato in tutta la sua bellezza.La dottoressa Maria Rossello, amica del Presidente, ci ha accompagnati alla piazza principale. Lungo il tragitto ci ha mostrato uno spazio di aggregazione, “La piazzetta di Roberto” , così chiamato in memoria di suo fratello, fotografo, morto in un incidente stradale alcuni anni fa. La famiglia, per ricordarlo , ha fatto realizzare, acquistando due vecchie case danneggiate dalle bombe sganciate dagli alleati nell’agosto del 1943 e utilizzandone i materiali in modo originale e gradevole, una piazzetta frequentata dai ragazzi del paese.Arrivati nella piazza principale siamo stati accolti dal vicesindaco Salvatore Buemi, novarese di adozione, che ci ha raccontatodella sua scelta di andare a vivere a Novara, piccolo borgo di circa 1200 abitanti, definito borgo di pietra (secondo lui tra i più belli al mondo), dove la qualità della vita si apprezza in ogni momento, dove il tempo si è fermato e si vive con ritmi naturali lontani da quelli frenetici dei centri urbani. Ha parlato brevemente della storia, partendo dell’Età preistorica, riferendosi ai ritrovamenti in contrada Casalini e alle rudimentali abitazioni scavate all’interno della roccia Sperlinga, che documentano l’esistenza di un complesso mesolitico.Il primo insediamento dei cistercensi avvenne verso il 1200 a Badia Vecchia, ad alcuni chilometri dal paese.A Badia Vecchia visse e operò S. Ugo, frate miracoloso ed imprenditore che dava lavoro a 500 braccianti.Successivamente siamo stati allo stand dove era in corso la preparazione della ricotta e del maiorchino da parte di due personeche possiedono un piccolo caseificio a conduzione familiare dove producono il maiorchino con il latte munto dai loro animali. Il casaro giovane, Salvo, ci ha spiegato come si prepara il formaggio, a pasta dura cruda, fatto con latte di pecora (70%) mescolato con latte di capra (30%) . Particolarità della lavorazione è rappresentata dalla foratura della pasta, con una sottile asta di ferro detta “minaccino”, che favorisce la fuoriuscita del liquido. Le forme dopo due mesi di salatura vengono fatte stagionare inambiente umido per almeno sei mesi, mentre la stagionatura delle forme utilizzate per la gara è più lunga e può durare anche 15 mesi.Gli animali che danno il latte sono nutriti con un tipo di frumento che cresce nel territorio di Novara, intorno a 600 m. s. l. m. che si chiama “Maiorca”.In attesa che la ricotta lavorata dal casaro anziano fosse pronta per il consumo, l’enciclopedica Angela, una simpatica e preparata collaboratrice a cui ci ha affidati il vicesindaco, ci ha condotti in giro per il borgo.Prima tappa la chiesa di S. Francesco, risalente al 1237, edificata in un luogo dove allora non c’era niente perché solo quasi quattro secoli dopo, nel 1600, sono arrivati i cistercensi.La chiesa, che abbiamo visto solo da fuori, mantiene la struttura gotica ma sono state apportate diverse modifiche.In un palazzo vicino si dice che ci sia un fantasma donna che appare sul balcone a mezzanotte.Angela ci ha detto che un suo amico afferma di avere visto una donna sorridente .Seconda tappa alla chiesa di S. Ugo, chiusa al culto perché da diversi anni la Sovrintendenza sta facendo lavori che non finiscono mai. La chiesa è chiamata la chiesa dell’abbazia di S.Ugo, ma il nome vero è Santa Maria la novella Noara.Nel 1626 una alluvione fece crollare il convento annesso alla vecchia abbazia, la prima in Sicilia , eretta canonicamente nel 1171 e chiamata Santa Maria la Noara, che si trovava fuori dal paese , e i monaci cistercensi, invece di ricostruirlo reputarono più conveniente trasferirsi a Novara, che nel frattempo era cresciuta di dimensioni, e vennero in questo quartiere periferico che allora era fuori le mura. A Badia vecchia è rimasto molto poco, ma vale la pena visitarla perchè si trova in un luogo molto bello che si chiama Vallebona , proprio per l’amenità dei luoghi. Quando i cistercensi costruirono questa abbazia, completata nel 1656,e la struttura struttura adiacente che un tempo era il vecchio convento trasferirono qui tutto quello che c’era nella vecchia abbazia. Ruggero II, spinto da interessi di natura politica, chiese all’abate di Chiaravalle di inviare nel regno di Sicilia i suoi monaci. Dopo un primo rifiuto Bernardo inviò nel 1137 S. Ugo, che, proveniente dalla Spagna, passò da Roma dove il papa Innocenzo II gli donò 130 reliquie.Queste reliquie furono conservate prima a badia vecchia e successivamente trasferite (in parte) in questa chiesa e conservate in un pregevole reliquiario settecentesco in legno realizzato da artigiani novaresi che si trova sulla parete di sinistra della chiesa.In seguito al terremoto del 1783, che provocò gravi danni alla struttura, nel 1784 i cistercensi si sono trasferiti a Messina, a Roccamadore dove c’era una badia “figlia” di quella novarese. L’abbazia allora fu venduta con tutti gli arredi e venne riacquistata nel 1903 quando monsignor Abbadessa da la chiesa alla parrocchia e dona il convento a padre Annibale di Francia a cui è intestata la piazza. Sui resti convento venne costruito un orfanotrofio femminile gestito dalle Figlie del Divino Zelo e adesso è una casa di riposo per anziani. Quando la chiesa venne riacquistata tutte le reliquie ritrovate, inclusa la giara miracolosa di S. Ugo di cui c’è una copia in chiesa mentre l’originale di pregevole fattura, forse araba, é conservata al duomo.La tradizione vuole che quando c’era siccità il popolo si rivolgesse al santo , portato in processione, al grido “acqua S. Ugo”.In corrispondenza del giorno della morte di S. Ugo, il 17 novembre, la giara viene riempita e
Escursione a Sicaminò, cascata del Cataolo, Gualtieri del 4 febbraio 2024
Escursione a Sicaminò , alla cascata del Cataolo e a Gualtieri . Giornata di sole Appuntamento all’Immacolata alle 8,15. Partecipanti: Tonino Seminerio, Giusy Quartaronello, Alessia Seminerio, Ciccio Briguglio, Francesco Pagano, Antonella Rotondo, Santinella Rotondo, Marcella De Francesco, Simone Cappello, Pinella Dini, Tuccio Novella, Giuseppe Spanó, Maria De Carlo, Patrizia Olivieri, Angelo Salvo, Katia Tribulato, Luisa Inferrera, Danila Castiglione, Gabriella Panarello, Antonella Zangla, Gaetano Messina, Daniela De Domenico, Rosario Spadaro, Sebastiano Occhino, Teresa Vadalà, Alberto Borgia, Rosalba Fera, Chiara Calarco, Giovanna Mangano e Carlo De Pasquale (simpatizzante). Composti gli equipaggi abbiamo percorso l’autostrada per Palermo uscendo al casello di Rometta e proseguendo per Gualtieri e per il borgo di Sicaminò dove, alle 9,15, abbiamo parcheggiato davanti alla scalinata che conduce alla cappella annessa al palazzo del duca di Avarna. Alessia Seminerio, dopo la preescursione del 20 gennaio, ha fatto una ricerca molto accurata sul borgo di Sicaminò e sul duca di Avarna e ci ha fornito una serie di interessanti informazioni sulla vita, specialmente privata, del duca Giuseppe Avarna, personalità molto interessante ed originale, morto in un incendio scoppiato nella sua abitazione nel febbraio del 1999. Di seguito, tra virgolette, riporto il testo completo del risultato del lavoro di Alessia. “Sicaminò è una frazione del comune di Gualtieri, è un termine greco che significa “gelso”.La più antica notizia del casale di Sicaminò risale al 1100, ma il documento più importanteè il privilegio col quale, nel 1125, Ruggero II d’Altavilla concesse il possesso di Sicaminòal milite Gualtiero Gavarretta, che poi, attorno al 1200, passò al suo discendente, Giovanni Sicaminò. Successivamente, in conseguenza di matrimoni, la baronia passò a diverse famiglie, l’ultima della quali quella degli Avarna, nel 1700.Fino al 1793 Sicaminò fu un feudo disabitato. Solo in quell’anno, infatti, il baroneBartolomeo Avarna ottenne da Ferdinando I di Borbone la “licentia populandi”.Nel 1798 si contavano già 205 abitanti. Anche se oggi è nuovamente quasi disabitato.Sicaminò nei secoli scorsi era conosciuta come Feudo Avarna, proprio perché era tutto di loro proprietà. Infatti, attorno al loro Palazzo Ducale, la famiglia costruì le case dei contadini al loro servizio, i quali producevano per loro olio e vino, oltre ad occuparsi dell’allevamento del bestiame. Esso, infatti, è stato un modello di città/azienda.La famiglia Avarna, detta anticamente “Guarna” o “Varna”, era la terza famiglia nobiliarepiù facoltosa della Sicilia, e detenne le cariche politiche più ambite: si annoverano vescovi, consiglieri di sovrani, cavalieri Gerosolimitani e dell’Ordine militare della Stella.In tempi recenti, il più noto della famiglia fu il Duca Giuseppe Avarna, nato nel 1916,definito eclettico intellettuale, poeta, scrittore e appassionato di politica, infatti fu tra i fondatori del Movimento per l’Indipendenza della Sicilia.Il Duca abitava nel borgo con la moglie Magda Persichetti che sposò nel 1941, dalla quale ebbe tre figli. Da buon aristocratico, chiamò il primogenito Carlo, come suo padre, per poi “scatenarsi” con i due nomi successivi: Albereda e Guiscardo.Nel 1976, durante un viaggio a Roma, incontrò una splendida hostess americana,Tava Daetz, di 33 anni più giovane di lui, lei 26 e lui 59. Si innamorarono follemente, infatti entrambi dichiararono di aver avuto il “colpo di fulmine”. La portò dunque con sé nel borgo di Sicaminò, dove andarono a vivere nella Casa del Curato, in cui trascorsero 23 anni insieme. Essa si trova esattamente accanto alla cappella di famiglia, adiacente al palazzo in cui appena prima viveva con la moglie, la quale continuò a vivere lì insieme ai figli.Il Duca in seguito a questa scelta perse molti dei suoi diritti, gli rimasero, infatti,oltre all’uso della Casa del Curato e la Cappella, solo i suoi libri.Si racconta che ogni volta che il Duca trascorreva una notte d’amore con la sua Tava, suonasse le campane della cappella, che aveva collegato, tramite una lunga corda, al suo appartamento. Si diceva anche, che questo dispetto alla moglie, derivasse dal fatto che lei, per ben 11 anni, non gli concesse il divorzio, per questo motivo lui e Tava si sposarono solo nel 1988 in una unione civile a Milazzo.E così tutto il paesino di Gualtieri quando sentiva le campane si faceva una bella risata, a differenza della moglie, amatissima dal popolo, che non rideva affatto.Magda, infatti, denunciò il fatto al pretore di Milazzo che condannò il Duca a un’ammenda,con tanto di pubblicazione del responso sulla “Gazzetta del Sud”.Il Duca invece non confermò la tesi, dicendo, in un’intervista ad Enzo Biagi, che suonare le campane era un modo di interpretare la vita con ironia e spirito, e non era certo per “suonare campane a morto per la ex consorte”.In una più recente intervista a Tava (che l’11 novembre 2016 si trovata a Messina in occasione della commemorazione del Duca, che nasceva esattamente 100 anni prima), confermò la tesi del marito, spiegando il perché quella storia non fosse vera. Tava disse che, una notte in cui stavano festeggiando il suo compleanno con alcuni amici, Magda e i suoi figli si lamentarono degli schiamazzi notturni e li denunciarono, sostenendo che avevano suonato le campane “a morte”, come presunta offesa per la ex moglie. Qualche giornalista, poi, tolse la “t” e fu così che “a morte” divenne “a more” e poi “amore”, ed è così che nacque la leggenda. I giornalisti la soprannominarono “campana dell’amore”. Purtroppo la campana non è più presente poiché è stata rubata una decina di anni fa, ma c’è chi giura di sentirla ancora suonare di tanto in tanto. Il 21 febbraio 1999 l’appartamento in cui viveva il Duca prese fuoco col lui dentro, all’età di 82 anni, e questo rese “eternamente” memorabile la sua vita. Quel giorno Tava era fuori per lavoro quando apprese la notizia. Il Duca, infatti, era già caduto in povertà, dopo che la riforma agraria del 1955, gli sottrasse 900 dei suoi 1400 ettari di proprietà, che si estendevano inizialmente fino a Castanea e Nizza di Sicilia. Oltre al fatto che già da tempo, sembrasse che egli