Trekking urbano a Castiglione di Sicilia del 22 settembre 2024 . Partecipanti: Marcello Aricò, Mike Sfravara, Nina Coiro, Francesco Pagano, Antonella Rotondo, Tonino Seminerio, Giusy Quartaronello, Alessia Seminerio, Ciccio Briguglio, Chiara Calarco, Giovanna Mangano, Gabriella Panarello, Antonella Zangla, Pinella Dini, Tuccio Novella, Santinella Rotondo, Mariella Brancati, Rosalba Fera, Caterina Ioffrida, Antonio Zampaglione. Appuntamento alle 8,00 all’Immacolata, viaggio in macchina, arrivo a Castiglione intorno alle 10,00 e incontro con la signora Cettina Cacciola che è stata la nostra guida per tutta l’ interessante visita del bellissimo borgo, inserito nel circuito dei borghi più belli d’Italia e il cui territorio è stato dichiarato di “notevole importanza pubblica” con decreto regionale del 21 giugno 1994.Dopo averne esposto l’interessante storia, che parte dagli insediamenti nel neolitico e nella età del bronzo , siamo andati a visitare le numerose chiese, iniziando da quella di San Giuseppe in cui , nella parte destra dell’abside è visibile un affresco di San Leonardo ( a cui nel medioevo era dedicata la prima chiesetta) che , insieme alla Madonna della Catena, è il protettore di chi è ingiustamente condannato per ” malagiustizia” a cui si rivolgevano i condannati. Nella volta centrale c’è un affresco del 1780 del pittore Antonio Santagati raffigurante il ” Transito di San Giuseppe “.Interessante la cripta ( l’antica chiesa medievale) in cui si trovano i ” colatoi” usati per il disseccamento dei cadaveri, successivamente posti nelle nicchie a parete. I colatoi sono particolarmente apprezzati dai viaggiatori stranieri molto interessati a tutto quanto è tenebroso e misterioso, che seguendo una moda attuale tra l’altro, cercano in paese case abbandonate da fotografare sia dall’ esterno che dall’interno. Molto interessante un quartiere del borgo in cui le costruzioni sono realizzate con l’ impiego di pietra lavica e arenaria. Nel passato i poveri iniziavano la costruzione impiegando pietr lavica, ma una volta finiti i soldi continuavano la costruzione utilizzando l’ arenaria , mentre i nobili utilizzavano entrambi i materiali per creare un effetto cromatico particolare. Un esempio è un palazzo i cui balconi possono reggere al confronto di altri famosi ovunque, come quelli di Palazzolo Acreide, di Scicli e di Noto. I mensoloni di sostegno sono 12 mascheroni in pietra lavica che che rappresentano i 12 mesi dell’anno e sono figure apotropaiche con la funzione di scacciare gli spiriti maligni.La chiesa madre di San Pietro e Paolo sorge all’interno di quello che un tempo costituiva un sistema difensivo medioevale situato nella parte superiore della collina su cui sorge Castiglione di Sicilia. Il torrione, che nella parte sommitale ospita la cuspide del campanile e la cui parte inferiore costituisce l’abside della chiesa, un tempo probabilmente era un mastio, appartenente ad uno dei quattro castelli costruiti da Ruggero II. La tradizione vuole che la chiesa sia stata fondata proprio dal conte Ruggero II, figlio di Ruggero I, il conquistatore della Sicilia e padre di Costanza D’Altavilla, nel 1105. Pare che la chiesa, durante il regno normanno, abbia goduto di grandi privilegi arrivando ad estendere la sua giurisdizione su centri come Francavilla, Linguaglossa, Roccella, Calatabiano e Mascali. Agli inizi del XV secolo, quando i monaci di san Benedetto abbandonarono l’abbazia della Santissima Trinità, situata fuori dal centro abitato e si stabilirono in locali attigui alla chiesa, il tempio sacro divenne il loro edificio di culto. La chiesa possedeva una campana, “detta mezzana”, del peso di 30 cantari, recante un’iscrizione in lettere gotiche, che fu ritrovata di fronte al convento del Carmelo dove venne nascosta in occasione dell’arrivo degli arabi. Elevata a chiesa Matrice sin dalla sua fondazione, nel corso dei secoli, la chiesa è stata oggetto di donazioni che hanno permesso di impreziosire il suo interno e di portare al termine importanti lavori di restauro. L’abate Giuseppe Coniglio, morto nel 1666, lasciò alla chiesa l’ingente somma di 6 mila onze che fu nascosta all’interno di una tomba dall’arciprete Cesare Gioeni per difenderla dalle mire del principe di Malvagna che più volte tentò di averla in prestito. Giacomo Gioeni, successore di Cesare Gioeni, indicò erede universale dei suoi beni la chiesa e si preoccupò del restauro dei danni causati dal terribile terremoto del 1693. L’arciprete si adoperò anche per la costruzione del campanile. Il 18 novembre del 1717 il campanile e la chiesa, su richiesta di don Giacomo Gioeni, vennero consacrati da mons. Migliaccio, vescovo di Messina, perché allora Castiglione apparteneva a questa diocesi. Antonio Sardo, arciprete dal 1781 al 1823, riuscì a far ottenere alla chiesa importanti privilegi. Alla sua morte gli successe il nipote Giovan Battista Calì che si occupò dei lavori di restauro della chiesa che era stata chiusa al culto in seguito al terremoto del 1818, durante il quale era crollata la parte sommitale del campanile. Nel 1837, dopo diciannove anni di intensi lavori, le sue porte vennero riaperte per accogliere i fedeli. A Giovan Battista Calì si deve anche la fondazione della biblioteca Villadicanense, arricchita da preziosi incunaboli e manoscritti e la creazione di un archivio dove vennero raccolti i documenti salvati in seguito a numerosi incendi. Il 27 giugno 1889 la chiesa fu riconsacrata dal primo vescovo di Acireale Gerlando Maria Genuardi e da Luigi Cannavò, vescovo di Smirne, nativo proprio di Castiglione.Attualmente la chiesa si presenta ad un’unica navata terminante con un’abside circolare molto accentuata e non rivela traccia delle absidi laterali. L’abside, nella parte inferiore esterna, si presenta abbellita da conci di pietra nera dell’Etna a cui seguono filari di pietra arenaria alternati a pietra nera. La restante parte è realizzata in pietra arenaria che continua fino al coronamento il quale si presenta arricchito da mensole che sostengono archetti polilobati a forma di conchiglia e da una cornice che in origine doveva estendersi su tutta la costruzione. La struttura muraria dell’abside si presenta realizzata con conci regolari perfettamente tagliati, caratteristica che si ripresenta anche nelle finestre laterali, strette monofore che un tempo illuminavano la navata. La dimensione dei conci perfettamente quadrati, la stessa tecnica della messa in opera e l’utilizzo della pietra nera e arenaria, rivelano tecniche costruttive tipiche dell’epoca sveva, mentre la presenza degli
Trekking notturno a Musolino del 13 settembre 2024
Trekking notturno a Musolino del 13 settembre 2024.Appuntamento al Boccetta alle 20,20, presenti Carmelo Geraci, Ciccio Briguglio, Tonino Seminerio, Giusy Quartaronello e partenza alle 20,30. Incontrati a MusolinoAngela Paratore, Bruno Manfrè, Arturo Lucà Trombetta Francesco Pagano, Antonella Rotondo,Caterina Trovatello, Sebastiano Occhino e Carlo Panzera .Partenza da Musolino alle 21,10 e alle 21,20 lasciamo la strada asfaltata e giriamo a sx nei pressi del forte Ferraro.Dopo circa 10 minuti, alle 21,30 , raggiungiamo la stele dell’Ecce Homo e seguiamo per un breve tratto il cammino Pier Giorgio Frassati che si snoda lungo antiche vie di pellegrinaggio dei Monti Peloritani, percorrendo un tratto della Via Francigena, della Via Regia Posta e dei pellegrini. Il sentiero parte da Puntale Ferraro, sui Colli S. Rizzo, in prossimità della Stele votiva all’Ecce Homo, per raggiungere il santuario di Calvaruso.Vento forte!!!Alle 21,50 lasciato il sentiero Frassati e imboccato a sx un altro sentiero in leggera salita in direzione “Area Daini”. Alle 22,05, per tagliare un tornante abbiamo preso abbiamo lasciato il sentiero camminando in salita tra gli alberi del bosco che poco dopo ci ha condotto al sentiero carrabile di primaconcludendo l’anello a Musolino alle 22,10. Percorso complessivo di circa 3 chilometri .Alle 22,20 cena sui tavoli dell’area attrezzata di Musolino.Alle 22,45 Rientro in città con arrivo al Boccetta alle 23,10.
Escursione alle Gurne dell’Alcantara del 8 settembre 2024
Escursione alle Gurne dell’Alcantantara del 8 settembre 2024. Partecipanti: Marcello Aricò, Carlo Panzera, Manuela Scarcella, Stefania Davì-Tonino Seminerio , Carmelo Geraci, Ciccio Briguglio, partiti da Messina alle 8,10 e Nando Centorrino con Angela Trimarchi incontrati alle 8,50 all’uscita di Giardini. Arrivo a Francavilla di Sicilia alle 9, 15. Dopo la sosta per il caffè al bar lasciate le macchine in paese e preso un sentiero per raggiungere il fiume che però, nella parte finale, era un po’ difficile da percorrere per cui si era deciso di tornare alle macchine e cercare un accesso più agevole. Dopo alcune centinaia di metri seguito un cartello che indicava il sentiero per la Gurna/Vullo Passerella che conduce alla ormai dismessa centrale dell’ENEL. Alle 11,00 abbiamo raggiunto il letto del fiume Alcantara che nella sua incessante azione erosiva operata per millenni sulle colate laviche, ha creato una serie di laghetti dalla forma rotondeggiante conosciute con il nome di “Gurne” o “Vulli”. Questa particolare tipologia di laghi di natura lavica caratterizza il corso dell’Alcantara in un tratto limitato che si estende (escludendo i due Vulli in prossimità di Mojo Alcantara, meno importanti rispetto agli altri) prevalentemente nel territorio del Comune di Francavilla di Sicilia (Me), tra la contrada Santa Caterina e l’omonimo ponte, fino all’abitato di fondaco Motta, frazione di Motta Camastra (Me). Le Gurne dell’Alcantara sono sedici. La loro larghezza varia tra i 5 ed i 30 metri di diametro mentre la profondità varia tra i 5 e i 10 metri massimi, che si raggiungono solo in prossimità delle cascate. Le dimensioni e le profondità delle “Gurne” variano al variare delle piene del fiume e sono condizionate anche dall’accumularsi di detriti e sedimenti che trasformano la morfologia del corso. Anche se la siccità di questa estate è stata molto severa la portata del fiume era abbondante. Vista l’acqua gelida non tutti si sono bagnati e solo Marcello ha nuotato in una pozza profonda mentre Carmelo e Carlo si sono immersi, sdraiandosi in un punto in cui l’acqua arrivava alle ginocchia. Manuela non è riuscita ad immergersi a causa della bassa temperatura dell’acqua. Sul posto c’ erano una ventina di ragazzi e mentre eravamo lì sono passati una decina di ragazzi con le mute che, seguiti da istruttori esperti, stavano facendo pratica di torrentismo. Alle 12,00 abbiamo preso la via del ritorno e dopo circa mezz’ora abbiamo raggiunto le macchine e giungendo alle 13,30 a Messina Boccetta. Questo diario è stato redatto grazie alle informazioni ricevute da Carmelo Geraci. qui i 10 scatti! e qui tutta la galleria fotografica
Notte sotto le stelle all’Argimusco e trekking nel bosco di Malabotta
Notte sotto le stelle all’Argimusco 24 e 25 agosto 2024.Appuntamento all’Immacolata alle 17,00. Partecipanti: Sebastiano Occhino, Francesco Pagano, Chiara Calarco, Paolo Bossa, Stefania Davì, Serena Policastro, Giuseppe Spanò, Antonio Zampaglione, Caterina Ioffrida, Carlo Panzera, Cecilia Panzera. Intorno a Montalbano rallentamenti per la festa patronale.Arrivati al luogo di parcheggio delle auto alle 18,30 circa, abbiamo incontrato proprio all’ingresso del parco, un numeroso gruppo escursionistico che stava per incominciare un tour notturno con la guida della associazione “Progetto Futuro Migliore” di Patti. Percorso poco più di 1 chilomerro abbiamo raggiunto Tonino Seminerio e Gino Biundo che erano già nel parco dalla mattina. Identificato il pianoro per il montaggio tende (proprio sotto la roccia denominata “rupe dell’acqua” e a nord del megalita dell’orante)tra le 19,00 e le 20,00 abbiamo montato le tende.Bellissimo tramonto mentre la nebbia si alzava dalla valle. Prima dell’imbrunire, Alfonso Petrotta e Francesco Cucinotta sono andati via e subito dopo è passata la carovana vista precedentemente con numerosi escursionisti muniti di torce. Cena e contemplazione delle innumerevoli stelle che brillavano in un fantastico cielo terso.Intorno alle 23, 00 è sorta una bellissima luna rossa in fase calante e nel frattempo, alla spicciolata, ci siamo ritirati nelle tende, ultimi sono stati Antonio, Stefania, Serena e Giuseppe, mentre Carlo ha continuato a fare foto fino a oltre l’una.Sveglia dalle 5,00 in poi, il primo ad alzarsi è stato Gino Biundo, Paolo alle 6,46, mentre Antonio stava preparando il caffè, ha augurato il buongiorno a tutti da un’altura vicina ad una casetta della Forestale, ma è stato scambiato per un vagabondo. Smontaggio delle tende tra le 7, 0 e le 7,20 e partenza dal pianoro dell’Argimusco alle 8,00.Carlo e Cecilia sono tornati a Messina, tutti gli altri, dopo aver parcheggiato le macchine nel bosco di Malabotta, hanno iniziato il percorso del Sentiero dei Patriarchi.Arrivati a contrada Fradaro, a 1232 metri di quota intorno alle 10,00 e dopo due ore alla casermetta Forestale Malabotta , ridotta allo stato di rudere. Alle 13,00 raggiunte le macchine dopo un percorso complessivo di circa 8 chilometri. Sulla via del ritorno sosta di tutti al panificio Maiorana per acquistare il tipico pane locale e per salutarci. Le macchine con a bordo Tonino e Gino – Paolo, Stefania e Serena- Sebastiano, Francesco e Chiara sono tornati a Messina mentre l’ equipaggio composto da Antonio, Caterina e Giuseppe ha pranzato su un bisolo dopo aver adeguatamente imbottito la pagnotta calda con sottaceti, provola, salame . Successiva sosta presso un albero di fichi bianchi che hanno alleggerito per gustarli.Un ringraziamento particolare a Giuseppe Spanò che ha dato tutte le informazioni necessarie per redigere questo diario e a Carlo Panzera per le correzioni e le integrazioni. ————————————————————— Collegamenti: –> Galleria fotografica completa –> Dieci scatti… dall’Argimusco
Preescursione Monte Campanaro
Trekking esplorativo del l 14 luglio 2024 Appuntamento all’edicola di via Palermo con Carmelo e Carlo alle 8,00. Con la macchina di Carlo siamo arrivati al parco avventura di Portella piano verde alle 8,30 ed abbiamo imboccata la pista di servizio della Forestale in discesa in direzione Portella Cassarini. La strada si snoda tra bellissimi alberi di conifere e castagni che offrivano una piacevole ombra in questa splendida domenica di sole. Dopo alcune centinaia di metri dalla partenza si trova un fonte a cui sostavano tre motociclisti con le loro moto da cross. Alle 9,15, dopo circa 45 minuti di tranquilla marcia, siamo arrivati a Portella Cassarini , a quota 868 metri, da cui si gode una bellissima vista di Monte Scuderi, Dinnammare, Puntale Bandiera e la catena dei Peloritani. Qui ci sono due strade, quella di destra, segnalata da un cartello, conduce a Lacco e a Saponara, quella di sinistra, interrotta da una frana dopo circa un chilometro, fa un lungo giro per ricollegarsi ad altri sentieri provenienti dallo stradone militare. Tra le due strade un sentiero in salita conduce alla cima , coperta di felci, di monte Campanaro , a quota 900 metri, che abbiamo raggiunto alle 9,30. Da questa posizione lo sguardo spazia su tutta la piana di Milazzo, il mare e la costa tirrenica, i paesi di Saponara, Rometta montagna, Gimello, Monforte San Giorgio, Etna e tutte le altre montagne. La foschia impediva la visibilità delle isole Eolie, ma una nuvola scura, allungata sul mare era il segno dell’abbondante attività eruttiva di Stromboli di questi giorni. Apprezzato e fotografato il panorama, siamo tornati al bivio alle 10,00 ed abbiamo imboccato la strada di sinistra con l’intento di raggiungere la frana e verificare la possibilità di superarla, ma , vista l’ orario, dopo un quarto d’ora ,siamo tornati indietro prima di arrivarci. Una volta al bivio Alberto si è proposto di percorrere un tratto del sentiero segnato sulla mappa che si innesta alla strada provinciale per Dinnammare nel tornante in cui si uniscono quelle a senso unico per la salita e la discesa per verificarne le condizioni di percorribilità. L’ idea iniziale era quella di salire per il sentiero per un quarto d’ ora e poi, alle 10, 45, tornare al punto di partenza, ma visto che, tutto sommato, nonostante i cespugli spinosi e le piante di erica che si incontravano dove la traccia si perdeva era possibile procedere senza particolari difficoltà, Alberto ha telefonato a Carlo per dirgli che sarebbe andato avanti fino alla fine dando appuntamento alla macchina a Portella Piano Verde. La traccia a volte si perde tra le piante di erica e, nel tratto finale, il fondo è rovinato dai cinghiali, ma alle 11,15 è arrivato nel punto previsto. Successivamente Carlo ha verificato che la lunghezza totale del sentiero è di 900 metri ed il dislivello è 190 metri. Giunti alla macchina contemporaneamente alle 11,45 abbiamo preso la via del ritorno facendo una breve deviazione fino al cancello di ingresso dell’ area di Pizzo Chiarino che la Forestale, dopo anni di abbandono, ha recintato e fatto i lavori di restauro degli edifici vandalizzati. Breve sosta al chiosco di Musolino dove abbiamo preso una gazzosa e conosciuto il simpatico gestore. Arrivo al luogo di partenza alle 12,30 . Percorso complessivo di circa sette chilometri.
Notte dell’Afelio 10 luglio 2024
Notte dell’Afelio 2024- 10 luglio 2024 L’attività era programmata per giorno 3 luglio, ma le sfavorevoli condizioni meteo hanno fatto slittare di una settimana l’incontro. Appuntamento alle 20,00 a Musolino dove c’ era foschia e temperatura elevata,intorno ai 20 gradi. Soci presenti: Marcello Aricò,Giulio Barone, Carmelo Geraci,Antonio Zampaglione,Caterina Ioffrida,Rosalba Fera, Lucia Annunziata,Nino Scimone, Arturo Lucà Trombetta, Paolo Bossa, Carlo Panzera, Ciccio Briguglio, Sebastiano Occhino, Caterina Trovatello, Pinella Dini, Tuccio Novella, Saro Spadaro, Filippo Cavallaro, Rosalba Cucinotta, Maria De Carlo,Katia Tribulato, Francesco Pagano, Antonella Rotondo,Paolo Scarcella, Milena…,Tonino Seminerio, Teresa Vadalà, Giovanni Consolo, Alberto Borgia e una dozzina di amici e parenti dei soci. Dopo aver sistemato i faretti, alimentati da una batteria per auto per illuminare la zona dei fuochi e l’area dei tavoli, Giulio, Giovanni e Sebastiano hanno preparato la brace ed arrostito l’ottima salsiccia preparata, come gli altri anni, nella macelleria di Giovanni Consolo. Nel frattempo Filippo, sempre alla ricerca di eventi e personaggi relativi alla storia cittadina, ha parlato di un quadro dipinto da Antonello da Messina e perso nel terremoto del 1908, raffigurante Majella Arena , una donna messinese che faceva la spia nelle corti dall’epoca ed ha raccontato, con una originale ballata, fatti relativi a quel periodo storico della nostra città. Distribuzione e degustazione dei panini con salsiccia, salse etc. e ottimo vino mentre Carmelo e il suo allievo Antonio Z. rallegravano la piacevole serata al suono dell’organetto che invitava gli astanti a qualche estemporaneo e breve ballo. Distribuzione delle spillette preparate per l’occasione da Marcello. Piparelli e ‘nzuddi hanno addolcito queste ore di convivialità di un appuntamento diventato classico per la nostra associazione.
Trekking notturno Monte Ciccia – 21 giugno 2024
Trekking notturno del 21 giugno 2024 notte del solstizio, a Monte CicciaAppuntamento all’Immacolata alle 20,00.Presenti: Filippo Cavallaro, Carmelo Geraci, Serena Policastro, Francesco Pagano, Ciccio Briguglio, Carlo Panzera, Paolo Bossa, Tonino Seminerio, Stefania Daví, Pippo Finanze, Saro Spadaro.Partenza alle 20,10 e dalla strada di S. Michele raggiunta Portella Castanea alle 20,30.Dopo circa tre quarti d’ora di percorso in salita, per qualche centinaio di metri anche con pendenze del 20%,raggiunto un rudere da dove si gode un bellissimo panorama sulla città e sul porto, esaltato dalla splendida luna piena.Durante la salita la luce del tramonto, nella giornata più lunga dell’anno, offriva bellissime sfumature ad ovest.Al rudere abbiamo atteso Marcello e Santino che sono arrivati dopo circa mezz’ora.Alle 21,46, proseguendo per una cinquantina di metri siamo arrivati a monte Ciccia, collina a 560 m. s. l. m., che domina la zona nord della nostra città e che è stata martoriata, come tutte quelle circostanti, dai devastanti incendi del luglio scorso. Su questa importante collina sono stati identificate tracce di insediamento dell’età del bronzo, purtroppo non adeguatamente valorizzate.In passato monte Ciccia era utilizzato per previsioni meteo “faida te”, infatti se la cima era coperta di nuvole si suggeriva di tornare a casa a prendere l’ombrello perché sarebbe arrivata la pioggia.Dalla cima rivolgendo lo sguardo verso nord si ammirano le luci dei laghi e del pilone.Filippo ha letto alcune poesie in dialetto siciliane raccolte da Cannizzaro tra il 1860 e il 1890 e pubblicate su una rivista di etnoantropologia tedesca.Prima della cena conviviale abbiamo gustato un aperitivo molto buono, a base di mandarino, preparato e offerto da Filippo.Alle 22,30 presa la via del ritorno e alle 23,10 raggiunte le macchine.Anche se breve e all’inizio un po’ faticoso, la passeggiata è stata piacevole, anche per la presenza di una splendida luna piena.QUESTO DIARIO È STATO REDATTO GRAZIE ALLE INFORMAZIONI RİCEVUTE DA CARMELO GERACI E ALLE NOTE DI CARLO PANZERA. Collegamenti: Dieci scatti di monte Ciccia
Cascate di Mistretta. Trekking del 16 giugno 2024
Escursione nella valle delle cascate di Mistretta del 16 giugno 2024. Appuntamento alle 7,30 all’Immacolata Partecipanti ed equipaggi Marcello Aricó, Filippo Cavallaro Santino Cannavó Carlo Panzera, Paolo Bossa, Elisa Alibrandi (new entry) , (da Mistretta Marcello Panzera) Giuseppe Spanó, Stefania Daví Serena Policastro, Alberto Borgia Marcella De Francesco, Marcella Fucile, Manuela Scarcella, Rosalba Fera Giovanni Lucà Trombetta, Claudia Straci Lucà Trombetta (escursione di prova) Angelo Salvo, Katia Tribulato, Aurelio La Monica, Agata Mento, Flavia De Carlo, Giuseppe??? Partenza alle 7,45, viaggio tranquillo, arrivo al casello di Santo Stefano di Camastra alle 9,05 . Passaggio da Reitano alle 9,25. Sosta per il caffè al bar di Mistretta alle 9,35. Alle 9,55 partenza per il campo sportivo dove abbiamo parcheggiato alle 10,00, qui ci hanno raggiunto nove amici di Aurelio a bordo di due auto. Marcello e Aurelio hanno portato le loro macchine sul luogo dell’arrivo e poi sono tornati indietro accompagnati da Lucio Di Gangi un amico di Aurelio del paese, profondo conoscitore dei luoghi che ci ha fatto da guida durante tutta l’escursione. Durante tutto il tragitto di avvicinamento a Mistretta il cielo è stato completamente coperto e alle 10,20,quando abbiamo iniziato a camminare ha cominciato a fare due gocce di pioggia . Alle 10,35 abbiamo imboccato la regia trazzera Mistretta – Cerami-Capizzi (Tagliavia) utilizzata in passato per la transumanza degli armenti. Nel tratto iniziale la strada è asfaltata e si snoda tra alti alberi di pini e di castagni. Dopo una decina di minuti siamo arrivati allo stabilimento della ditta SEPAM e il titolare, Signor Iudicello, grazie all’intervento di Lucio, ci ha fatto entrare spiegandoci brevemente quale è la loro attività. Sepam estrae e lavora la Quarzarenite di Mistretta, una pietra arenaria molto compatta, che contiene il 97% di quarzo, pesa 2700 chili/mc ed ha elevate caratteristiche meccaniche. L’ azienda si avvale delle più innovative tecnologie di lavorazione ed è in grado di soddisfare le esigenze del cliente perché è in grado di gestire ed organizzare tutte le fasi della fornitura, dalla realizzazione alla consegna, lavorando a fianco di clienti, grandi progettisti ed imprese, costruendo assieme a loro, fin dall’inizio, quello che sarà il risultato finale. Da alcuni anni, dopo un lungo periodo definito “di fidanzamento” e il superamento di numerosi test di qualità, è diventata fornitore della pietra necessaria al completamento della Sagrada Familia di Barcellona, in sostituzione di quella fornita dalla storica cava di pietra. Ripreso il cammino, alle 11,10 siamo arrivati in un punto della strada dove ci sono, da un lato, una piccola cappella dedicata alla Madonna del Rosario e una edicola votiva, dedicata alla Madonna di Tagliavia dall’altro. La strada è praticamente in piano o in costante leggera discesa e costeggia numerose pale eoliche della Edison, non ci sono alberi e siamo stati fortunati perché il cielo è stato costantemente coperto di nuvole (camminare sotto il sole sarebbe stato sicuramente pesante con rischio di insolazione e scottature) . Alle 12,00, a quasi cinque chilometri dalla partenza, abbiamo fatto una breve sosta sotto la maestosa torre della turbina R82057 per ricompattare il gruppo che era sparso su un lungo tratto e alle 12,30 abbiamo raggiunto la strada in costruzione Mistretta – Nicosia. Qui un cartello del CAI informa che si è a Serro Merio, a quota 1093 metri, sul sentiero D403A, a trenta minuti dal lago Urio Quattrocchi, a un’ora da Case Pomara e 1,40 ore dalla connessione con il Sentiero Italia. Dopo una quarantina di minuti di strada in discesa siamo arrivati al laghetto naturale Urio Quattrocchi, posto nella parte iniziale della Dorsale dei Nebrodi, a 1080 metri di altezza, a cinque ore e mezzo da Portella dell’Obolo. Attorno al lago è presente un’area attrezzata con tavoli e panche. Purtroppo tutte le costruzioni in legno, in particolare i bagni, sono abbandonate e vandalizzate e tutto versa in uno stato di degrado, incuria, squallore per mancanza di manutenzione. La passerella in listelli di legno che costeggia il piccolo specchio d’acqua è praticamente distrutta, conseguenza anche di una inadeguata scelta dei materiali. Come già visto in tanti altri casi, i soldi spesi per la valorizzazione di siti unici per bellezza naturale, sono serviti solo ad arricchire chi ha eseguito i lavori, ma con dubbi risultati a medio e lungo termine. L’impressione di abbandono colpisce profondamente il viandante e lascia un senso di amaro sconforto. Sosta per il pranzo, consumato sui tavolini dell’area attrezzata fino alle 13,45 e alle 14,00 abbiamo ripreso il cammino facendo una breve deviazione per raggiungere un tipico abbeveratoio, sotto Cozzo Pilato, prima di imboccare la strada dalla bella pavimentazione in pietra che per un tratto corre in un boschetto di alberi di cerro. Alle 14,45 siamo arrivati ad un bivio e dopo una consultazione tra Lucio e Aurelio si è deciso di percorrere la strada più breve per raggiungere le cascate. Alle 15,35, a quasi 15 chilometri dalla partenza, siamo arrivati in contrada San Giorgio al cartello che indica la valle delle cascate di Mistretta dove erano parcheggiate le macchine lasciate in mattinata da Marcello e Aurelio. Il cartello dice che ci sono 10 cascate che si snodano su un percorso complessivo di circa 13 chilometri lungo il Torrente San Martino con altezze variabili dai 34 ai 6 metri. Anche se, data la mancanza di piogge degli ultimi mesi, c’erano tutti i presupposti che le cascate non avessero una abbondante portata, quasi tutti hanno affrontato una ripida discesa di circa 1,8 chilometri per raggiungere, alle 16,05, a fondo valle il ponte Ciddia sopra il greto del Torrente San Martino. La stanchezza, unita alla delusione per la constatazione che il torrente era praticamente asciutto, con solo un rivoletto d’acqua appena sufficiente a formare qualche piccola pozza piena di girini, ha causato in alcuni uno stato di spiacevole nervosismo. Risalito il torrente in direzione della cascata per qualche centinaio di metri siamo tornati indietro fino al ponte e da qui, per evitare la ripida salita, Marcello e Aurelio, che già avevano trasportato alcuni nel percorso in discesa, hanno fatto la spola
Serata gourmet del 12 giugno 2024
Serata gourmet con capra al forno 12 giugno 2024. Presenti :Marcello Aricò, Angelo Salvo, Carlo Panzera, Antonella Arena, Danila Castiglione, Franco La Maestra Rosalba Cucinotta, Filippo Cavallaro, Tonino Seminerio, Mike Sfravara, Alberto Borgia, Ciccio Briguglio, Carmelo Geraci, Antonio Zampaglione, Nino Scimone, Fortunato Barresi. Sciticchiata a base di carne al forno, pietanza di nicchia della nostra tradizione culinaria.Un equipaggio formato da Carmelo, Angelo, Antonio e Alberto ha raggiunto il locale di Salvatore Vinci (famoso zampognaro messinese) a San Filippo Superiore , a circa 300 metri dalla cascata, intorno alle 19,45 perché si pensava che sarebbe stato utile dare una mano di aiuto per la preparazione della tavolata. Il locale invece è attrezzato in modo tale da poter gestire contemporaneamente diverse tavolate con una sessantina di posti a sedere, per cui ci siamo messi a chiacchierare con il proprietario ed il fratello aspettando il resto della compagnia.Alle 20,40 eravamo tutti a tavola e sono arrivati i primi antipasti (in verità non molto abbondanti) con assaggi di olive in salamoia , salame, formaggio, lardo e peperoni sotto sale.Dopo sfilacci di carne di capra con la salsa e quindi carne di capra a volontà.Per la preparazione di questa specialità occorre accendere la legna nel forno alle sette di mattina, alle 13,00 si inforna la carne e la cottura procede lentamente per circa sette ore, fino ad avere una carne tenerissima dal gusto particolare.Per accompagnare la carne e attenuare il sapore deciso, servita cipolla cruda tagliata a fette e immersa nell’aceto. Dopo aver mangiato a sazietà conclusa la cena con ottime ciliegie locali.Da bere vino della casa (di qualità non eccellente) , birra, coca cola, gazzosa, acqua e per finire grappa.Quando stavamo per andare via ha cominciato a fare due gocce di pioggia che non hanno turbato la piacevolissima serata conviviale.
Happyrecola del 5 giugno 2024
Happyrecola del 5 giugno 2024 Badiazza, Canti e Cunti dello Stretto Presenti: Marcello Aricò, Filippo Cavallaro, Rosalba Cucinotta, Ciccio Briguglio, Antonella Zangla, Gabriella Panarello, Salvatore Rotondo, Gaetano Messina, Daniela De Domenico, Danila Castiglione, Franco La Maestra, Mario Sibilla, Angelo Salvo, Katia Tribulato, Angela Trimarchi, Nando Centorrino, Carmelo Geraci, Mirella,Giusy Mandraffino, Giuseppe Finanze. Presso la comunità ellenica di Messina, stasera alle 20,40 reading musicale liberamente ispirato al testo teatrale “Badiazza – Ritratto di una città” di Giuseppe Cavarra, con Gianni Di Giacomo, Domenico Feminò, Vittoria Micalizzi e Francesco Coglitore, su leggende e miti dello Stretto di Messina. Lo spettacolo, adattato e diretto da Francesco Coglitore, è composto da dieci quadri con prologo ed epilogo. Ogni quadro rappresenta leggende e miti dello Stretto, tra cui Colapesce, Mata e Grifone, il Terremoto del 1908, Lisabetta da Messina, ‘U Vascidduzzu, I pescatori dello Stretto e la Fata Morgana. La narrazione si arricchisce di storie come la leggenda dell’uccello-gabbiano. La produzione è impreziosita dall’immagine di Mantilla e dalla grafica di Piero Serboli. “Badiazza” alterna momenti brillanti, che riflettono usi, costumi e mentalità popolare tipica del territorio dello Stretto, a rievocazioni storiche frutto della ricerca e della penna di Giuseppe Cavarra. Lo spettacolo è arricchito da momenti musicali, sia strumentali che canori, aderendo allo stile tipico delle opere del prof. Cavarra, figura eclettica, docente, letterato,scrittore, poeta e studioso di tradizioni popolari nato a Limina nel 1933 e morto nel 2012. Canti e Cunti dello Stretto rappresenta un’occasione unica per immergersi nelle leggende e nei miti della tradizione messinese, attraverso una combinazione di narrazione, musica e performance teatrale. La serata è stata un viaggio emozionante nelle storie e nei personaggi che hanno plasmato l’immaginario collettivo dello Stretto di Messina. Alla fine dello spettacolo l’attore Coglitore ha dedicato lo spettacolo al prof. Cavarra, che Cavarra qualche anno prima di morire, gli ha regalato il testo da cui è stato tratto questo lavoro dicendogli: “fanne quello che vuoi”. Lo spettacolo è stato molto apprezzato, gli attori sono stati capaci di coinvolgere gli astanti, le voci narranti fortemente espressive e le voci in canto molto belle. Per la parte Happy i partecipanti hanno gustato l’ insalata di patate con polipo e l’insalata di patate con pollo preparate, con la consueta maestria, da Marcello. GRAZIE A CARMELO CHE, CON LE SUE NOTE, MI HA PERMESSO DI REDIGERE QUESTO DIARIO