Trekking notturno al vivaio Crupi del 21 marzo 2025.
Appuntamento alle 20,00 all’Immacolata. Presenti: Marcello Aricò, Carmelo Geraci, Sebastiano Occhino, Giuseppe Finanze, Ciccio Briguglio, Giovanni Barbaro, Maurizio Inglese, Filippo Cavallaro, Rosario Sardella, Alberto Borgia e tre ospiti, Eleonora Sardella con la sua cagna Lola, Martina Bruno e Matteo Lorefice.
Formazione degli equipaggi e partenza. Arrivo alla sbarra del passaggio a livello, alla curva a sinistra sulla SS 113, dopo circa un chilometro dall’Istituto Neurolesi, alle 20,30. Iniziato il cammino sulla larga pista di servizio, abbandonata dopo un centinaio di metri per imboccare, a destra, un sentiero, inizialmente piuttosto ripido, dall’alto Filippo si accorge che conviene sistemare meglio la macchina parcheggiata per cui torna indietro e la sposta. Il sentiero passa nel bosco e si congiunge al percorso dell’ABC proveniente, da destra da forte Ferraro.Seguendo il tratto di sinistra, e superata l’area attrezzata, si arriva alla strada proveniente dall’ex colonia Principe di Piemonte.Continuando in discesa verso sinistra, alle 9, 20 siamo arrivati alla chiesa della Madunnuzza a 1, 160 chilometri dalla partenza.
Il piccolo santuario è stato costruito nel 1911 dai fedeli di Camaro e dedicato a Maria S.S. Addolorata. La ricorrenza è celebrata la terza domenica del mese di settembre e prevede una processione che si conclude alla vecchia colonia dove la Madonna viene accolta da salve di spari di cacciatori, per tale motivo la festa viene anche chiamata “festa dei cacciatori “.
La parrocchia di Camaro è dedicata anche ai Cavalieri dell’ordine militare di San Giacomo, gli stessi di sant’Jago a Compostella, che hanno nel loro stemma la spada con impugnatura in alto come croce.
La zona è molto frequentata, soprattutto nel periodo estivo, il maggior pregio è costituito principalmente dalla copertura vegetale formata in prevalenza da roverella, pini e castagneti affiancati da macchia mediterranea con Cisto ed Erica arborea. La zona è confinante con la Foresta vecchia di Camaro, un bosco naturale sicuramente il più antico di tutto il complesso montuoso e costituito prevalentemente da querce, castagni e roverelle.
Preso posto ai tavoli per consumare la cena al sacco. Il fastidioso e freddo vento che ha soffiato sin dalla partenza, ci ha costretti a rimetterci in marcia dopo una ventina di minuti e alle 21,50 abbiamo superato il cancello che chiude la strada per il vivaio Crupi incamminandoci sulla larga strada di servizio abbiamo apprezzato, tra gli alberi, la vista dello Stretto e della costa calabrese illuminata come un presepe e dopo meno di mezz’ora siamo arrivati, alle 22,15, all’edificio a due piani dove sono gettati alla rinfusa, in completo stato di abbandono e degrado una gran quantità di faldoni contenenti documenti relativi alla attività della Forestale dello scorso secolo e centinaia di copie di pubblicazioni su Messina.
Dopo una decina di minuti, alle 22, 27, abbiamo oltrepassato il cancello di accesso al vivaio dalla parte della statale e poco dopo abbiamo raggiunto la sbarra del passaggio a livello e le macchine con cui siamo tornati in città intorno alle 23,00.
Percorso complessivo dell’anello circa 3,5 chilometri.
Appuntamento alle 20,00 all’Immacolata. Presenti: Marcello Aricò, Carmelo Geraci, Sebastiano Occhino, Giuseppe Finanze, Ciccio Briguglio, Giovanni Barbaro, Maurizio Inglese, Filippo Cavallaro, Rosario Sardella, Alberto Borgia e tre ospiti, Eleonora Sardella con la sua cagna Lola, Martina Bruno e Matteo Lorefice.
Formazione degli equipaggi e partenza. Arrivo alla sbarra del passaggio a livello, alla curva a sinistra sulla SS 113, dopo circa un chilometro dall’Istituto Neurolesi, alle 20,30. Iniziato il cammino sulla larga pista di servizio, abbandonata dopo un centinaio di metri per imboccare, a destra, un sentiero, inizialmente piuttosto ripido, dall’alto Filippo si accorge che conviene sistemare meglio la macchina parcheggiata per cui torna indietro e la sposta. Il sentiero passa nel bosco e si congiunge al percorso dell’ABC proveniente, da destra da forte Ferraro.Seguendo il tratto di sinistra, e superata l’area attrezzata, si arriva alla strada proveniente dall’ex colonia Principe di Piemonte.Continuando in discesa verso sinistra, alle 9, 20 siamo arrivati alla chiesa della Madunnuzza a 1, 160 chilometri dalla partenza.
Il piccolo santuario è stato costruito nel 1911 dai fedeli di Camaro e dedicato a Maria S.S. Addolorata. La ricorrenza è celebrata la terza domenica del mese di settembre e prevede una processione che si conclude alla vecchia colonia dove la Madonna viene accolta da salve di spari di cacciatori, per tale motivo la festa viene anche chiamata “festa dei cacciatori “.
La parrocchia di Camaro è dedicata anche ai Cavalieri dell’ordine militare di San Giacomo, gli stessi di sant’Jago a Compostella, che hanno nel loro stemma la spada con impugnatura in alto come croce.
La zona è molto frequentata, soprattutto nel periodo estivo, il maggior pregio è costituito principalmente dalla copertura vegetale formata in prevalenza da roverella, pini e castagneti affiancati da macchia mediterranea con Cisto ed Erica arborea. La zona è confinante con la Foresta vecchia di Camaro, un bosco naturale sicuramente il più antico di tutto il complesso montuoso e costituito prevalentemente da querce, castagni e roverelle.
Preso posto ai tavoli per consumare la cena al sacco. Il fastidioso e freddo vento che ha soffiato sin dalla partenza, ci ha costretti a rimetterci in marcia dopo una ventina di minuti e alle 21,50 abbiamo superato il cancello che chiude la strada per il vivaio Crupi incamminandoci sulla larga strada di servizio abbiamo apprezzato, tra gli alberi, la vista dello Stretto e della costa calabrese illuminata come un presepe e dopo meno di mezz’ora siamo arrivati, alle 22,15, all’edificio a due piani dove sono gettati alla rinfusa, in completo stato di abbandono e degrado una gran quantità di faldoni contenenti documenti relativi alla attività della Forestale dello scorso secolo e centinaia di copie di pubblicazioni su Messina.
Dopo una decina di minuti, alle 22, 27, abbiamo oltrepassato il cancello di accesso al vivaio dalla parte della statale e poco dopo abbiamo raggiunto la sbarra del passaggio a livello e le macchine con cui siamo tornati in città intorno alle 23,00.
Percorso complessivo dell’anello circa 3,5 chilometri.