Escursione al lago Maulazzo del 9 marzo 2025
Appuntamento alle 7,15 in via San Giovanni di Malta al “muro dei capperi”.
Presenti: Carlo Panzera, Sebastiano Occhino, Alberto Borgia, Rosario Sardella, Salvatore Cingari, Antonio Zanghì, Valeria Bilardo. Formazione degli equipaggi e partenza alle 7,35.
Giornata primaverile, visibilità ottima, con le isole Eolie che sembravano a portata di mano.
Alle 8,30 uscita dall’autostrada allo svincolo di Sant’Agata di Militello. Arrivo a San Fratello alle 8,55, sosta caffè in un bar fino alle 9,12. Dopo circa venticinque minuti siamo arrivati a Portella Femmina Morta e abbiamo proseguito in macchina sulla strada asfaltata, con il fondo in pessime condizioni, posteggiando a Portella Calacudera, all’inizio della strada per Monte Soro, alle 9,40 circa.
Cambio scarponi, vestizione e inizio cammino dopo dieci minuti.
Temperatura intorno a 8 gradi e nebbia. Percorso in leggera salita nel bosco di faggi su una strada cosparsa da numerose e profondebuche piene d’acqua. Dopo una decina di minuti abbiamo lasciato alla nostra sinistra uno stagno creato dalle acque di scioglimento della neve e alle 10,20 abbiamo abbandonato la strada che conduce a Monte Soro imboccando la deviazione a sinistra.
La neve inizialmente era presente solo a piccole chiazze, poi sempre più estese, ai lati della strada e tra gli alberi del bosco, ma andando avanti la copriva interamente e poco per volta tutto era completamente bianco. Alle 10,52 siamo arrivati alla stazione meteo AForClimate e alle 11,10 abbiamo raggiunto la sella di contrada Sollazzo Verde da cui, tra gli alberi, si intravvede la costa tirrenica.
La strada da qui in poi è in discesa e sgombra di neve.
Finalmente alle 11,20 è sbucato un pallido sole e, poco per volta le nuvole sono sparite e lo scenario, fino ad ora dai toni poco vivaci, si trasforma per una esplosione di colori dalle bellissime sfumature.
Dopo un quarto d’ora di strada dalla sella abbiamo superato la deviazione che, a sinistra, conduce al lago Maulazzo e abbiamo proseguito sulla strada principale.
Numerosi piccoli corsi d’acqua, prodotti dallo scioglimento della neve, attraversano la strada. Alle 11,32, su uno spiazzo alberato Rosario ha avvistato un’upupa che abbiamo provato a fotografare con scarsi risultati.
Dopo qualche minuto abbiamo incrociato il primo dei laghetti naturali denominati sulle cartine ” laghetti di Monte Soro ” ricchi di meravigliosa vegetazione, che ospitano varie specie di piccoli anfibi e sono ricoperti da suggestive piante acquatiche.
Il piccolo specchio d’acqua, illuminato dal sole, sembra un diamante incastonato nel bosco, con i colori bellissimi dell’acqua trasparente, tra il blu intenso e il verde e con lo sfondo marrone delle foglie di faggio, il grigio del tronco degli alberi e l’azzurro brillante del cielo.
Fatta una breve breve sosta in silenzio per apprezzare l’indescrivibile bellezza del posto. Dopo le numerose foto dedicate a questo gioiello dalle mille sfumature abbiamo ripreso il cammino e dopo alcune centinaia di metri, alle 11,50 abbiamo raggiunto il secondo laghetto, più grande e anche questo bellissimo.
Proseguendo nella splendida faggeta, con le foglie che frusciano sotto gli scarponi e il cinguettio degli uccelli si avanza in una atmosfera da favola e immaginare il bosco tra un paio di settimane, con gli alberi coperti dalle verdi foglioline, fa venire voglia di ritornare.
Presa la deviazione a sinistra verso il lago, e, in continua discesa, si attraversano diversi ruscelli che scorrono verso valle, su una comoda strada che in alcuni tratti è lastricata a regola d’arte con grosse pietre.
In questa parte del bosco, insieme ai faggi, si trovano numerosi alberi di agrifoglio con le foglie di colore verde intenso che contrastano con il marrone dominante.
Alle 12,55 abbiamo abbandonato la strada principale e dopo un centinaio di metri ci siamo fermati su un dosso soleggiato a quasi sei chilometri di distanza dal punto di partenza.
Consumato il pranzo e fatte un paio di foto, alle 13,32 abbiamo ripreso la marcia e dopo una ventina di minuti siamo arrivati sul Sentiero Italia, dal fondo molto fangoso , e al lago Maulazzo.
Da qui, andando a destra, secondo le indicazioni del CAI, si arriva al bivio per Alcara in mezz’ora e a Portella Biviere in un’ora e dieci minuti .
Un bellissimo cartello su una bacheca indica tutti i principali sentieri nel Parco dei Nebrodi, dove ci troviamo e quelli del Parco dell’Etna.
Il lago è un bacino artificiale, frutto di un intervento risalente agli anni 80 del secolo scorso.
Nelle vecchie carte IGM si può trovare il Pizzo Maulazzo, separato da Monte Soro da un vallone che oggi è occupato da questo placido specchio d’acqua, nato grazie alla costruzione di una diga da parte della Forestale. Non è un’opera fortemente impattante, si scorge appena, e nasce per allentare la pressione dei pascoli sulle faggete e favorirli più a valle.
Ma per la sua bellezza, per il contesto pregevole in cui si trova, per la facilità con cui lo si può raggiungere, è diventato una delle principali attrazioni della zona.
In inverno cade frequentemente la neve e in alcuni giorni l’anno, quando le temperature scendono sotto lo zero, lo specchio d’acqua si può trovare totalmente ghiacciato.
Avvistato un falchetto e due folaghe nel lago dove si sente il gracidare dei rospi.
Alle 14,05 imboccata la strada di ritorno, pressoché tutta in salita.
La tabella del CAI indica in quaranta minuti il tempo di percorrenza per arrivare da qui a Portella Calacudera, ed il dato effettivamente è realistico , Alberto ha voluto provare e, a passo sostenuto, è arrivato alle macchine alle 14,35 e gli ultimi alle 14,50.
La lunghezza complessiva del percorso ad anello che abbiamo fatto, rilevato dalle diverse app utilizzate, è di circa 9, 5 chilometri.
Dopo esserci cambiati e messi in macchina abbiamo preso la via di casa arrivando a Portella Femmina Morta alle 15,05, a San Fratello alle 15,30 e a Messina, alle macchine lasciate stamattina, alle 17,05.
Anche questa esperienza, che ha permesso a molti di scoprire la bellezza dei nostri territori è stata pienamente gratificante per tutti i partecipanti.
Appuntamento alle 7,15 in via San Giovanni di Malta al “muro dei capperi”.
Presenti: Carlo Panzera, Sebastiano Occhino, Alberto Borgia, Rosario Sardella, Salvatore Cingari, Antonio Zanghì, Valeria Bilardo. Formazione degli equipaggi e partenza alle 7,35.
Giornata primaverile, visibilità ottima, con le isole Eolie che sembravano a portata di mano.
Alle 8,30 uscita dall’autostrada allo svincolo di Sant’Agata di Militello. Arrivo a San Fratello alle 8,55, sosta caffè in un bar fino alle 9,12. Dopo circa venticinque minuti siamo arrivati a Portella Femmina Morta e abbiamo proseguito in macchina sulla strada asfaltata, con il fondo in pessime condizioni, posteggiando a Portella Calacudera, all’inizio della strada per Monte Soro, alle 9,40 circa.
Cambio scarponi, vestizione e inizio cammino dopo dieci minuti.
Temperatura intorno a 8 gradi e nebbia. Percorso in leggera salita nel bosco di faggi su una strada cosparsa da numerose e profondebuche piene d’acqua. Dopo una decina di minuti abbiamo lasciato alla nostra sinistra uno stagno creato dalle acque di scioglimento della neve e alle 10,20 abbiamo abbandonato la strada che conduce a Monte Soro imboccando la deviazione a sinistra.
La neve inizialmente era presente solo a piccole chiazze, poi sempre più estese, ai lati della strada e tra gli alberi del bosco, ma andando avanti la copriva interamente e poco per volta tutto era completamente bianco. Alle 10,52 siamo arrivati alla stazione meteo AForClimate e alle 11,10 abbiamo raggiunto la sella di contrada Sollazzo Verde da cui, tra gli alberi, si intravvede la costa tirrenica.
La strada da qui in poi è in discesa e sgombra di neve.
Finalmente alle 11,20 è sbucato un pallido sole e, poco per volta le nuvole sono sparite e lo scenario, fino ad ora dai toni poco vivaci, si trasforma per una esplosione di colori dalle bellissime sfumature.
Dopo un quarto d’ora di strada dalla sella abbiamo superato la deviazione che, a sinistra, conduce al lago Maulazzo e abbiamo proseguito sulla strada principale.
Numerosi piccoli corsi d’acqua, prodotti dallo scioglimento della neve, attraversano la strada. Alle 11,32, su uno spiazzo alberato Rosario ha avvistato un’upupa che abbiamo provato a fotografare con scarsi risultati.
Dopo qualche minuto abbiamo incrociato il primo dei laghetti naturali denominati sulle cartine ” laghetti di Monte Soro ” ricchi di meravigliosa vegetazione, che ospitano varie specie di piccoli anfibi e sono ricoperti da suggestive piante acquatiche.
Il piccolo specchio d’acqua, illuminato dal sole, sembra un diamante incastonato nel bosco, con i colori bellissimi dell’acqua trasparente, tra il blu intenso e il verde e con lo sfondo marrone delle foglie di faggio, il grigio del tronco degli alberi e l’azzurro brillante del cielo.
Fatta una breve breve sosta in silenzio per apprezzare l’indescrivibile bellezza del posto. Dopo le numerose foto dedicate a questo gioiello dalle mille sfumature abbiamo ripreso il cammino e dopo alcune centinaia di metri, alle 11,50 abbiamo raggiunto il secondo laghetto, più grande e anche questo bellissimo.
Proseguendo nella splendida faggeta, con le foglie che frusciano sotto gli scarponi e il cinguettio degli uccelli si avanza in una atmosfera da favola e immaginare il bosco tra un paio di settimane, con gli alberi coperti dalle verdi foglioline, fa venire voglia di ritornare.
Presa la deviazione a sinistra verso il lago, e, in continua discesa, si attraversano diversi ruscelli che scorrono verso valle, su una comoda strada che in alcuni tratti è lastricata a regola d’arte con grosse pietre.
In questa parte del bosco, insieme ai faggi, si trovano numerosi alberi di agrifoglio con le foglie di colore verde intenso che contrastano con il marrone dominante.
Alle 12,55 abbiamo abbandonato la strada principale e dopo un centinaio di metri ci siamo fermati su un dosso soleggiato a quasi sei chilometri di distanza dal punto di partenza.
Consumato il pranzo e fatte un paio di foto, alle 13,32 abbiamo ripreso la marcia e dopo una ventina di minuti siamo arrivati sul Sentiero Italia, dal fondo molto fangoso , e al lago Maulazzo.
Da qui, andando a destra, secondo le indicazioni del CAI, si arriva al bivio per Alcara in mezz’ora e a Portella Biviere in un’ora e dieci minuti .
Un bellissimo cartello su una bacheca indica tutti i principali sentieri nel Parco dei Nebrodi, dove ci troviamo e quelli del Parco dell’Etna.
Il lago è un bacino artificiale, frutto di un intervento risalente agli anni 80 del secolo scorso.
Nelle vecchie carte IGM si può trovare il Pizzo Maulazzo, separato da Monte Soro da un vallone che oggi è occupato da questo placido specchio d’acqua, nato grazie alla costruzione di una diga da parte della Forestale. Non è un’opera fortemente impattante, si scorge appena, e nasce per allentare la pressione dei pascoli sulle faggete e favorirli più a valle.
Ma per la sua bellezza, per il contesto pregevole in cui si trova, per la facilità con cui lo si può raggiungere, è diventato una delle principali attrazioni della zona.
In inverno cade frequentemente la neve e in alcuni giorni l’anno, quando le temperature scendono sotto lo zero, lo specchio d’acqua si può trovare totalmente ghiacciato.
Avvistato un falchetto e due folaghe nel lago dove si sente il gracidare dei rospi.
Alle 14,05 imboccata la strada di ritorno, pressoché tutta in salita.
La tabella del CAI indica in quaranta minuti il tempo di percorrenza per arrivare da qui a Portella Calacudera, ed il dato effettivamente è realistico , Alberto ha voluto provare e, a passo sostenuto, è arrivato alle macchine alle 14,35 e gli ultimi alle 14,50.
La lunghezza complessiva del percorso ad anello che abbiamo fatto, rilevato dalle diverse app utilizzate, è di circa 9, 5 chilometri.
Dopo esserci cambiati e messi in macchina abbiamo preso la via di casa arrivando a Portella Femmina Morta alle 15,05, a San Fratello alle 15,30 e a Messina, alle macchine lasciate stamattina, alle 17,05.
Anche questa esperienza, che ha permesso a molti di scoprire la bellezza dei nostri territori è stata pienamente gratificante per tutti i partecipanti.