Piante spontanee, perenni e non, conosciute fin dall’antichità, da raccogliere autonomamente nei campi e da utilizzare in cucina per riscoprire sapori di un tempo.
Le erbe spontanee sono una risorsa, arricchiscono la tavola con gusti rustici e dimenticati a causa dalla selezione dall’uomo che ha privilegiato altri aspetti (la resa, il gusto standardizzato, etc.) appiattendo e omologando le caratteristiche organolettiche dei cibi, creando una sorta di “addomesticamento dei gusti”. La riproposizione di questo sapere è un’operazione culturale complessa che richiede la collaborazione di botanici, agronomi, chimici, sociologi, e il coinvolgimento dei depositari ancora viventi di questi saperi
L’utilizzo alimentare delle piante spontanee è stato definito fitoalimurgia (dal greco phytón = pianta e dal latino alimenta urgentia, alimentazione in caso di necessità, urgenza alimentare).
Persino dopo la nascita dell’agricoltura, avvenuta solo 10.000 anni fa, è rimasta una consuetudine la raccolta e il consumo di piante spontanee commestibili che, in particolare nei periodi di carestie, guerre, calamità naturali, hanno rappresentato una fonte indispensabile di sopravvivenza.
Appuntamento domenica 16 Marzo ore 8.15 chiesa Immacolata, abbigliamento da montagna, rientro dopo l’aperitivo intorno alle 13.00.