Re Colapesce

Diario di bordo

Escursione sulla neve del 23 febbraio 2025

Escursione sull’Etna del 23 febbraio 2025
Appuntamento alle 7, 30 in via San Giovanni  di Malta.Presenti : Sergio Bolignani, Katia Tribulato, Serena  Policastro, Angela Paratore, Vittorio Manfrè, Alberto  Altadonna, Elena Serban, Giusi Mandraffino, Grimaldo  Piazza, Rosario Sardella, Manuela Scarcella, Carlo Panzera, Alberto Borgia.
Formazione degli  equipaggi  e partenza alle 7,45 con appuntamento al bivio per Piano Provenzana, dopo  Linguaglossa, dove non  ci siamo  fermati al bar per non perdere  tempo.
Alle 8, 45, al solito bivio per Randazzo, siamo stati  fermati per il  controllo  delle dotazioni necessarie  per viaggiare su strade innevate.
Arrivo al parcheggio  di Piano  Provenzana  alle 9,15 senza nessun problema di fila. Qualcuno ha approfittato degli unici bagni presenti e dopo la fase di vestizione, viste le condizioni del manto nevoso e la presenza  di estese zone di lava a vista, abbiamo deciso di fare  a meno  delle ciaspole lasciandole in macchina e prendendo solo le ghette e i bastoncini.
Alle 9, 40 ci siamo messi in marcia, da quota 1809 circa, imboccando il  sentiero che inizia  accanto alla  colata del 2002 che ha distrutto Piano Provenzana e l’albergo ” Le Betulle”   di cui si vedono  i resti  inglobati nella colata lavica.
La strada  è tutta in costante salita, inizialmente accettabile, alle  10,25, a 1,2 chilometri dalla partenza siamo arrivati ai cartelli che indicano il sentiero  724 per Rifugio  Timpa Rossa.
Abbiamo proseguito lungo la stradella di sinistra,  in direzione dei crateri Umberto  e Margherita , dove la salita che diventa  decisamente impegnativa , con pendenze che in certi tratti superano il 16% ha messo alla prova il fiato di molti. Durante il cammino la splendida giornata di sole, con ottima visibilità, ha offerto colori stupendi, il nero della lava, il bianco della neve, l’azzurro intenso del cielo e del mare. Le temperature erano abbastanza alte, tanto che ci siamo progressivamente spogliati fino a restare in maniche di camicia o anche a braccia nude come Giusi.
Per la strada abbiamo potuto godere soprattutto del silenzio, rispetto alla confusione domenicale di Piano Provenzana.
Alle 11,30 , a circa 2,4 chilometri  della partenza, gli ultimi del gruppo hanno   raggiunto  il punto  più  alto  dell’escursione  a quota  2100 metri circa.
Il panorama a 360° ci ha regalato scenari  meravigliosi  delle bocche sommitali dalle  quali  si alzavano tre pennacchi di  fumo, a nord  tutta  la catena dei Peloritani  , con la caratteristica  Rocca Salvatesta di Novara,  e in lontananza la cima dello Stromboli e a est il mare Ionio e il massiccio dell’Aspromonte.
Alzando gli occhi abbiamo anche potuto osservare alcuni corvi imperiali in volo che si stagliavano  contro l’azzurro del cielo.
Raggiunto il Monte  Umberto e  Margherita, cono di scorie saldate di forma ellittica, costituito da due grandi depressioni crateriche, formatosi in cinque giorni di attività  esplosiva durante l’eruzione del 1879 che interessò l’alto versante nord-orientale dell’Etna.
Molto suggestivo il percorso lungo la cresta di questi crateri dove ci siamo concessi una breve  sosta  per  apprezzare la maestosità  e la bellezza della montagna e del panorama.
Ripresa la strada, ormai in discesa e a tratti  sul sentiero sgombro di neve, alcuni di noi si sono soffermati  a fare foto al panorama e anche a due sciatori con gli sci corti che,  provenienti da monte ci hanno  incrociato .
Alle 12,30 il gruppo si è ricompattato e abbiamo sostato  alla base  del Monte  Nero dove molti  hanno consumato il loro  pranzo.
Da questo punto avremmo potuto tornare indietro o proseguire verso il rifugio Timpa Rossa che molti  di noi  conoscevano  perché meta di precedenti escursioni.
Dopo una breve consultazione abbiamo deciso di andare  avanti, pur  consapevoli che la discesa, e soprattutto  la successiva  risalita ci avrebbe  messo  alla  prova.
Dopo alcune centinaia di metri Giusi, Grimaldo e Rosario hanno deciso di tornare indietro dove ci eravamo  fermati  poco prima e lì  ci avrebbero  aspettati.
Alle 13,15 siamo arrivati al cartello che indica la direzione del rifugio e siamo  entrati  nel bosco di betulle e faggi immersi nella neve. Questo  percorso  di una quindicina  di minuti, in una atmosfera  da fiaba nordica, giustifica ampiamente lo sforzo  sostenuto.
Arrivati  al grazioso rifugio, dove  all’esterno c’erano una decina di escursionisti con le ciaspole, Angela, Alby, Vittorio, Carlo, Alberto e  Sergio sono entrati per riposare e , chi non lo aveva ancora  fatto, per pranzare.
Il rifugio è costruito interamente  in legno, all’interno ci sono due letti  a castello, che , insieme  ad un soppalco, permettono di pernottare  comodamente  in sei persone.
C’è anche  un tavolo  con due panche e  delle  mensole con sopra una moka, caffè, zucchero, sale  , olio etc. e una stufa a legna riscalda il locale senza riempirlo di fumo.C’e anche  una cassetta di pronto soccorso con le dotazioni  essenziali.
All’esterno, nel vasto spazio recintato, c’è un pozzo, alcuni  tavoli e una tettoia per fare il barbecue.
Mentre sostavamo è arrivata una coppia di escursionisti che parlavano in francese, l’uomo, amante e conoscitore della montagna,è di Sant’Alfio ma vive da alcuni anni  in  Francia e torna in paese, dove  ha casa, almeno otto  volte  l’anno e si lamentava della folla di turisti che invadono Piano  Provenzana.
Alle 13,50  abbiamo preso la via del ritorno affrontando l’impegnativa  risalita e apprezzando il silenzio , la magica atmosfera e i fantastici panorami sui paesi nella vallata.
Arrivati in alto ci siamo incontrati con i tre che ci aspettavano e abbiamo  proseguito insieme  in discesa.
Alle 14,45 ci siamo  fermati per una breve pausa caffè caldo, molto  gradito,offerto da Angela.
Ripresa la  strada, quasi all’arrivo, per distrazione abbiamo abbandonato il sentiero  battuto, ed abbiamo  percorso alcune  centinaia  di metri lungo la colata  fuori pista,  dove la neve  copriva pericolosi buchi  che rendevano infido il cammino.
Tornati sul sentiero principale, lasciando alle nostre spalle l’incanto della montagna, come da un sogno ci siamo velocemente risvegliati nella realtà: la vista delle piste, il vociare e la musica proveniente da Piano Provenzana ci indicavano che la nostra bellissima escursione era quasi conclusa e alle 15,40, avendo percorso circa 8,5 chilometri siamo arrivati alle macchine.
Tornando verso Messina però ci siamo voluti regalare una sosta golosa   al panificio” ‘Nda curva “di Fiumefreddo dove abbiamo  consumato  un trancio della caratteristica schiacciata con broccoli e salsiccia e acquistato i prodotti tipici.
Alle 17,55 ci siamo ritrovati in città al punto di partenza,un po’ stanchi ma pienamente  soddisfatti della bellissima esperienza.

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