Trekking urbano a Siracusa del 3 giugno 2024
Presenti :Marcello Aricò, Santino Cannavó, Filippo Cavallaro, Rosalba Cucinotta, Carmelo Geraci, Letizia Inferrera, Marcella De Francesco, Simone Cappello, Ciccio Briguglio, Alberto Arena, Rosario Spadaro, Stefania Daví, Chiara Calarco,Giovanna Mangano, Danila Castiglione, Franco La Maestra.
Appuntamento alla stazione alle 7,00. I biglietti erano già stati acquistati nei giorni scorsi dal nostro Presidente per avere uno sconto di gruppo e siamo andati al binario.
Prima della partenza da Messina, prevista ,alle 7,26, cambio del treno RV perché su quello previsto non c’era nessun bagno funzionante.
Al controllo dei biglietti la capotreno ha contestato a Marcella la mancanza del libretto sanitario del suo cane Yuri, il che avrebbe dovuto comportare la sua discesa dal treno alla stazione successiva. Il contrattempo è stato superato perché, via WhatsApp, le sono stati inviati. Risolto questo problema “Buona domenica” ha pensato che offrendo l’usuale spillino della attività odierna avrebbe potuto avvicinarsi alla pettorina del taschino sinistro della capotreno.
Arrivo a Siracusa, in orario, alle 10:00. Sosta caffè, scaglionato su tre bar e cambio acqua che ha spesso ha richiesto attese e sobbalzi a gambe strette.
Alle 10,45 arrivo al ponte di Ortigia e dopo tre quarti d’ora di camminata vicoli vicoli, arrivo al castello Maniace.
Fuori dal castello, di fronte al mare, si erge la grande scultura alata di Igor Mitoraj, già apparsa negli ultimi anni in tutto il mondo, esposta nel 2021 sulla bellissima scalinata della cattedrale di Noto.
Mentre Filippo, Rosalba, Carmelo, Letizia e Rosario, che avevano già visitato il castello, restavano ad oziare nei pressi della statua, il resto del gruppo è andato a visitare il castello Maniace (in dialetto castello Maniaci), uno dei più importanti monumenti del periodo svevo a Siracusa e uno tra i più noti castelli federiciani.
Lo stile del castello è Gotico imperiale siculo-svevo, alto 12 metri (18 in origine), costruito in pietra tra il 1232 e il 1239 da Riccardo da Lentini e il primo proprietario fu Federico II di Svevia.
Dopo recenti lavori di restauro é in ottimo stato di conservazione, ebbe funzione strategica difensiva e di residenza reale e imperiale.
La funzione strategica terminò sul finire del secolo scorso. Fu danneggiato nei terremoti del 1549 e del 1693 e il 5 novembre 1704, a causa di un fulmine, ci fu l’esplosione della polveriera che conteneva 30 tonnellate di polvere da sparo con conseguente distruzione di alcune parti dell’edificio.
Il castello prende il nome dal comandante bizantino Giorgio Maniace che, nel 1038, rinforzò delle strutture militari ivi esistenti durante la sua campagna contro gli arabi. Nel corso dei secoli vennero aggiunte altre strutture per la collocazione di artiglierie, quali la batteria Vernazza, per la difesa del porto.
Intorno alle 12,30 visita agli ipogei della Giudecca a piazza San Filippo Apostolo, luogo interessantissimo, illustrato da una guida molto preparata, che ha ospitato durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale anche 10.000 siracusani.
Alle 13,30 visita del mercato, con le caratteristiche bancarelle di spezie dai vari odori e colori, e pranzo a piccoli gruppi.
Il gruppo formato da Danila, Rosalba, Alberto, Franco e Filippo ha preso un piatto di fritto siciliano servito al tavolo da una elegante cameriera di nome Nicole, mentre gli altri hanno mangiato all’impiedi un coppo di frittura .
Ritornati tutti insieme, l’enciclopedico Filippo ha raccontato di alcuni personaggi che vissero ad Ortigia da Platone, che criticava l’abitudine siracusana di fermarsi per dedicarsi ai tre pasti e che, assieme ad altre critiche, portò Gerone a deportarlo via dalla città. Poi di Pindaro, Saffo, Archimede e la storia del martirio di Lucia che non ebbe mai offesa agli occhi ed il cui corpo ebbe una sepoltura segreta e poi venne trafugato dai bizantini per impedirne il sacrilegio saraceno, e rubato da Costantinopoli da due differenti incursioni, una veneziana ed una francese, per cui oggi ci sono due corpi uno a Venezia ed uno a Metz.
Nel pomeriggio passaggio dalla Fonte Aretusa.
Danila, Franco, Rosario si sono fermati a riposare alla villa comunale, Giovanna ha deciso di andare a visitare la chiesa che custodisce il Caravaggio su Santa Lucia, ed il resto della compagnia è andato a visitare il santuario della Madonna delle lacrime.
Alle 17.30 ricompattato il gruppo diretto verso la stazione e preso il treno RV per Messina delle 18,15 arrivato in città alle 21,08.
GRAZIE A FILIPPO CHE CON LE SUE NOTE MI HA PERMESSO DI REDIGERE QUESTO DIARIO
Presenti :Marcello Aricò, Santino Cannavó, Filippo Cavallaro, Rosalba Cucinotta, Carmelo Geraci, Letizia Inferrera, Marcella De Francesco, Simone Cappello, Ciccio Briguglio, Alberto Arena, Rosario Spadaro, Stefania Daví, Chiara Calarco,Giovanna Mangano, Danila Castiglione, Franco La Maestra.
Appuntamento alla stazione alle 7,00. I biglietti erano già stati acquistati nei giorni scorsi dal nostro Presidente per avere uno sconto di gruppo e siamo andati al binario.
Prima della partenza da Messina, prevista ,alle 7,26, cambio del treno RV perché su quello previsto non c’era nessun bagno funzionante.
Al controllo dei biglietti la capotreno ha contestato a Marcella la mancanza del libretto sanitario del suo cane Yuri, il che avrebbe dovuto comportare la sua discesa dal treno alla stazione successiva. Il contrattempo è stato superato perché, via WhatsApp, le sono stati inviati. Risolto questo problema “Buona domenica” ha pensato che offrendo l’usuale spillino della attività odierna avrebbe potuto avvicinarsi alla pettorina del taschino sinistro della capotreno.
Arrivo a Siracusa, in orario, alle 10:00. Sosta caffè, scaglionato su tre bar e cambio acqua che ha spesso ha richiesto attese e sobbalzi a gambe strette.
Alle 10,45 arrivo al ponte di Ortigia e dopo tre quarti d’ora di camminata vicoli vicoli, arrivo al castello Maniace.
Fuori dal castello, di fronte al mare, si erge la grande scultura alata di Igor Mitoraj, già apparsa negli ultimi anni in tutto il mondo, esposta nel 2021 sulla bellissima scalinata della cattedrale di Noto.
Mentre Filippo, Rosalba, Carmelo, Letizia e Rosario, che avevano già visitato il castello, restavano ad oziare nei pressi della statua, il resto del gruppo è andato a visitare il castello Maniace (in dialetto castello Maniaci), uno dei più importanti monumenti del periodo svevo a Siracusa e uno tra i più noti castelli federiciani.
Lo stile del castello è Gotico imperiale siculo-svevo, alto 12 metri (18 in origine), costruito in pietra tra il 1232 e il 1239 da Riccardo da Lentini e il primo proprietario fu Federico II di Svevia.
Dopo recenti lavori di restauro é in ottimo stato di conservazione, ebbe funzione strategica difensiva e di residenza reale e imperiale.
La funzione strategica terminò sul finire del secolo scorso. Fu danneggiato nei terremoti del 1549 e del 1693 e il 5 novembre 1704, a causa di un fulmine, ci fu l’esplosione della polveriera che conteneva 30 tonnellate di polvere da sparo con conseguente distruzione di alcune parti dell’edificio.
Il castello prende il nome dal comandante bizantino Giorgio Maniace che, nel 1038, rinforzò delle strutture militari ivi esistenti durante la sua campagna contro gli arabi. Nel corso dei secoli vennero aggiunte altre strutture per la collocazione di artiglierie, quali la batteria Vernazza, per la difesa del porto.
Intorno alle 12,30 visita agli ipogei della Giudecca a piazza San Filippo Apostolo, luogo interessantissimo, illustrato da una guida molto preparata, che ha ospitato durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale anche 10.000 siracusani.
Alle 13,30 visita del mercato, con le caratteristiche bancarelle di spezie dai vari odori e colori, e pranzo a piccoli gruppi.
Il gruppo formato da Danila, Rosalba, Alberto, Franco e Filippo ha preso un piatto di fritto siciliano servito al tavolo da una elegante cameriera di nome Nicole, mentre gli altri hanno mangiato all’impiedi un coppo di frittura .
Ritornati tutti insieme, l’enciclopedico Filippo ha raccontato di alcuni personaggi che vissero ad Ortigia da Platone, che criticava l’abitudine siracusana di fermarsi per dedicarsi ai tre pasti e che, assieme ad altre critiche, portò Gerone a deportarlo via dalla città. Poi di Pindaro, Saffo, Archimede e la storia del martirio di Lucia che non ebbe mai offesa agli occhi ed il cui corpo ebbe una sepoltura segreta e poi venne trafugato dai bizantini per impedirne il sacrilegio saraceno, e rubato da Costantinopoli da due differenti incursioni, una veneziana ed una francese, per cui oggi ci sono due corpi uno a Venezia ed uno a Metz.
Nel pomeriggio passaggio dalla Fonte Aretusa.
Danila, Franco, Rosario si sono fermati a riposare alla villa comunale, Giovanna ha deciso di andare a visitare la chiesa che custodisce il Caravaggio su Santa Lucia, ed il resto della compagnia è andato a visitare il santuario della Madonna delle lacrime.
Alle 17.30 ricompattato il gruppo diretto verso la stazione e preso il treno RV per Messina delle 18,15 arrivato in città alle 21,08.
GRAZIE A FILIPPO CHE CON LE SUE NOTE MI HA PERMESSO DI REDIGERE QUESTO DIARIO