24 aprile
Quinto giorno. Da villa Kairos ad Agrigento
La descrizione dettagliata del percorso da Joppolo Giancaxio ad Agrigento è alle pagine 90 e 91 della Guida.
Dopo un sonno ristoratore stamattina ci siamo alzati con calma per affrontare l’ultima tappa.
Il cielo è plumbeo e fa freddo per cui salta l’idea di fare il bagno in piscina prima della partenza.
Fatte le abluzioni scendiamo in cucina dove Vincenzo e sua moglie hanno preparato quanto necessario per una colazione ottima e abbondante. Tra i piatti preparati ci sono anche le uova strapazzate che Antonio ha apprezzato in sostituzione della omelette di cui è ghiotto.
Alle 9,20 zaini in spalla, foto di gruppo davanti alla villa e in marcia per la via Francigena distante circa 500 metri. Dopo venticinque minuti su una strada in leggera salita abbiamo raggiunto la strada proveniente da Joppolo dove una colonnina indica la direzione per Agrigento, distante 8 chilometri e quella per Palermo, distante 176 chilometri.
Ancora una volta Vincenzo ha dimostrato la sua grande disponibilità accompagnando in macchina Giuseppe che ha fatto compagnia ad Antonio che aveva dimenticato il telefonino alla villa.
Iniziata la discesa verso il fondo valle dove si scorgevano i tre ragazzi compagni di strada.
Intorno alle 9,50 ha iniziato a piovere a “zuppa viddranu” e quindi ci siamo attrezzati con giacche impermeabili, tranne Alberto che ha aperto l’ombrello e lo ha utilizzato per tutto il percorso.
Per un tratto di strada ci ha accompagnati un bel cane bianco al quale Antonio ha dato da mangiare un panino e Marcello la scatola di trippa che stamattina abbiamo ritrovato.
Per quasi un chilometro abbiamo costeggiato le opere di canalizzazione di un invaso vuoto che, secondo un cartello, dovrebbe essere messo in esercizio a breve. Ancora una volta c’è da riflettere amaramente su quante cose non vanno in Sicilia :ad Agrigento sono con l’acqua razionata e non si è capaci di fare neanche quanto è possibile.
Alle 10,15 siamo arrivati ad un incrocio con la strada statale, molto trafficata, e una provinciale che abbiamo imboccato.
Anche in questo incrocio la segnaletica della MVF dovrebbe essere migliorata.
Dopo un’altra ora di cammino sulla strada asfaltata sotto la pioggia incessante,alle 11,20 abbiamo preso una strada in salita che si inoltra nel bosco. Giuseppe, che mal sopporta pioggia e fango, ha applicato il “Protocollo Zampaglione” ed ha trovato un passaggio per Agrigento.
La strada è in buona parte in salita, la pioggia ha reso il fondo viscido e fangoso, e così abbiamo avuto il sigillo sul cammino, che, secondo Antonio, non è completo se manca la pioggia ed il fango.
Arrivati sulla strada asfaltata l’abbiamo seguita per un brevissimo tratto e poi le indicazioni della MVF ci hanno fatto deviare nuovamente in una pista, dentro al bosco dell’Addolorata, che continua con una grande scalinata, tenuta malissimo, che finalmente arriva alle porte della città.
Per arrivare alla nostra meta, la Cattedrale, dove ci aspettava Giuseppe, abbiamo dovuto percorrere un altro tratto in salita, con numerosi scalini e finalmente, alle 13,00 siamo arrivati alla cattedrale di San Gerlando e San Giacomo dove ci aspettava Giuseppe.
Il biglietto per la visita della cattedrale e di altre strutture annesse costa sette euro, ma se si ottiene il “Testimonium” che costa cinque euro si può accedere.
Siccome eravamo tutti inzuppati e infreddoliti abbiamo deciso di raggiungere subito la stazione ferroviaria. Sotto il cartello dell’ultima tappa abbiamo fatto la foto del gruppo e siamo andati a fare timbrare le credenziali. Qui Alberto ha ritirato il Testimonium e quindi abbiamo preso la strada che passa nel centro storico e conduce alla stazione che, nonostante la pioggia, era piena di turisti.
Fatta la foto con Camilleri alle 13,45 siamo finalmente arrivati alla stazione di Agrigento Centrale dove abbiamo improvvisato un involontario spogliarello per cambiarci gli abiti completamente inzuppati dopo più di tre ore di pioggia incessante.
Viste le condizioni meteo che rendevano impossibile visitare la città, abbiamo deciso di anticipare il rientro prendendo il treno per Palermo delle 14,15 grazie alla disponibilità del capo treno che, molto pazientemente, ha atteso l’arrivo di tutti noi prima di dare il segnale di partenza. Arrivati a Termini Imerese abbiamo acquistato qualcosa da mangiare in un locale di fronte alla stazione e qui abbiamo preso il treno per Messina, grazie all’intervento diplomatico di Giuseppe che ha “ammorbidito” il capo treno che inizialmente voleva attenersi scrupolosamente al regolamento e non voleva farci salire perché il treno per cui avevamo il biglietto era uno successivo e non avevamo fatto il cambio per tempo.
Il viaggio per Messina è stato tranquillo, inizialmente il treno era pieno e qualcuno ha preso posto nei sedili reclinabili, ma dopo S. Agata di Militello si sono liberati posti a sedere per tutti.
Accanto a Carmelo c’era seduto un signore diretto a La Spezia, interessato alla nostra esperienza e così, anche a lui sono state regalate le spillette.
L’arrivo a Messina alle 19,30 ha concluso questa bellissima esperienza.
Ringrazio ancora tutti per la piacevolissima compagnia e la disponibilità dimostrata in ogni momento che ha permesso di vivere momenti di comunità indimenticabili.
Un ringraziamento particolare alla dolce Stefania che si è integrata con naturalezza e spontaneità in un gruppo di anziani più o meno scorbutici dispensando sorrisi nei momenti di difficoltà.
Infine, come dice Antonio, un encomio ufficiale e solenne al Direttore Tecnico Giuseppe per la preziosa, scrupolosa e professionale attività di ricerca dei B&B, la pianificazione delle tappe e l’impegno di navigatore per tutto il Cammino.
Quinto giorno. Da villa Kairos ad Agrigento
La descrizione dettagliata del percorso da Joppolo Giancaxio ad Agrigento è alle pagine 90 e 91 della Guida.
Dopo un sonno ristoratore stamattina ci siamo alzati con calma per affrontare l’ultima tappa.
Il cielo è plumbeo e fa freddo per cui salta l’idea di fare il bagno in piscina prima della partenza.
Fatte le abluzioni scendiamo in cucina dove Vincenzo e sua moglie hanno preparato quanto necessario per una colazione ottima e abbondante. Tra i piatti preparati ci sono anche le uova strapazzate che Antonio ha apprezzato in sostituzione della omelette di cui è ghiotto.
Alle 9,20 zaini in spalla, foto di gruppo davanti alla villa e in marcia per la via Francigena distante circa 500 metri. Dopo venticinque minuti su una strada in leggera salita abbiamo raggiunto la strada proveniente da Joppolo dove una colonnina indica la direzione per Agrigento, distante 8 chilometri e quella per Palermo, distante 176 chilometri.
Ancora una volta Vincenzo ha dimostrato la sua grande disponibilità accompagnando in macchina Giuseppe che ha fatto compagnia ad Antonio che aveva dimenticato il telefonino alla villa.
Iniziata la discesa verso il fondo valle dove si scorgevano i tre ragazzi compagni di strada.
Intorno alle 9,50 ha iniziato a piovere a “zuppa viddranu” e quindi ci siamo attrezzati con giacche impermeabili, tranne Alberto che ha aperto l’ombrello e lo ha utilizzato per tutto il percorso.
Per un tratto di strada ci ha accompagnati un bel cane bianco al quale Antonio ha dato da mangiare un panino e Marcello la scatola di trippa che stamattina abbiamo ritrovato.
Per quasi un chilometro abbiamo costeggiato le opere di canalizzazione di un invaso vuoto che, secondo un cartello, dovrebbe essere messo in esercizio a breve. Ancora una volta c’è da riflettere amaramente su quante cose non vanno in Sicilia :ad Agrigento sono con l’acqua razionata e non si è capaci di fare neanche quanto è possibile.
Alle 10,15 siamo arrivati ad un incrocio con la strada statale, molto trafficata, e una provinciale che abbiamo imboccato.
Anche in questo incrocio la segnaletica della MVF dovrebbe essere migliorata.
Dopo un’altra ora di cammino sulla strada asfaltata sotto la pioggia incessante,alle 11,20 abbiamo preso una strada in salita che si inoltra nel bosco. Giuseppe, che mal sopporta pioggia e fango, ha applicato il “Protocollo Zampaglione” ed ha trovato un passaggio per Agrigento.
La strada è in buona parte in salita, la pioggia ha reso il fondo viscido e fangoso, e così abbiamo avuto il sigillo sul cammino, che, secondo Antonio, non è completo se manca la pioggia ed il fango.
Arrivati sulla strada asfaltata l’abbiamo seguita per un brevissimo tratto e poi le indicazioni della MVF ci hanno fatto deviare nuovamente in una pista, dentro al bosco dell’Addolorata, che continua con una grande scalinata, tenuta malissimo, che finalmente arriva alle porte della città.
Per arrivare alla nostra meta, la Cattedrale, dove ci aspettava Giuseppe, abbiamo dovuto percorrere un altro tratto in salita, con numerosi scalini e finalmente, alle 13,00 siamo arrivati alla cattedrale di San Gerlando e San Giacomo dove ci aspettava Giuseppe.
Il biglietto per la visita della cattedrale e di altre strutture annesse costa sette euro, ma se si ottiene il “Testimonium” che costa cinque euro si può accedere.
Siccome eravamo tutti inzuppati e infreddoliti abbiamo deciso di raggiungere subito la stazione ferroviaria. Sotto il cartello dell’ultima tappa abbiamo fatto la foto del gruppo e siamo andati a fare timbrare le credenziali. Qui Alberto ha ritirato il Testimonium e quindi abbiamo preso la strada che passa nel centro storico e conduce alla stazione che, nonostante la pioggia, era piena di turisti.
Fatta la foto con Camilleri alle 13,45 siamo finalmente arrivati alla stazione di Agrigento Centrale dove abbiamo improvvisato un involontario spogliarello per cambiarci gli abiti completamente inzuppati dopo più di tre ore di pioggia incessante.
Viste le condizioni meteo che rendevano impossibile visitare la città, abbiamo deciso di anticipare il rientro prendendo il treno per Palermo delle 14,15 grazie alla disponibilità del capo treno che, molto pazientemente, ha atteso l’arrivo di tutti noi prima di dare il segnale di partenza. Arrivati a Termini Imerese abbiamo acquistato qualcosa da mangiare in un locale di fronte alla stazione e qui abbiamo preso il treno per Messina, grazie all’intervento diplomatico di Giuseppe che ha “ammorbidito” il capo treno che inizialmente voleva attenersi scrupolosamente al regolamento e non voleva farci salire perché il treno per cui avevamo il biglietto era uno successivo e non avevamo fatto il cambio per tempo.
Il viaggio per Messina è stato tranquillo, inizialmente il treno era pieno e qualcuno ha preso posto nei sedili reclinabili, ma dopo S. Agata di Militello si sono liberati posti a sedere per tutti.
Accanto a Carmelo c’era seduto un signore diretto a La Spezia, interessato alla nostra esperienza e così, anche a lui sono state regalate le spillette.
L’arrivo a Messina alle 19,30 ha concluso questa bellissima esperienza.
Ringrazio ancora tutti per la piacevolissima compagnia e la disponibilità dimostrata in ogni momento che ha permesso di vivere momenti di comunità indimenticabili.
Un ringraziamento particolare alla dolce Stefania che si è integrata con naturalezza e spontaneità in un gruppo di anziani più o meno scorbutici dispensando sorrisi nei momenti di difficoltà.
Infine, come dice Antonio, un encomio ufficiale e solenne al Direttore Tecnico Giuseppe per la preziosa, scrupolosa e professionale attività di ricerca dei B&B, la pianificazione delle tappe e l’impegno di navigatore per tutto il Cammino.